Intrappolati alle porte d'Europa
Un nuovo rapporto di Medici Senza Frontiere (MSF) rileva l’impatto che le condizioni di vita precarie e la diffusa violenza criminale e istituzionale stanno avendo sulla salute dei migranti subsahariani, privi di documenti e bloccati in Marocco, lungo il loro cammino verso l’Europa. Secondo il rapporto, la trasformazione del Marocco da Paese di transito a meta obbligata per i migranti, dovuta ai sempre più severi controlli alle frontiere, aumenta la vulnerabilità di queste persone. L’attuazione di politiche migratorie che minano il rispetto dei diritti umani ha un forte impatto sulla salute di questa popolazione, che comprende gruppi vulnerabili, come vittime di violenza sessuale o della tratta di esseri umani, i quali non ricevono cure specialistiche né protezione da parte delle autorità. Nelle relazioni tra Marocco e Spagna le politiche migratorie privilegiano i criteri di sicurezza interna al rispetto dei diritti umani fondamentali.
Il rapporto “Trapped at the Gates of Europe” (Intrappolati alle porte d’Europa) denuncia la violenza che i migranti subiscono quotidianamente. Dal dicembre 2011, le equipe di MSF hanno assistito a un aumento del numero delle incursioni da parte della polizia e alla crescita delle espulsioni verso l’Algeria delle persone arrestate, comprese donne incinte, feriti e minori. Questi raid indiscriminati e le espulsioni fanno parte di una rinnovata violenza usata dalle forze di sicurezza marocchine e spagnole per dissuadere i migranti che tentano di saltare le recinzioni che circondano il territorio spagnolo di Melilla. Solo nel 2012, le équipe di MSF nella regione orientale, che include Nador e la vicina Melilla, hanno curato oltre 1.100 pazienti con ferite alle braccia, alle gambe, alle mani oltre a mascelle rotte, denti rotti e commozioni cerebrali. Tutte lesioni coerenti con i racconti dei migranti, i quali affermano di essere stati attaccati dalle forze di sicurezza.
Uno dei problemi più urgenti e rilevanti messi in evidenza nel rapporto è rappresentato dalle violenze sessuali subite in prevalenza da donne e ragazze migranti. È impossibile determinare le proporzioni esatte di queste violenze, ma i dati medici di MSF rivelano una situazione allarmante. Dal 2010 al 2012, le équipe di MSF hanno curato quasi 700 sopravvissute. Queste donne e ragazze hanno bisogno di cure specializzate e non ricevono adeguata assistenza o protezione da parte delle autorità.
Oltre a porre l’accento sull’aumento della violenza registrato nello scorso anno, il rapporto illustra anche le difficili condizioni di vita dei migranti sub-sahariani, molti dei quali sono costretti a vivere in strada e a mendicare. Quasi la metà delle 10.500 visite mediche effettuate dalle équipe di MSF tra il 2010 e il 2012 ha riguardato patologie connesse alle cattive condizioni di vita. Anche la salute mentale dei migranti ne risente, con pazienti che presentano, tra gli altri, sintomi di ansia, depressione e problemi psicosomatici.
Il rapporto riconosce i progressi compiuti nell’accesso ai servizi sanitari da parte dei migranti in Marocco, ottenuti dalle organizzazioni della società civile e dalle Organizzazioni Non Governative. Tuttavia, i punti interrogativi sull’applicazione di un nuovo regime di assicurazione sanitaria, la mancanza di servizi di salute mentale e di assistenza completa per le vittime di violenza sessuale sono insidie che il governo marocchino deve risolvere.
I progressi compiuti fino a oggi, tuttavia, saranno vanificati se le politiche migratorie continueranno a criminalizzare ed emarginare i migranti sub-sahariani e a dare priorità alla sicurezza interna e non al rispetto dei diritti umani.