Sull'orlo dell'abisso ecologico
Il clima è impazzito e la Madre Terra non sopporta più il più feroce degli animali: l’essere umano. È quanto emerge dal Rapporto IPCC (Panel International per i Cambiamenti Climatici) presentato a Stoccolma lo scorso 27 settembre e frutto di una ricerca scientifica durata sei anni. Il Rapporto afferma che la concentrazione di anidride carbonica nell’atmosfera è al limite di guardia. Le emissioni di gas serra continuano a crescere del 2-3% l’anno. Gli scienziati indicano anche le cause responsabili di questo processo: i combustibili fossili (petrolio, carbone e metano) e la deforestazione. E concordano che la colpa è dell’uomo. Ci attende una tragedia con conseguenze devastanti per l’umanità (scioglimento dei ghiacciai, innalzamento dei mari, tempeste come Sandy, centinaia di milioni di rifugiati climatici). È in atto un biocidio, un geocidio .
“Moralmente noi abbiamo sviluppato una risposta al suicidio, all’omicidio, al genocidio – ha scritto il teologo ecologista Thomas Berry – ma ora ci troviamo a confrontarci con il biocidio, la devastazione di sistemi vitali, e il geocidio, la distruzione del Pianeta Terra nelle sue strutture vitali e funzionali. Queste opere sono un male maggiore di quanto abbiamo conosciuto. Una semplice dottrina della custodia del creato non sembra più adeguata per affrontare problemi così gravi”. I credenti sono convocati oggi dalla storia a un salto di qualità nell’affrontare problemi così gravi che toccano il futuro stesso dell’umanità. È in ballo la vita. Per questo ritengo fondamentale che papa Francesco regali al più presto alla Chiesa e a tutti gli uomini/donne di buona volontà un’enciclica ecologica. Oggi è più che mai necessaria per smuovere le comunità locali a legare sempre più fede e vita per salvare il Pianeta.
Il nostro è un sistema di morte che sto toccando con mano proprio qui a Napoli e in Campania, una terra meravigliosa, ma ora punta dell’iceberg di un dramma planetario. La Campania Felix avvelenata da rifiuti tossici sepolti dalla Camorra, dai continui fuochi di materiali tossici, dalle ‘eco-balle’ (8 milioni di tonnellata) accatastate fuori Giugliano, da megadiscariche, da inceneritori… Le conseguenze sulla popolazione sono drammatiche: tumori, leucemie… La nostra è un’aria di morte. Ne va della salute dei cittadini. E la salute è un diritto fondamentale umano. Come ci siamo battuti per il diritto all’acqua (e con il referendum l’abbiamo ottenuto!), ora dobbiamo batterci per il diritto all’aria. Vale per la martoriata terra della Campania, vale per Taranto avvelenata dall’inquinamento industriale (è stata una gioia per me aver portato la solidarietà dei campani al Comitato di Taranto Libera che ha piantato una tenda davanti al Comune!). Ma l’impegno per l’aria pulita passa per un NO agli inceneritori e alle megadiscariche e un Sì a nuovi stili di vita e riciclaggio totale. Dio (la natura per chi non crede) ricicla, il diavolo brucia – ama ripetere P. Connet. Il nostro è un sistema diabolico, un sistema di morte.
Dobbiamo, quindi, mobilitarci partendo dal basso, come cittadinanza attiva, per forzare i governi e la politica a una svolta epocale. Purtroppo in questi anni abbiamo fallito sia a livello locale che internazionale. Basterebbe, a livello mondiale, ricordare il fallimento delle varie Conferenze delle Parti (COP) sui cambiamenti climatici, da Copenhagen (2009) a Durban(2010), da Cancun (2011) a Doha (2012). Il prossimo appuntamento importante sarà a Varsavia dove si terrà la COP19 (11-12 novembre 2013). Dopo un Rapporto così duro dell’IPCC sulla situazione climatica del Pianeta, non possiamo accettare un altro fallimento a Varsavia. “Proseguendo su questa strada – ha scritto il teologo della liberazione Leonard Boff – ci troveremo di fronte , e non manca molto, a un abisso ecologico. Come ai tempi di Noè, continuiamo a mangiare, a bere, e ad apparecchiare la tavola del Titanic che sta affondando. La casa sta prendendo fuoco e mentiamo agli altri dicendo che non è niente”.