Il Papa ad Assisi

10 ottobre 2013 - padre Alex Zanotelli

Papa Francesco va da S. Francesco ad Assisi per trarre ispirazione e forza a realizzare il suo sogno: “Una chiesa povera per i poveri”.
È stato Francesco per primo in Occidente ad affermare che la Chiesa era chiamata a essere povera per poter camminare con i poveri, con gli ultimi, con gli emarginati, con i lebbrosi. La stessa conversione di Francesco è avvenuta quando ha abbracciato quel lebbroso nel quale ha riconosciuto il volto di Cristo. E da qui è partita la sua decisione di cambiare il mondo che lo circondava. E lo ha fatto partendo dal Vangelo. Dandone lui stesso (non dimentichiamo mai Chiara!) l’esempio e esortando i cristiani a prendere seriamente il Vangelo sine glossa e a viverlo nella propria quotidianità. Soprattutto sul denaro. Francesco era figlio di un mercante di stoffe, ricchissimo usuraio. “Il denaro, fonte di tesaurizzazione-scrive la professoressa Chiara Frugoni nel suo saggio Storia di Chiara e Francesco – sviluppava invece un sistema costruito sul guadagno, sistema che non si curava delle rovine che provocava, lasciando famiglie sul lastrico, persone strozzate dai debiti usurai, indigenti e miserabili, accalcati negli ‘ospizi o sulle strade’. Francesco si staccò da quel mondo usuraio, spogliandosi nudo davanti al Vescovo e restituendo le ricche sue vesti al padre. “Se io ho – disse Francesco al vescovo sbigottito –devo avere le armi per difendere quello che ho”(Francesco aveva capito che le armi servono a difendere chi ha, da cui scaturisce il suo NO alla guerra). E lo fece proprio in nome del ‘Vangelo sine glossa’, che è così categorico in campo economico-finanziario. Don Enrico Chiavacci, noto moralista scomparso recentemente, riassume l’insegnamento di Gesù sui soldi con due comandamenti: “Cerca di non arricchirti” e “Se hai, hai per condividere”. Da questi due comandamenti, Chiavacci ricava un divieto etico: “Divieto di ogni attività economica di tipo esclusivamente speculativo” , come giocare in borsa.
È questo che ha portato Gesù a sfidare il sistema del suo tempo (il Condominium Roma-Tempio) che impoveriva il suo popolo (l’80% dei Galilei viveva sotto la soglia della povertà assoluta), costretto a pagare tasse esorbitanti in natura a Roma, a Erode Antipa e al Tempio.
Come Gesù, Francesco rilancia quella stessa sfida alla società del suo tempo. Il 1200 vede la nascita delle Repubbliche marinare: Pisa (Firenze), Genova, Venezia che, secondo lo storico americano G. Arrighi accumulano il ‘capitale iniziale’ del futuro Impero del denaro. Francesco, avendo intuito dove tutto questo avrebbe portato, contestò radicalmente la società del suo tempo, offrendole l’alternativa del Vangelo: un’economia di uguaglianza per permettere a tutti di vivere nella piena dignità di Dio. Ma né la Chiesa, diretta ai fasti papali del Rinascimento, né l’Europa, né, alla fine, nemmeno i suoi compagni accolsero la provocazione di Francesco. E siamo così oggi arrivati a un sistema economico- finanziario ‘ che uccide milioni di uomini e donne sia per fame (abbiamo un miliardo di esseri umani affamati!) che per guerre (6 milioni di morti per la guerra in Congo) ed uccide il Pianeta. È chiaro che il Pianeta andrà avanti a vivere, ma non sopporterà più la presenza di Homo sapiens, diventato ormai Homo demens. In questo contesto,come possiamo dimenticare la relazione nuova con la Madre Terra che Francesco ci ha insegnato con il Cantico delle creature!
E ora papa Francesco, anche lui un ‘convertito’ dagli impoveriti dei barrios di Buenos Aires, ritorna ad Assisi rilanciando la sfida di Francesco, che era quella di Gesù, al sistema di oggi. E questo lo si può fare solo con una Chiesa povera che cammina con i poveri, un tema quasi dimenticato per lungo tempo. Era stato papa Giovanni XXIII, convocando il Concilio Vaticano II, a rilanciare l’idea della Chiesa dei poveri e di una Chiesa povera. Nel dopo-Concilio, della Chiesa dei poveri se ne è parlato molto, soprattutto in America Latina (da dove Papa Bergoglio proviene): l’“opzione preferenziale dei poveri” è il risultato di questo cammino. Ma il concetto di Chiesa povera è stato quasi totalmente dimenticato. E siamo grati a papa Francesco di averlo rilanciato con forza. E lo fa in un momento epocale: il Pianeta non sopporta più la presenza di homo sapiens.
Siamo davanti a una paurosa crisi ecologica. La Chiesa è chiamata a diventare un esempio di povertà volontaria, di semplicità di vita, di sobrietà così ben esemplificato da Francesco di Assisi.
Ecco perché papa Francesco sta andando ad Assisi per ispirarsi a mettere mano a una riforma strutturale della Chiesa perché possa essere una chiesa povera. Per ottenere questo proporrei al Papa di rilanciare come suo il Patto delle Catacombe, firmato alla fine del Concilio, da oltre quaranta vescovi che avevano lavorato sul tema della Chiesa povera.
E in questo spirito, oserei chiedere a papa Francesco di trasformare lo IOR in una Banca Etica, invitando poi tutti gli istituti religiosi e le diocesi a passare alla finanza etica. E, infine, mi auguro che, da Assisi, papa Francesco dichiari che oggi nessuna guerra è giusta!
Sono sicuro che S. Francesco sorriderebbe dal cielo!
Sogno? Con papa Francesco, tutto è possibile.

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