Stili di Vita

Il laboratorio della Rete Interdiocesana Nuovi Stili di Vita prosegue il suo percorso, rilanciando la proposta di uno stile di vita più sobrio nella Chiesa e nel mondo.
Adriano Sella (coordinatore rete Interdiocesana Nuovi Stili di Vita)

Anche nell’ultimo laboratorio, promosso dalla Rete Interdiocesana Nuovi Stili di Vita alla fine dello scorso anno, si è ripreso il tema conciliare e si è cercato di approfondire il tema  “Popolo di Dio nel mondo come nuovo stile di Chiesa”. È stato scelto questo tema perché ci troviamo nell’anno della fede e anche perché è il 50° del Concilio Vaticano II. Inoltre, con la presenza di un nuovo Papa che si dimostra sempre più un pastore e che ha messo in atto un rinnovamento della Chiesa, abbiamo pensato che era importante riflettere sui nuovi stili di Chiesa per poi diffonderli nelle nostre diocesi.

Uno degli obiettivi del laboratorio è stato quello di riflettere e recuperare la grande categoria conciliare di Chiesa come  popolo di Dio, dove tutti devono sentirsi parte della Chiesa di Gesù Cristo: dal papa al più piccolo cristiano, superando la tentazione di ridurre la Chiesa alla gerarchia ecclesiastica. Inoltre, una Chiesa che deve vivere nel mondo e non fuori dal mondo, ossia una Chiesa incarnata nella storia contemporanea, realizzando quell’attitudine voluta dal Concilio Vaticano II: “Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla Vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore” (Gaudium et Spes 1). L’obiettivo di questa riflessione era quello di intravedere un nuovo stile di essere Chiesa oggi.

I partecipanti al laboratorio sono stati 50 membri degli uffici diocesani, rappresentando le 70 diocesi che fanno parte della Rete, dal nord al sud (da Bolzano a Siracusa) e dall’ovest all’est da (da Cuneo a Venezia) d’Italia: un volto ormai nazionale della Rete Interdiocesana.

Anche quest’anno abbiamo deciso di realizzare il convegno annuale della Rete in forma di laboratorio, in modo da utilizzare una metodologia più partecipativa. Infatti, si è  partiti da approfondimenti fatti da due relatori per poi continuare con il lavoro in gruppi, accompagnati da facilitatori, per poter identificare delle piste pastorali in modo da poter aiutare le nostre comunità cristiane a vivere nel quotidiano e nel concreto un nuovo stile di Chiesa.

Le prima relazione della biblista Rosanna Virgili ci ha aiutato a recuperare la dimensione profetica della Bibbia come guida per poter essere oggi una Chiesa davvero profetica. È stato sottolineato che i profeti erano impegnati a sradicare il male presente nel popolo di Dio, in varie forme e strutture, per poter piantare e far crescere il nuovo. Gesù Cristo ha dovuto affrontare le autorità religiose del Tempo di Gerusalemme che era stato strutturato in maniera diabolica. Infatti avevano trasformato la casa di Dio in una spelonca di ladri, mentre Gesù Cristo ha dato la vita per poter far crescere il Regno del Padre.

La voce laica di Paolo Cacciari, impegnato nei movimento sociali e nella società civile organizzata, ci ha stimolato ad essere incarnati in questa realtà che ha risvolti drammatici come l’emergenza ecologica, dove noi come umani siamo diventati il vero pericolo e la prima minaccia contro la vita del pianeta terra; oppure come le nuove forme di schiavitù promosse da meccanismi economico-finanziari.

Le due relazioni hanno stimolato il lavoro dei gruppi mediante quattro approcci differenti (il mandato dei laici, il profetismo, fonte e segni di speranza, esperienze di popolo di Dio), uno per ogni gruppo. Si è cercato anche di cogliere quella nuova realtà ecclesiale promossa dal basso che sta promuovendo nuovi stili di Chiesa. Il secondo momento del lavoro, mediante un rimescolamento dei gruppi in modo che in ogni nuovo gruppo ci fossero membri che hanno approfondito uno dei 4 approcci, si è concentrato sul tentativo di identificare quali cammini concreti potrebbero diventare gli impegni della Rete fino alla fine del 2014. Si è deciso di definire poche proposte concrete per non perderci in una marea, senza riuscire poi a concretizzarne nessuna, ma riuscendo a fare un passo in avanti, aggiungendo un tassello verso il traguardo di un nuovo stile di Chiesa.

            Alla fine del laboratorio abbiamo raggiunto l’obiettivo che ci eravamo dati: un breve documento programmatico, contenente le motivazioni profonde che ci portano ad impegnarsi e le proposte concrete che possono delineare la nostra azione quotidiana.

Il documento programmatico è il risultato del lavoro dei 4 gruppi, realizzato in due modalità, ma anche dell’assemblea conclusiva che si è confrontata sulla bozza del documento programmatico, modificandola fino ad arrivare al consenso e alla sua approvazione.

Infine, il laboratorio è stato anche un bel momento di incontro e di convivialità tra i membri della Rete, essendo l’unico momento annuale di tutta la Rete, mentre le altre riunioni avvengono nella 4 aree della Rete: Centro-Nord, Adriatica, Tirrenica e Siciliana.

La Rete Interdiocesana Nuovi Stili di Vita sta crescendo, ma soprattutto sta coinvolgendo sempre più le proprie realtà diocesane ad assumere nuovi stili di vita, come pure nuovi stili di Chiesa.

I risultati del laboratorio di Roma sono presentati nel documento programmatico (vedi sotto).

 

 

RETE INTERDIOCESANA NUOVI STILI DI VITA

Volto ecclesiale, giovani e adulti, e Rete anche in Sardegna

 

Abbiamo diversi giovani che fanno parte della Rete Interdiocesana Nuovi Stili di Vita, perché sono membri e collaboratori negli uffici diocesani delle diocesi. Il campo estivo per giovani da 18 a 35 anni, promosso e realizzato dalla Commissione diocesana Nuovi Stili di Vita di Padova, con la collaborazione della Pastorale Sociale e del Lavoro di Foligno, ha raccolto subito dopo due importanti frutti. I giovani della diocesi di Lanciano-Ortona, che hanno partecipato al campo estivo, hanno promosso subito dopo un gruppo giovanile diocesano con l’impegno di animare tutta la diocesi per la pastorale dei nuovi stili di vita. Un altro giovane di Vicenza, ritornando a casa, è diventato uno dei protagonisti, insieme con altri giovani, del percorso di rinnovamento della commissione della diocesi per i nuovi stili di vita, che era inattiva da alcuni anni a causa dell’obesità di impegni personali dei loro membri.

            Con la presenza numerosa dei giovani, la nostra Rete Interdiocesana ha assunto davvero un volto di Chiesa che abbraccia tutti: non solamente i presbiteri, ma i diaconi, i religiosi e le religiose, i tanti laici adulti e giovani, come pure la presenza femminile che è numerosa. Tutto viene vissuto nello stile sinodale, partecipando anche nelle decisioni mediante il metodo consensuale. É importante sottolineare che andiamo oltre alla dinamica sinodale, arrivando a quella conciliare, perché le decisioni vengono approvate dall’assemblea. 

            Dopo la Sicilia, con una bella area sicula composta da 6 diocesi, anche la Sardegna sta cominciando i primi passi per poter far parte della Rete Interdiocesana Nuovi Stili di Vita. Alcuni diocesi, come Sassari, Cagliari e Oristano, hanno iniziato alcuni percorsi sui nuovi stili di vita, accompagnate dalla Rete Interdiocesana. Per cui, nel futuro avverrà anche la formazione di un’area sarda della Rete.

 

 

 

            I

DOCUMENTO PROGRAMMATICO

 

Continuamente nella storia il Signore raduna la Chiesa come suo popolo, tramite la Parola che ci sprona alla custodia del Creato (cfr. Omelia di Papa Francesco, 19 marzo 2013), per essere nel mondo fermento del Regno di Dio. Come Rete Interdiocesana Nuovi Stili di Vita, vogliamo rispondere sempre meglio a questa chiamata, uno dei punti focali del Concilio Vaticano II.

 

Motivati:

ñ  dalla testimonianza della prima comunità cristiana (Atti 2 e 4);

ñ  dalla forza del profetismo che ci chiama a “sradicare e demolire per edificare e piantare” (cfr. Geremia 1,10);

ñ  dalla certezza della presenza del Regno di Dio in mezzo a noi.

 

Concretamente proponiamo di:

  1. favorire le “piccole comunità cristiane”, che si pongono in ascolto della Parola, aperte al mondo e alla vita quotidiana, come fermento della Chiesa locale;
  2. promuovere esperienze che aiutino a riscoprire la logica del dono e della gratuità per una nuova economia delle relazioni, superando l’attuale visione consumistica;
  3. essere presenti nel mondo mediante l’ascolto delle grida della terra e degli inermi, vittime della crisi, della mancanza di lavoro e delle dipendenze;
  4. denunciare il mercato del sacro e chiedere una gestione economica trasparente nella Chiesa perché sia povera e libera.

 

La Rete s’impegna, durante l’anno 2014, a favorire lo scambio e la verifica sulle esperienze  realizzate a partire dalle quattro proposte.

 

 

Roma, 13 ottobre 2013

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