La nostra sopravvivenza, “senza pensioni”

Un libro da leggere… “Senza Pensioni - Tutto quello che dovete sapere sul vostro futuro e che nessuno osa raccontarvi”, di Walter Passerini & Ignazio Marino, edizioni Chiarelettere
4 dicembre 2013 - Angelo Farano

 

Le svolte epocali si hanno “quando non cambiano solo le cose, ma anche le teste per capirle” (Vittorio Foa, politico, giornalista, scrittore, onesto fondatore della prima Repubblica Italiana). In effetti, la cattiveria e secondo alcuni il sadismo espresso dal governo Monti nei confronti della classe lavoratrice tutta, da quella media in fase di impoverimento a quella proletaria già povera di suo ma che il governo sta ulteriormente affondando, non nasce dal nulla. È solo il prodotto più elegante della destra peggiore che l’Italia abbia mai avuto al governo e che la sua popolazione abbia mai avuto il coraggio e l’inettitudine di votare, sostenere ed idolatrare. Ed è il prodotto di trent’anni di neoliberismo e di distruzione di qualsiasi cosa abbia a che fare con la dignità delle persone, lavoratori o semplici cittadini che siano, iniettato nelle teste di tre quarti degli italiani attraverso trent’anni di tv privata nazionale e dei suoi programmi sempre più deficienti e deficitari in termini di cultura e crescita civile della popolazione spettatrice. Chi ricorda la televisione dell’epoca d’oro, sa e ricorda di cosa stiamo parlando, e della gravità di quello che è stato fatto in seguito. Fatta la dovuta premessa e constatato che solo la Fiom e la cara Cgil hanno fin’ora contrastato gli effetti politici, culturali e sociali di quello che stava avvenendo, andiamo al tema del giorno. Ovverosia a quello che si riaffaccia da trent’anni ogni volta che c’è da promuovere una nuova Finanziaria e risanare il bilancio. C’è chi pensa alla redistribuzione del reddito, al taglio delle follie speculative e cannibale (chiamarli “stipendi” quelle “paghe” così fuori misura spiace ma non è possibile per chi ancora risulta sano di mente), alla patrimoniale e a una fiscalità che veramente funzioni e venga fatta funzionare… c’è chi invece, quei governanti prima citati, si diverte a rivolgersi sempre alle nostre –eventuali – pensioni. Tra l’altro, dicendo che lo fanno sempre per noi “giovani”,  quando chi si interessa veramente sa che siamo e saremo i più penalizzati, perché andremo – sempre che ci riusciamo e saremo ancora in vita- in pensione con – se tutto va bene- il 50% dell’ultimo salario. Ovverosia a qualcosa di meno o pari all’attuale pensione sociale. Ma fra oltre quarant’anni. Ecco che un libro come “Senza Pensioni - Tutto quello che dovete sapere sul vostro futuro e che nessuno osa raccontarvi”, di Walter Passerini & Ignazio Marino, per le edizioni Chiarelettere, torna molto utile per capire realmente la gravissima situazione alla quale ci hanno portato e lo stato di indigenza ovverosia di povertà, alla quale ci hanno destinati. “Siamo giunti al capolinea di una situazione che è il prodotto dell’incoscienza e dell’irresponsabilità. Siamo alla vigilia dello scoppio della bomba previdenziale e nessuno fa niente”. Così Walter Passerini, giornalista specializzato in economia e curatore dell’inserto Tuttolavoro de La Stampa, delinea gli scenari futuri del nostro sistema previdenziale. In realtà, tutti cercano di fare qualcosa, in senso ancor più peggiorativo, ma lo fanno. Chiedere agli esodati, cioè a quelli che ora grazie al governo Monti-Berlusconi si ritrovano senza pensione, senza lavoro, e senza alcun sussidio, se non sia così. In “Senza Pensioni”, scritto a quattro mani con Ignazio Marino, esperto di professioni e previdenza, il giornalista traccia il ritratto impietoso del sistema pensionistico italiano, sul punto di esplodere e destinato a creare ben presto sgradite sorprese a lavoratori pubblici e privati, atipici e precari, liberi professionisti, artigiani e commercianti. Si scopre e capisce, del perché – e con dati, cifre e storia – i giovani temporanei e precari, non riuscendo ad accumulare un numero significativo di contributi, faranno la fame alla morte dei loro genitori e di chi fin’ora ha dato loro una mano (sempre che non si rivoltino prima…). Ma che, al tempo stesso, la loro aliquota contributiva sia la più alta in assoluto, se si esclude gli edili, in rapporto a quella dei dirigenti e di tutti i professoroni di questo triste e cattivo Paese. E che con quella contribuzione precaria viene pagata e sorretta la pensione di questi ultimi, sempre fissi e liberi da ogni preoccupazione. Un esempio su tutti è il fondo pensione dei dirigenti industriali, l’Inpdai,  che nel 2002-2003 venne fatto confluire nell’Inps con la bellezza di 700 milioni di disavanzo…per garantire che a lorsignori si continuasse a versare quello e tanto altro che a noi “precari” nella sopravvivenza dell’oggi, più che nel possibile lavoro del domani, non verrà mai dato. È un libro importante e ben fatto, perché agile e scorrevole, nonostante la materia trattata. È un libro da leggere e far leggere, a chi ancora si illuda e vedendo solo i vari Pomeriggi cinque, crede ancora che l’asse Monti – Berlusconi sia lì per il nostro bene e non per rovinarci quel poco di salute e di vita che ci è rimasta. 

Ultimo numero

Rigenerare l'abitare
MARZO 2020

Rigenerare l'abitare

Dal Mediterraneo, luogo di incontro
tra Chiese e paesi perché
il nostro mare sia un cortile di pace,
all'Economia, focus di un dossier,
realizzato in collaborazione
con la Fondazione finanza etica.
Mosaico di paceMosaico di paceMosaico di pace

articoli correlati

    Realizzato da Off.ed comunicazione con PhPeace 2.7.15