Nuove elezioni per riforme condivise
I giuristi dei
Di fronte all’acuirsi dell’emergenza internazionale e all’attuale fase storica del sistema politico italiano caratterizzata da una profonda crisi della rappresentanza - esplicitata anche nella nota sentenza della Corte - così come dal discredito della politica e dal crescente distacco dei cittadini dalle Istituzioni, ritengono che sia opportuno rinviare riforme costituzionali che, al di là del merito delle stesse su cui si danno opinioni molto diversificate, non appaiono idonee ad affrontare i nodi reali, e che si giunga invece in tempi ravvicinati a nuove elezioni politiche.
Queste dovrebbero svolgersi sulla base di un sistema proporzionale, senza premi di maggioranza, sia pure con una ragionevole soglia di accesso. Un tale sistema sarebbe preferibile non tanto perché in assoluto migliore di altri, quanto perché, nell’attuale fase, consentirebbe di rappresentare meglio il Paese nella varietà delle sue articolazioni e di favorire le convergenze necessarie a formare maggioranze e governi non condizionati da populismi oggi pericolosamente crescenti.
Il nuovo Parlamento così eletto potrebbe essere in grado di realizzare indirizzi e misure capaci di rilanciare e attuare i permanenti valori della Costituzione, primi tra questi la dignità della persona con la centralità del lavoro e l’effettività della libertà e dei diritti sociali, l’eguaglianza, la corresponsabilità politica di tutti i cittadini e la costruzione della pace.