Corpi civili di pace: Analisi, Problemi e Proposte

Intervento al convegno di Vicenza 17 dic. 2014
Drago Antonino (già docente di Peacekeeping e Peacebuilding all’università di Pisa e primo Presidente del Comitato ministeriale per la Difesa alternativa )

Corpi Civili di Pace o Interventi Popolari Nonviolenti?

Analisi

Il Movimento per la Pace italiano nel 1992 ha saputo cambiare rapidamente strategia contro la guerra: da quella Est/Ovest a quella in ogni Paese del mondo.

- Interventi di convivenza-solidarietà con i più deboli, o da neutrali o da equivicini, o come mediatori.

- Pur effettuati col visto turistico, autofinanziati e in piccolo, sono stati numerosi e rilevanti.

- Sono avvenuti in tutti i tipi di guerre: orizzontali, verticali, per procura, periferiche, intrastato (più tipi di quelli in cui interviene l’ONU).

- Coordinamento (anche europeo) degli Enti di intervento nonviolento.

Conquiste giuridiche sugli interventi nonviolenti per la pace:

- L’Agenda per la Pace dell’ONU (1992) ha stabilito che il peacekeeping non armato è di pari importanza di quello armato.

- La costituzione italiana  all’art. 11 ripudia la guerra e cede parte della sua sovranità agli organismi internazionali (all’ONU, non alla NATO !).

- La Corte Costituzionale ha stabilito che la difesa non armata è di pari rilevanza giuridica della difesa armata (varie sentenze, dalla 460/1985 alla 228/2004).

Problemi con le istituzioni statali

1) Lo Stato italiano: non ottempera all’art. 46 della Carta ONU (cedendogli parte dell’esercito);

è andato contro la Costituzione abolendo (“sospendendo”) la leva, in modo da abolire gli obiettori di coscienza;

va contro le sue leggi: la 230/98 sull’obiezione di coscienza (abrogata) e la 64/2001 sul SC volontario, della quale non vuole attuare la prima finalità: la difesa alternativa in Italia e all’estero;

non vuole istituire una organizzazione territoriale di Protezione civile (che sarebbe una prima forma di difesa alternativa), benché nelle calamità naturali l’esercito (ora professionale) non venga più in soccorso.

2) L’attuale Servizio Civile è stato organizzato secondo una formula anomala (unica n Europa). Lo Stato propone alle Ass. di SC manodopera gratuita per coprire la sua volontà negativa sul suo problema politico di rinnovare la difesa della Pace, scaricandolo su di esse. (Qui non vale la sussidiarietà, come col problema delle tossicodipendenze diffuse sul territorio, dove lo Stato non è riuscito; perché il problema della difesa alternativa è della amministrazione centrale e lo Stato non ci ha provato). E’ una classica esternalizzazione e privatizzazione, che lascia i SC.isti senza un contratto pubblico, senza figura giuridica. Bastianini (Prot. Civile): “E’ il SC à la carte” per soddisfare il pozzo dei desideri delle Associazioni e calmierare un pochino la disoccupazione giovanile. Così non permette ai SC di andare all’estero in nome dello Stato italiano.

Controprova: Nel dic. 2013 la legge di stabilità ha stanziato 9 milioni per 500 SC.isti per azioni di pace all’estero. Dopo un anno lo Stato non ha fatto nulla, né le Associazioni hanno proposto chiare azioni di pace all’estero sulle quali mobilitare i volontari e l’opinione pubblica. 

3) I lavori del Servizio civile nazionale che dovrebbero essere solo lavori straordinari, stanno rubando (vedi Garanzia Giovani) posti di lavoro a padri di famiglia, per coprire la inefficiente assistenza dello Stato sociale,

Proposte

- alle Regioni. Rivendicare ad oltranza: a) il SC di tipo sociale sul territorio, lasciando allo Stato solo il SC per i compiti  nazionali straordinari: difesa alternativa, difesa ecologica. b) la somma degli 80 euro al SC, che (secondo l’economista Deaglio 19-11-14) avrebbe inviato 200.000 SC.isti (a 800 euro al mese!) e avrebbe aiutato di più la ripresa dell’economia nazionale.

- all’UNSC: invece di rinnovare un Comitato Dcnanv, che dopo dieci anni non ha mai compiuto esperienze rilevanti di difesa alternativa, istituire il Responsabile nazionale della difesa alternativa.

- al Movimento per la Pace: chiedere a) la riapertura dell’Albo nazionale degli obiettori di coscienza a chi, specie se SC.ista, voglia fare registrare il proprio diritto soggettivo alla Pace; b) l’invio dei i 500 SC.isti della legge di stabilità 2013 a collaborare con l’ONU nella base mondiale delle sue operazioni di peacekeeping, a Brindisi. 

- ai SC.isti: rivendicare a) la somma a degli 80 euro, b) un chiaro status giuridico a contratto pubblico temporaneo e c) l’invio a Brindisi per lavorare per la Pace nel mondo.

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