I diritti della Madre Terra
“Abbiamo voluto celebrare la giornata della donna riscoprendo il legame strettissimo “DONNA-TERRA MADRE”: si è trattato di un progetto che ha visto lezioni e approfondimenti svolti in classe da cui sono scaturite attente riflessioni degli alunni – ha spiegato la prof.ssa Anna Rotundo, responsabile dell’iniziativa – realizzando un obiettivo didattico importantissimo per il nostro Istituto che menziona tra i suoi indirizzi di studio proprio le parole “AMBIENTE e TERRITORIO”: educarci ad abitare la Madre Terra, a prendersene cura e a rispettarne i beni, acquisendo una coscienza disincantata riguardo allo stato di salute del pianeta, maturando consapevolezza circa il legame DONNA-TERRA, entrambe datrici di vita.
La “ Madre Terra”, cantata da san Francesco d’Assisi nel Cantico delle Creature, è diventata tristemente solo fonte di materie prime e gli esseri umani mezzi di produzione e consumatori, persone che valgono per quello di cui sono in possesso e non per quello che sono. Ci si dimentica che il legame donna-terra ha radici profonde: dai tempi del patriarcato così come l’uomo era proprietario della terra, in egual modo era proprietario della donna, ed entrambe vengono spesso “utilizzate”. La donna non viene più considerata in termini di “creatrice e sostenitrice della vita” ma viene vista come una risorsa da sfruttare. “L’offerta didattica e formativa di tutti i docenti dell’IIS dà molta attenzione a condividere eco-sostenibilità e nuove proposte ecologiche: nel corso del convegno si è proiettato un video elaborato dai ragazzi realizzato con bellissime foto da loro stessi scattate al parco della Biodiversità di Catanzaro. Questo è un luogo in cui si rispetta la natura, attraverso l’utilizzazione di veicoli elettrici a emissione nulla, il disuso di antiparassitari, la riutilizzazione degli scarti di potatura, il sistema d’irrigazione a basso consumo d’acqua, l’esposizione di soli animali nati in cattività e impossibilitati a vivere liberi.
L’incontro con gli alunni è stato arricchito dalla presenza della sociologa Paola Marchio, la quale ha illustrato come “fin dalla preistoria esiste un legame tra la terra e la figura della donna: infatti la terra come la donna rappresenta la madre dell’umanità che con i suoi frutti provvede al sostentamento dei suoi figli. la donna è stata violata e maltrattata, anche la terra ha dovuto pagare il prezzo della supremazia dell’uomo sull’ambiente che col suo operato ha intralciato sia lo sviluppo della natura che il progresso femminile. La terra violata, maltrattata e sfruttata non regge più i ritmi del nostro egoismo. Sarebbe ora che l’uomo prendesse reale coscienza dei suoi limiti attraverso opere che mirino in primo luogo alla responsabilità. In particolare, ad esempio, le donne del nostro tempo dovrebbero partire alla conquista della propria identità, continuare sulla strada che le ancòri autenticamente alla loro natura ed essenza. Così facendo, ritornando all’essenzialità della vita, la donna potrebbe aprire nuovi orizzonti di rispetto e cultura della madre terra”.
Il dibattito in aula è stato arricchito da un interessante intervento del prof. Giuseppe Muraca, docente di italiano del Petrucci, sul valore del Mediterraneo, come culla e incontro di civiltà, attualissimo e da riscoprire negli attuali scenari socio-politici.
Ha partecipato all’incontro anche una ex-alunna del Petrucci, Caterina Remorgida, che insieme a Paola Marchio, fa parte oggi dell’associazione “GIOVANI MCL” di Catanzaro, un gruppo di giovani animati da tanta buona volontà e con tante iniziative in programma per cambiare in meglio la città di Catanzaro.
Come dice San Francesco d’Assisi, ma anche la scienziata Vandana Shiva, la Terra è nostra madre, ed è nostro dovere di figli riconoscerla e proteggerla: ogni cosa che abbiamo la dobbiamo a lei: solo così le riconosceremo la sua inviolabilità. Ghandi lo ha affermato chiaramente. “ La Terra ha abbastanza per soddisfare i bisogni di tutti, ma non per l’avidità di pochi”.
Questa è la strada per vivere e amare in un’economia che non sia un’“ECONOMIA CHE UCCIDE”, come sottolinea Papa Francesco, ma che sia un’economia solidale e veramente umana, in un nuovo modello di sviluppo basato sul rispetto dei diritti umani e dell’ambiente, e più in generale della Madre Terra.