Sui sentieri di Pax Christi
(Napoli, 25-26 aprile 2015)
Carissimi amici di Pax Christi,
nel darvi per la prima volta come presidente (dal 12 novembre 2014…) il mio benvenuti a questa annuale assemblea nazionale, che mi consentirà di conoscere ancora di più questa grande famiglia, avverto anche il bisogno di dirvi GRAZIE!
Per l’accoglienza riservatami, per i primi inviti che mi stanno pervenendo dai vari Punti Pace e, soprattutto, per il vostro impegno di ‘irriducibili’ sognatori e, allo stesso tempo, seminatori e coltivatori di pace.
Sin dal mio primo saluto, vi dicevo che avevo accettato la nomina perché in qualche modo già ci conoscevamo e incoraggiato dalla vostra simpatia vi dicevo che mi affiancavo in questo cammino condividendone attese e speranze.
Da Vicenza a Firenze, dalla Striscia di Gaza a Gravina in Puglia e ora qui per incontrarvi e incontrarci, per un confronto e per un ripartire.
Non vogliamo essere estranei, oggi 25 aprile, a quanto si sta celebrando in Italia in questo 70° della Liberazione dal nazifascismo per un Paese che ritrovi la sua identità alla luce del passato: un’identità di Paese libero, che sa riconoscere i diritti di tutti, specialmente delle fasce e dei gruppi meno favoriti.
È anche il 70° di Pax Christi Internazionale e il 60° di Pax Christi Italia.
Sì, perché siamo chiamati a riconfermare la nostra fedeltà agli ‘ideali’ di Pax Christi, a essere non solo un movimento ma in movimento per vigilare, “denunciare, annunciare, rinunziare” (il trinomio caro a don Tonino Bello, a 22 anni dalla sua morte).
“Denunciare” il permanere di una logica di guerra come via per la risoluzione dei problemi e smascherarne le ipocrite motivazioni ‘umanitarie’.
“Denunciare” e tenere sempre desta l’attenzione su quanto sta accadendo, nel silenzio generale internazionale, in Israele e in Palestina. Forse la parola “genocidio” dei palestinesi è un po’ troppo ma quello che ho visto con i miei occhi è molto vicino alla realtà.
“Denunciare” tra le chiacchiere, le paure, i rigurgiti di xenofobia e di razziamo, piò o meno latenti, che il “mare nostrum” è diventato “mare monstrum” per come sta ingoiando ogni giorno centinaia e centinaia di fratelli e sorelle in fuga dai loro paesi per le condizioni inaccettabili di vita.
Pax Christi, in nome del Dio della Pace, sta parlando con i suoi comunicati, non stiamo in silenzio, con varie iniziative, soprattutto nei punti pace, desidero incoraggiare a tenere alta l’attenzione, e a indicare percorsi di riconciliazione, di accoglienza e di integrazione.
Ho letto con molta attenzione quanto è stato raccolto nei questionari sulle attività dei vari gruppi…
Forse, permettetemi, occorrerebbe un ‘ringiovanimento’ del movimento con un forte invito a essere in mezzo ai giovani per rilanciare la passione per la pace.
Infine, la questione CASA PER LA PACE: non è questione di vita o di morte per il movimento ma un punto di sosta, una ‘tenda’ per sentirci a casa nostra e far sentire a quanti ci entreranno che sono i benvenuti!
È una questione che è bene portare a definitiva soluzione e quanto in questa assemblea è stato proposto è bene che ognuno di noi possa impegnarsi e impegnare amici.
Buona continuità di cammino!