SAHRAWI

Non tutti i muri sono crollati

Patrizia Minella

Si è svolto sabato 9 maggio 2015 nell’aula consiliare del Comune di Sesto San Giovanni il convegno “Sahrawi: non tutti i muri sono crollati”, organizzato dal Coordinamento regionale lombardo di solidarietà al popolo sahrawi. Esso annovera tra i suoi membri i comuni di Sesto San Giovanni (a cui va la presidenza), di Cinisello Balsamo, di Monza e (last but not least) di Milano, l’istituto comprensivo don Milani della città di Sesto, in cui sono ospitati dal 2008 nel mese di luglio dieci Piccoli Ambasciatori di Pace del popolo sahrawi, e parecchie associazioni lombarde (Fadel Ismail, Mauja sahrawi, Karama, Rio de Oro, Unaltromondoonlus, Cespi, la ONG Africa 70-di Mantova, Nembro, Gavardo, Sesto San Giovanni, Monza) che condividono l’accoglienza dei bambini e il supporto alla giusta causa del popolo sahrawi.

Il Sahara Occidentale, ex colonia spagnola, è ancora definito dall’ONU come l’ultima colonia d’Africa, definizione condivisa dall’Unione africana, poiché è stato in parte invaso, nelle sue zone economicamente più interessanti, dal vicino Marocco. Un sistema di muri lunghi in tutto 2700 Km e disseminati da milioni di mine antiuomo è stato costruito per dividere la popolazione sahrawi tra i rimasti nella zona dominata dal Marocco e i profughi fuggiti sotto i bombardamenti e stabiliti  in territorio algerino in cinque grandi campi profughi vicini a Tindouf. La scelta pacifica attuata dal 1991 dall’autocostituitasi Repubblica Araba Sahrawi Democratica con un cessate il fuoco che rimandava all’attuazione di un referendum per l’’autodeterminazione e le innumerevoli risoluzioni ONU, l’ultima reiterata il 28 aprile 2015, non sono servite a ridare al popolo sahrawi la sua terra, né a obbligare il Marocco a proclamare il referendum per l’autodeterminazione, né a proteggere i sahrawi rimasti nei territori occupati dai marocchini da continue violazioni dei diritti umani e da una feroce repressione.

Il convegno ha visto la presenza delle istituzioni locali e della vicepresidente del Consiglio regionale della Lombardia in qualità soprattutto di chairmen e di giornalisti (Giorgio Fornoni di Report), docenti e ricercatori universitari che hanno contribuito a chiarire dal punto di vista geografico, storico politico e del diritto internazionale la incancrenita situazione in cui sopravvive il popolo sahrawi. Giorgio Fornoni ha proiettato una sua video inchiesta sul muro sahrawi, rientrante nella puntata della trasmissione Report di rai3 dal titolo “Chi è l’ONU?” del lontano 2004, da cui nulla è cambiato. L’intervento di Dino Gavinelli, professore associato di Geografia alla Scuola di Scienze della Mediazione linguistica e culturale di Sesto San Giovanni ha chiarito i molteplici intrecci tra i concetti di confine e frontiera, tra geografia, economia e potere, che oggi permettono di capire meglio il mondo in cui viviamo e le forze che ostacolano la libertà dei popoli. Jolanda Guardi ha tracciato una breve, ma documentata relazione storica sulle vicende coloniali nordafricane che hanno interessato anche il Sahara occidentale e Mara Valenti si è addentrata nei meandri del diritto internazionale per darci una visione chiara del legittimo diritto del popolo sahrawi alla sua terra. Le testimonianze di Khandoud Hamdi e di Fatima Mahfud, rappresentanti del Polisario a Milano e a Roma hanno reso reali i discorsi teorici. Dal convegno è nata la proposta di candidare, per la sua lunga storia di resistenza nonviolenta, che dura ormai da 25 anni, il popolo sahrawi al Nobel per la Pace. Dai comuni presenti è stata lanciata l’idea che l’ANCI si faccia portavoce della causa sahrawi presso il parlamento italiano. L’attiva presenza, per quasi l’intera giornata, delle persone iscritte al convegno e l’intervento spontaneo di una giovane sestese che invitava a uscire dal palazzetto comunale per far conoscere anche ai nuovi cittadini sestesi provenienti dal nord-Africa la vicenda di resistenza che vivono anzitutto le donne e i bambini del popolo sahrawi ci hanno commosso a sperare e lavorare ancora per un esito possibile della giusta causa del popolo sahrawi. Dal convegno è nato l’appello di tutte le associazioni aderenti al coordinamento lombardo di solidarietà che potete leggere alla pagina facebook dell’associazione Karama.

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