Trofeo della Pace: sport, amicizia e integrazione
Alla fine la spunta il Real Monza. Ad aggiudicarsi il Trofeo della Pace 2015, decima edizione del torneo interetnico di calcio a 7, è una delle due squadre formate dagli studenti del centro provinciale per l’alfabetizzazione, ex istituto Confalonieri. Sono state disputate domenica 21 giugno presso lo stadio Sada di Monza le ultime partite della manifestazione organizzata dalla UPF Universal Peace Federation, che ha visto scendere in campo ragazzi di oltre 15 nazionalità differenti, alcuni di loro profughi da poco giunti in Italia, schierati nelle squadre del Centro Mamma Rita (CMR 50), dell’Oratorio San Francesco di Muggiò, del CPIA Monza e Brianza e del già citato Real Monza.
Il pomeriggio si è aperto, in realtà, con le partite del triangolare Freedom Cup, che hanno visto sfidarsi le squadre di Sudamerica, UPF Italia e Tibet. Vincitori della coppa i giocatori della UPF Italia, che in campo hanno letteralmente spadroneggiato, rifilando prima un secco 6 a 0 al Sudamerica, quindi a seguire dopo una breve pausa – giusto il tempo di tirare il fiato – un 4 a 0 alla squadra del Tibet. Secondo posto per il Sudamerica, che ha sconfitto per 2 a 1 in un match decisamente più equilibrato i giocatori tibetani, che pure potevano contare sul sostegno di mogli e figli, che hanno accompagnato la squadra in questa ‘trasferta’.
Per loro il pomeriggio monzese ha rappresentato soprattutto un momento di incontro e l’occasione per un popolo di fatto esiliato dalla propria terra di ritrovarsi insieme. “Veniamo da tutta la Lombardia”, racconta una delle supporter più scatenate, “qualcuno persino da Verona. Ma per noi il Trofeo della Pace è ormai diventato un appuntamento a cui non possiamo mancare”. L’UPF, invece, accoglie un misto decisamente vincente, di tante nazionalità: italo peruviani giocano al fianco di italo cinesi e italo tedeschi, e sembrano capirsi decisamente bene, non solo in campo.
Terminato il triangolare, è stata poi la volta degli ultimi combattuti incontri del Trofeo della Pace vero e proprio: il match tra Oratorio San Francesco e Real Monza e quello tra CMR 50 e CPIA Monza e Brianza. Questa, al termine della giornata, la classifica finale: Real Monza (7 punti) CMR 50 (6 punti) CPIA Monza (2 punti) Oratorio San Francesco (1 punto)
“Lo sport ha il potere di cambiare il mondo e unire la gente”, afferma Carlo Chierico, Presidente di UPF Monza, al momento delle premiazioni. “Lo diceva Nelson Mandela e noi lo abbiamo dimostrato anche quest’anno, ancora una volta. Per questo voglio rivolgere un pensiero al fondatore di Universal Peace Federation, il reverendo Moon: è per merito suo che è nata la prima Peace Cup, cui si ispira il nostro Trofeo della Pace”.
A premiare gli atleti sono Silvano Appiani, Consigliere Delegato allo sport del Comune di Monza, Martino Cazzaniga, VicePresidente del comitato brianzolo UISP, e Pierluigi Frosio, il testimonial di quest’anno, ex giocatore di serie A e capitano del Perugia dei record. È stato lui a dare il calcio di inizio della prima partita del pomeriggio ed è a lui che, al termine del torneo, spetta il compito di designare il miglior giocatore: ad aggiudicarsi il premio è Ismail del Centro Mamma Rita.
“Il torneo interetnico è una bellissima iniziativa, che permette di riunire qui, su un campo da calcio, ragazzi provenienti da tutto il mondo, a volte con storie difficili alle spalle”, commenta Pierluigi Frosio. “Non so se qualcuno di loro giocasse a calcio anche al proprio paese, probabilmente molti non avevano molta dimestichezza con il pallone, ma in un contesto come questo l’aspetto puramente agonistico passa in secondo piano. L’importante è che questi ragazzi tanto diversi fra loro abbiano potuto trascorrere un bel pomeriggio insieme. Nel rispetto reciproco e dei valori migliori dello sport”.
E alla fine a vincere è proprio lo sport migliore, quello allegro e colorato, fatto di divertimento, sana competizione e tanta voglia di stare insieme. La lunga giornata finisce con un semplice rinfresco a base di pizza, dolci e bibite, tra cui un apprezzato karkadè fatto in casa da Abi e Gnima, mamma e figlia originarie del Senegal, per continuare fina a sera a condividere l'esperienza appena vissuta e scambiarsi i numeri di telefono, perché l'amicizia, iniziata su un campo di calcio, continuerà anche dopo.
Lo stesso spirito e la stessa amicizia si erano riscontrati durante il torneo interetnico di pallavolo femminile, tenuto presso la palestra della scuola media Zucchi, sempre a Monza, domenica 7 giugno, in giornata unica con 4 squadre e tanti tifosi ad incoraggiarle. Dopo il sorteggio e il fischio d'inizio le partite si sono susseguite tra battute, schiacciate e muri sotto rete.
Ci si incoraggia, tra compagne di squadra. Se la palla cade a terra, non ci si perde d'anima, si è sempre pronte a ripartire, a tuffarsi e a saltare. Ad ogni punto segnato ci si riunisce al centro del proprio campo, per esultare insieme. Un movimento che le giocatrici compiono all’unisono, con grazia tutta femminile. Un movimento bellissimo da vedere, soprattutto quando le compagne di squadra hanno la pelle di colore diverso. Un movimento che rappresenta alla perfezione lo spirito del torneo.
E se la UPF è la squadra eterogenea e multietnica per eccellenza, quella chiamata a diventare realmente ‘squadra’ nel momento in cui scende in campo, è impossibile non notare che Egitto e Iran sono ben rappresentati anche all’interno del team delle giovanissime del Regina Pacis. “Anche noi siamo multietniche, io sono calabrese”, scherza poi una delle mamme della Ascot, squadra dell'oratorio di Triante, un quartiere di Monza.
Volti, lingue, inflessioni, età differenti si mescolano sotto rete. Ci si accorge che la diversità è dappertutto, anche all’interno della propria squadra, anche tra quelle sei persone che, ad ogni punto fatto, si uniscono nel centro del campo per esultare. È solo che, a un certo punto, si diventa una squadra. E ci si dimentica di essere tanto diverse. A fine giornata a gioire per la vittoria sono le giovanissime dell'oratorio Regina Pacis di Monza, seconda la squadra chiamata TGIF – sono giovani mamme dell'Associazione La Baita, la sigla in inglese TGIF vuol dire “grazie a Dio è venerdì, giorno in cui si allenano - terze le ragazze UPF, quarte le mamme dell'Associazione Ascot. Ma a vincere davvero, in fondo, è stata la gioia di divertirsi, insieme. E senza barriere.
Intanto si pensa già all'edizione speciale del torneo interetnico, sia di calcio che di pallavolo femminile, che si terrà in occasione della “Settimana della Pace” a Monza dal 19 al 26 settembre.