Il Patto delle Catacombe: 50 anni dopo

2 dicembre 2015 - Gianni Novelli
Fonte: articolo pubblicato su Strumenti di pace

Papa Giovanni XXIII nell’indire il Concilio Vaticano II, cinquanta anni fa, aveva lanciato il programma di una “Chiesa di tutti, Chiesa dei poveri”. Nel dibattito e nei documenti conciliari questo tema aveva faticato a imporsi. Il vescovo brasiliano don Helder Camara che ne era tra i principali promotori aveva allora scelto di sollecitare l’impegno personale proponendo a un gruppo di vescovi la via dell’impegno personale. Il 16 novembre 1965 si riunivano pertanto nella basilica delle catacombe di Domitilla, sulla via delle Sette Chiese a Roma, una quarantina di vescovi, soprattutto delll’America Latina, per celebrare una messa ed alla fine firmare un “Patto” con tredici impegni da vivere nelle proprie diocesi per costruire una chiesa per e con i poveri. L’unico italiano presente era il giovane mons. Luigi Bettazzi, allora vescovo di Ivrea, allievo fedele del card.Lercaro, arcivescovo di Bologna e del suo collaboratore Giuseppe Dossetti. In seguito si aggiunsero altri cinquecento vescovi di diversi Paesi (tra questi il card. Roger Etchegaray, allora vescovo di Marsiglia). Di questo “Patto” si parlò ben poco, anche se alcuni vescovi specialmente latinoamericani, realizzarono coraggiosi programmi pastorali. Tra essi l’argentino mons. Enrique Angelelli, ucciso dai militari in un falso incidente di auto nel 1976, mons. Samuel Ruiz nel Chiapas, don Josè Maria Pires in Brasile. Pressoché unica eccezione a ricordare l’avvenimento fu il giornalista collaboratore del Cipax Luigi Sandri che nella sua monumentale storia dei Concili (“Dal Gerusalemme I al Vaticani III. I Concili nella storia tra Vangelo e potere”, ed. Il Margine 2013, pagg. 617 e ss.) riportò e commentò il testo dei tredici impegni del “Patto delle Catacombe”.

Di tale documento riportiamo solo il preambolo importante per la sua pregnanza: “Noi, vescovi riuniti nel Concilio Vaticano II, illuminati sulle mancanze della nostra vita di povertà secondo il Vangelo; sollecitati vicendevolmente a una iniziativa nella quale ciascuno di noi vorrebbe evitare la singolarità e la presunzione… ci impegniamo a quanto segue”. Si elencavano precise scelte di povertà nell’abitazione, nell’alimentazione, nei mezzi di locomozione, nell’apparenza e nella realtà della ricchezza, negli abiti e nelle insegne di materia preziosa, nei privilegi, nelle proprietà, nei titoli scegliendo solo il titolo di “Padre”, nella richiesta ai responsabili dei governi leggi, strutture e istituzioni sociali fondate sulla carità e la giustizia.

È commovente leggere il testo completo su www.pattodellecatacombe.it

Dopo 50 anni, fortemente influenzati dall’esempio e dall’insegnamento di papa Francesco, alcuni organismi e istituti religiosi, università e riviste (tra queste Mosaico di pace) sono tornati quest’anno a riflettere e informare sull’importante avvenimento. Un grande seminario internazionale si è tenuto a Roma, nella pontificia Università urbaniana il 14 novembre. Mons. Luigi Bettazzi, il novantaduenne vescovo emerito di Ivrea e presidente di Pax Christi è stato il più significativo testimone di quell’evento e di quegli impegni evangelici. Mons. Bettazzi lo ha paragonato a un seme gettato nel terreno che solo ora con il pontificato di papa Francesco porta frutti. A lui si sono unite le voci del teologo salvadoregno Jon Sobrino, collaboratore di mons. Oscar Romero e di Bartolomè Gomez, discepolo di mons. Samuel Ruiz, vescovo del Chiapas; tra gli italiani hanno parlato Alberto Melloni che ha ricordato la storia del Patto nel quadro del Concilio e Raniero La Valle che ha prospetto il progetto di chiesa dei poveri di papa Francesco come maturazione del “Patto”.

La giornata si è conclusa con un bella preghiera centrata sui temi del Patto appositamente composta da don Marco Campedelli di Verona. Notevole è stata pure la collaborazione del Cipax. Immagini e testi sono abbondantemente presenti su internet. Ci si può pure rivolgere a Daisuke Narui jpic@svd.org che con numerosi altri  missionari verbiti ha curato la parte tecnica del seminario.

Particolare importanza ha avuto la pubblicazione “Il Patto delle Catacombe, la missione dei poveri nella Chiesa”, a cura di X. Pikaza e J.A. da Silva in quattro lingue a cura dei Missionari Verbiti la cui traduzione italiana è stata curata dall’EMI.

La mattina del 16, anniversario della firma del Patto, nella basilica costruita sulle catacombe di Domitilla c’è stata una solenne concelebrazione con l’omelia di Padre Jon Sobrino e il commosso ricordo  di mons. Bettazzi che tornava a celebrare su quell’altare dopo cinquanta anni. La sera stessa nelle catacombe di Napoli padre Alex Zanotelli con mons. Raffaele Nogaro, don Luigi Ciotti, don Virgilio Colmegna e lo stesso mons. Bettazzi hanno fatto memoria del Patto attualizzandone i contenuti.

Ovunque si è rinnovato l’impegno ad uscire dalle catacombe e impegnarsi per una Chiesa dei poveri e coi poveri, anche perché solo da loro può venire la sua conversione.

 

PREGHIERA sul Patto delle Catacombe

Don Marco Campedelli

 

Signore, donaci  una casa semplice,

non una reggia, non un palazzo,

perché il più povero non abbia

vergogna di sedere alla nostra mensa

 

Signore, donaci vestiti semplici

fatti di fiori e di foglie,

per avere la dolce dignità degli alberi,

e gli uccelli non abbiano paura

di farsi un nido sui nostri rami

 

Signore donaci la sedia dei poveri,

quella che sta sulla porta di casa,

sulla strada dove passa la vita.

Il trono di Costantino ci ha resi

servi del potere.

I poveri arrossiscono per noi

 

Signore donaci nomi semplici,

stacca da noi i titoli come i quadri

da una parete ammuffita

Apri la finestra affinchè entri il sole 

della giustizia

 

Signore, fa che non siamo in compagnia

dei ricchi, dei potenti, per essere

ricchi e potenti come loro

ma compagni di strada dei poveri

per diventare con la tua grazia poveri anche noi

 

Signore aiutaci a non difendere la dottrina

se questa garantisce solo i nostri privilegi

i nostri pregiudizi sacri, le nostre piccole invidie quotidiane

ma aiutaci a raccontare ogni giorno il Vangelo,

nello stupore, nella pace, nell’amore

 

Signore fa che non siamo mai più complici

della economia che uccide,

della politica dell’esclusione

ma rendici invece banchetto conviviale,

casa di amicizia, spazio della danza

 

Donaci la laicità del tuo figlio

perché non facciamo della religione

un potere che esclude ed umilia

 

Non più nelle catacombe,

ma al sole, nelle strade, sulle piazze,

in mezzo al mare, come migranti

a dire a tutti, a raccontare, a cantare

l’amore che non muore

 

Donaci Signore il vestito della gioia

semplice come la veste

di Dom Helder Camara,

e due occhi grandi come i suoi, e le sue mani

come rami protesi verso il sole

 

Che riconoscano che siamo tuoi, da come ci ameremo,

da come andremo per via,

da come difenderemo la vedova, l’orfano, lo straniero

 

Che il nostro volto sia simile a quello del tuo figlio risorto

dove si specchia senza vergogna

la luna insieme al volto di una donna,

di un povero, di un bambino.

Note

http://www.catacombedinapoli.it/it/patto

http://it.aleteia.org/2015/11/14/nel-patto-delle-catacombe-il-seme-della-chiesa-di-francesco/

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