Il nome di Dio è misericordia
Carmelo, non ti preoccupare se non credi in Dio perché Lui crede in te. (Suor Grazia)
Suor Marie Agnes mi ha mandato il libro-intervista di Andrea Tornielli a Papa Francesco dal titolo: “Il nome di Dio è misericordia” (Piemme) .
Leggo di tutto, ma di solito i libri religiosi li lascio sempre per ultimi. Questa volta, sia perché Papa Francesco mi è simpatico, sia perché ha abolito la pena dell’ergastolo (definendola “Pena di Morte Mascherata”) nella Città del Vaticano, ho letto subito questo bel libro.
Le risposte di Papa Francesco ad Andrea Tornielli riportate sul libro ti illuminano il cuore. Eccone alcune: “Tu puoi rinnegare Dio, tu puoi peccare contro lui, ma Dio non può rinnegare se stesso, Lui rimane fedele. (…) Chi non crede in Dio, non è vero che non crede in niente, perché comincia a credere a tutto. (…) L’amore di Dio c’è anche per chi non è nella disposizione di ricevere il Sacramento. (…) Senza la misericordia, senza il perdono di Dio, il mondo non esisterebbe. (…) Mi spiace di non essere pentito. Quel dispiacere è il piccolo spiraglio che permette al prete misericordioso di dare l’assoluzione. (…) Nel dubbio si decida sempre in favore della persona che è sottoposta a giudizio. (…) Anche san Pietro e san Paolo erano stati carcerati. Ogni volta che varco la porta di un carcere mi viene sempre questo pensiero: perché loro e non io? Io dovrei essere qui, meriterei di essere qui. Le loro cadute avrebbero potuto essere le mie, non mi sento migliore di chi ho di fronte. (…) Non c’è giustizia senza perdono.
Vi confido che fin da bambino in collegio non ho mai avuto simpatia per i preti e le suore. Mi ricordo che a quel tempo la cosa che odiavo di più era che tutte le sante mattine mi portavano di forza in chiesa per ascoltare la messa. Io non avevo mai avuto un’educazione religiosa e non capivo perché dovevo stare in ginocchio davanti a un Signore sconosciuto messo in croce, anche perché a quel tempo pensavo di non aver nulla da farmi perdonare, a parte forse la colpa di essere nato.
E così ho iniziato molto presto a litigare con Dio. Qualcuno in seguito mi ha detto che anch’io alla mia maniera sono credente, perché credo di non credere.
Da grande le cose sono cambiate soprattutto da quando nel 2007 ho incontrato nel carcere di Spoleto Don Oreste Benzi (Fondatore della Comunità Papa Giovanni XXIII) che incredibilmente appoggiò il primo sciopero della fame collettivo degli ergastolani, per l’abolizione della “Pena di Morte Viva”. Subito dopo conobbi Suor Grazia, monaca di clausura del Monastero di Pratovecchio, che è diventata un po’ la mia musa religiosa. E tempo fa la sua Priora, dopo le sue ripetute insistenze, le ha concesso di uscire dal monastero per venirmi a trovare. L’incontro con Suor Grazia è stato bellissimo. Lei è graziosa, delicata e fragile. Tutta cuore e anima. Mi è sembrata un uccellino che ha preso il mio cuore come suo nido per tutta la durata dell’incontro. Bella, solare e buona. Piena d’amore di Dio. Solo le persone come lei mi fanno venire il dubbio che forse Dio esiste. Mi ha raccontato che c’era un ladro che andava a rubare l’elemosina al loro convento. Loro invece di andare a chiamare i carabinieri gli hanno lasciato un bigliettino con scritto: “Se hai bisogno vieni da noi”. E i furti sono finiti.
Continuo però ancora a credere di non credere, ma cerco di comportarmi come se Dio mi guardasse. Penso che credere in Lui sia la soluzione più a portata di mano, ma credo pure che sia anche la più difficile. Poi penso che in tutti i casi di Dio non si può sapere nulla, anche perché lui è un anarchico e ti lascia libero di credere o di non credere. Sotto un certo punto di vista assomiglia un po’ a Papa Francesco, ma forse è meglio affermare che sia lui ad assomigliare a Dio. E la lettura di questo libro ti avvicina un po’ a tutti e due.
Carmelo Musumeci
Carcere di Padova, febbraio 2016