El Salvador, terra di martiri
L’associazione “Marianella García Villas” di Sommariva del Bosco (Cuneo), una realtà con cui collaboro da un paio d’anni e che ha in atto progetti di solidarietà in El Salvador, per celebrare i propri dieci anni di attività nei mesi scorsi mi ha chiesto un testo su Marianella. Ne è uscita una brochure di una trentina di cartelle che è stata poi tradotta in spagnolo, con l’obiettivo di diffonderla in Salvador dove, per vari motivi, su Marianella non esiste alcuna pubblicazione.
Da qui è nata l’idea di questo viaggio: portare in Salvador la brochure e darla in omaggio a quanti hanno condiviso con Marianella la lotta per i diritti umani o intendono conoscerne l’opera, fornendo così un piccolo contributo per farne riscoprire la memoria. E andare alla ricerca della tomba di Marianella, che nessuno sapeva dov’era.
E, soprattutto, andare in pellegrinaggio in un paese bagnato dal sangue di decine di migliaia di martiri: in pellegrinaggio sulla tomba di Romero e all’Hospitalito dove l’arcivescovo fu assassinato; al Giardino dei Martiri dell’Università centroamericana dei Gesuiti dove furono uccisi il rettore, cinque docenti e due donne di servizio; alla tomba di Marianella che abbiamo trovato in una cappella chiusa a chiave nel cimitero de los illustres; al luogo in cui fu ucciso padre Rutilio Grande, il primo assassinato dell’episcopato di Romero e in molti altri luoghi ancora.
Abbiamo portato in Salvador complessivamente 600 copie della brochure e ciò ci ha portato ad incontrare persone e associazioni, realtà di base e istituzionali, esponenti del mondo della cultura e di quello ecclesiale, politici e semplici campesinos.
Questo viaggio mi serviva anche per prendere contatti con l’editrice Uca, dell’Università Centroamericana dei Gesuiti, in vista di una possibile pubblicazione in spagnolo del libro che ho scritto su Marianella (editrice Ave di Roma) e per incontrare alcune persone che hanno conosciuto Marianella perché potessero offrire una loro testimonianza scritta da mettere in appendice al libro.
El Salvador è il più piccolo Paese dell’America latina, proprio per questo chiamato El pulgarcito de America. Ha una superficie di poco superiore ai 21 mila kmq, grosso modo come quella della Sicilia e una popolazione che oggi è di circa 6 milioni e 200 mila abitanti. La forma di governo è quella di una Repubblica Presidenziale.
La storia recente del Salvador si può fare iniziare dal 1932 quando i militari, sostenuti dall’oligarchia economica, presero il potere e lo mantennero di fatto ininterrottamente fino agli anni Ottanta.
Con l’assassinio di mons. Romero, 24 marzo 1980, il Paese scivola nella guerra civile: da un lato i militari e gli squadroni della morte, sostenuti dall’oligarchia, dall’altro le diverse forze democratiche riunite nel Fronte Farabundo Martí para la Liberación Nacional (FMLN). La guerra terminerà con gli Accordi di Pace del 1992. Dodici anni di guerra civile hanno causato circa 80 mila vittime. Fino al 2009 è rimasta al potere la Derecha, la Destra, poi in tale anno il FMNL, espressione delle forze che avevano portato avanti la lotta armata contro la dittatura, ottiene la maggioranza e porta alla presidenza della repubblica Mauricio Funes. Alle elezioni del 2013 il FMLN vince nuovamente con Salvador Sanchéz Cerén. Il sistema parlamentare è monocamerale, con un’Asamblea Legislativa di 84 membri.