Nota del Vescovo sul grave dissesto finanziario che ha colpito la Banca Popolare di Vicenza
La Chiesa vicentina, nei suoi fedeli, con il suo Vescovo e i suoi preti, soffre per le conseguenze di una grave crisi di fiducia e di valori, in seguito alle vicende finanziarie che hanno travolto la Banca Popolare di Vicenza, tradizionale punto di riferimento (insieme ad altri istituti di credito cooperativo) per il risparmio e il mutuo sostegno di moltissime persone, famiglie e piccole, medie e grandi imprese del nostro territorio.
Alla già pesantissima crisi economico-finanziaria che da lungo tempo ha colpito le imprese del nostro tessuto produttivo con gravi e spesso drammatiche ricadute su tanti uomini e donne, si aggiunge oggi questo ulteriore dissesto che, oltre le perdite materiali, sta generando sconforto, delusione e sfiducia nelle persone, sfociando in taluni casi in veri sentimenti di disperazione. Preoccupa in particolare il danno subito da tanti piccoli risparmiatori: famiglie, lavoratori e pensionati che hanno visto sfumare all’improvviso i risparmi di una vita intera. Ancora una volta i più deboli hanno pagato il prezzo più caro.
Come Chiesa vicentina non possiamo tacere oltre. Coloro che sono responsabili di tale situazione devono sentire l’obbligo morale di porre rimedio a tale dissesto, trovando le modalità concrete per restituire il denaro illecitamente sottratto e con esso ridare dignità e sicurezza di vita a tante persone che hanno lavorato duramente e onestamente per assicurare un futuro sereno a sé stessi e ai propri cari.
Ciò che più è risultato eticamente ingiusto nell’intera faccenda, è che proprio mentre i risparmiatori e lavoratori della Banca venivano maggiormente danneggiati, dirigenti e manager ricevevano compensi spropositati, ignorando i crescenti bisogni della solidarietà e della sussidiarietà sociale.
Mi rivolgo anche alle autorità politiche ed economiche del Paese, perché intervengano con apposite leggi per impedire il verificarsi di altri fatti così sconvolgenti e perché siano in grado di
assicurare la tutela dei risparmiatori e il giusto risarcimento a chi ha perduto praticamente tutto. Non intervenire significherebbe rendersi corresponsabili del disfacimento e del degrado di un territorio che storicamente ha contribuito in modo più che significativo allo sviluppo economico dell’intero Paese. Sperare che tutto venga assorbito dal tempo e fingere di non accorgersi della grave situazione creatasi, è da irresponsabili e risulta moralmente inaccettabile.
Per questo la Chiesa vicentina desidera porre un forte richiamo agli uomini e alle donne impegnati nella società perché uniscano le loro energie e competenze e si impegnino a compiere azioni concrete di restituzione e di riequilibrio degli scompensi creatisi. Chiedo a tutti un sussulto di dignità e di onestà e assicuro che anche la Diocesi di Vicenza cercherà di offrire tutta la propria solidarietà e vicinanza per sostenere e accompagnare le persone più colpite da questo disastro finanziario. Allo stesso tempo chiedo agli organismi diocesani di intraprendere un serio discernimento rispetto al rapporto tra etica e finanza e di verificare i criteri con cui le nostre comunità cristiane e la Diocesi stessa investono i propri risparmi negli istituti bancari.