Un percorso sull'uso del denaro per il bene comune
La complessità dell’attuale situazione storica è sotto gli occhi di tutti, coi suoi carichi di incertezza, di sofferenza e di preoccupazioni. I mali del cosiddetto “turbo-capitalismo” – povertà, emarginazione, solitudine, guerre ed esodi di proporzioni inedite – sono ormai ingredienti familiari del nostro quotidiano e rendono la speranza in un futuro migliore merce sempre più rara.
È possibile, in un simile contesto, coniugare l’esperienza di fede – sia personale, sia intesa nel suo farsi istituzione – con la logica economica? È possibile riaffermare, proprio alla luce dell’esperienza di fede, il valore intrinsecamente etico di un’economia al servizio del bene comune?
La risposta a simili interrogativi non va ricercata solo nelle affermazioni dottrinarie o nelle esperienze di singoli fedeli. Una risposta esaustiva richiede una più ampia coerenza di pensiero e azione, di principi e vita. Le fedi, per poter riaffermare con forza il valore umano della dinamica economica, devono riuscire a tradurre i valori in scelte coerenti, capaci di incidere nel nostro modo di intendere il mercato e la finanza.
Questa possibilità – e questo invito esigente alla coerenza – è indubbiamente un tratto distintivo delle diverse fedi; tuttavia le divisioni sembrano ora prevalere sull’unità di fondo. L’individualismo, patologia tipica della tarda modernità, troppo spesso caratterizza anche le vite dei credenti, portandoli ad accettare come un fatto inevitabile il cinismo tipico del capitalismo imperante. Accade così che, incapaci di valorizzare il molto che le unisce, fedi e religioni non riescono a incidere in modo efficace sul pensiero economico dominante, né a correggere le tragedie – umane e ambientali – che esso produce. Ciò che servirebbe è un ritorno alle comuni radici, a quell’idea di uomo e di comunità che pone al centro la dignità della persona e che vede nell’economia e nella finanza strumenti preziosi al servizio della sua integrale fioritura.
Per cercare di rispondere a tale esigenza, singoli credenti di varie fedi si sono costituiti insieme con l’obiettivo di ritessere in unità il comune desiderio di giustizia e di pace.
Ne è nato il progetto “Fedi e Finanza”, uno spazio di dialogo in cui storia e teoria economica, riflessione teologica e impegno socio-politico si intrecciano con l’obiettivo di trovare parole e pratiche comuni capaci di avviare percorsi virtuosi, sia in ambito economico-finanziario che socio-ambientale.
La sfida, ambiziosa ma possibile, è quella di dimostrare che ci può essere sviluppo senza sfruttamento, nel rispetto delle persone e della natura; e che questa possibilità è tanto più forte quanto più le fedi sapranno essere protagoniste di scelte coraggiose. All’idolatria del denaro, assunto come fine ultimo a cui affidare la nostra domanda di felicità, va quindi contrapposta l’affermazione della sua natura strumentale; mezzo utile e buono solo se funzionale al bene comune.
Le persone che animano il progetto “Fedi e Finanza” sono fedeli della Chiesa Cattolica Romana, delle Chiese della Riforma, dell'Islam, della Chiesa Ortodossa Rumena in Italia, cui si aggiungeranno a breve fedeli dell'Ebraismo, del Buddhismo e quanti altri vorranno.
Coordinano il progetto due importanti organizzazioni quali Banca Popolare Etica e la rivista “Mosaico di pace” (promossa dal movimento “Pax Christi”), col supporto scientifico dell’Istituto Jacques Maritain. Obiettivo comune è quello di contribuire al diffondersi di una consapevolezza sulla necessità di un’economia diversa da quella oggi imperante, capace di coniugare etica e finanza, interessi e solidarietà.
Per far questo i partecipanti al progetto intendono promuovere percorsi di ricerca e di divulgazione, spazi di approfondimento comunitario, ma anche azioni concrete e la condivisione di buone pratiche.
In un tempo in cui molti vorrebbero vedere nelle diversi fedi la radice dei problemi, proprio il dialogo rispettoso e autentico viene individuato come lo strumento migliore per ridare fiato alla speranza, alimentando percorsi di fiducia e di fraternità. Un diverso modo di vivere il mercato e di fare finanza non solo è possibile, è necessario!
Note
Rif e info:Riccardo Milano, Banca Popolare Etica, rmilano@bancaetica.org , 340-4700361
Rosa Siciliano, Mosaico di pace, rosa@mosaicodipace.it , 339-1380637