La vita che ci sostiene
Perché il cibo è a un tempo agricoltura terra e ambiente.
“Il cibo che cambia il mondo. Coltivare salute e diritti”: questo secondo corso – il primo fu l’anno passato su “Il grido della terra. Il grido dei poveri”, fa parte delle attività della scuola voluta da Luigi Ciotti e dal gruppo Abele concretizzatasi nell’associazione “Casacomune, Laudato si’ Laudato qui, Scuola e Azioni”.
Studio e azione
Come annuncia il nome stesso, l’obiettivo non è solo formativo e conoscitivo ma aggregativo e soprattutto mirato all’agire, all’azione. Senza un’azione comune è difficile sperare e operare per un cambiamento che invece per noi è necessario e urgente, perché come urla inascoltata dai grandi Greta Thunberg la casa brucia. E non è un eufemismo. Viviamo nell’urgenza di agire subito per rimediare e riparare. Urge ricominciare a costruire modelli diversi di avvicinamento e compatibilità con la vita delle piante e degli animali, esistenza dalla quale dipendiamo che deve essere reimpostata su uno scambio ed equilibrio che è equità, sull’idea di preservazione della biodiversità come dei principi dell’agroecologia. Urge pretendere e diffondere una cultura di diritti degli esseri umani impegnati nel lavoro agricolo. Insomma dobbiamo passare da un approccio di puro sfruttamento massimizzato di terra, animali e uomini a uno di collaborazione e compatibilità dell’ambiente naturale e sociale nel quale viviamo e operiamo. Nel Nord e nel Sud del nostro paese, come di tutto il pianeta, è necessaria un’azione quanto più collettiva possibile, organizzata ed efficace che affronti e rimedi concretamente al degrado ambientale e sociale, al disequilibrio ma anche all’indifferenza e alla tiepidezza di molti.
La terra
Questo corso serve per conoscere e riflettere sulla filiera del cibo, ma soprattutto per fare squadra e ideare progetti comuni che diventino interventi concreti e imprese impegnate nel cambiamento che vogliamo. Lo abbiamo diviso in due sezioni, la prima il venerdì 28 febbraio dedicata al tema della terra, un organismo vivente dal quale non solo dipendiamo ma contribuiamo a mantenere più o meno in salute. Interverranno il prof. Benedettelli, docente di genetica agraria all’università di Firenze, che contribuisce in modo straordinario e generoso da decenni alla cultura, divulgazione, sperimentazione di una agricoltura che arricchisce la terra, perché così ne sono ricchi e sani i suoi alimenti e la relazione è strettissima; il prof. Franco Berrino, meritata, positiva, battagliera autorità scientifica del nostro paese, per 35 anni direttore dell’Istituto tumori di Milano, forse il principale conoscitore della relazione fra cibo e malattie e delle conseguenze che una manipolazione privatrice e modificatrice dei prodotti agricoli e di allevamento produce sul corpo umano; Simone Salvini, chef che dell’agricoltura vegetale, entusiasta artista e promotore che farà con noi – e noi con lui – il pane che mangeremo in questi giorni; Daniel Lumiera che tratterà il cibo per l’umanesimo e ci introdurrà alla biologia della gentilezza.
I giorni 29 febbraio e 1° marzo sono dedicati alle azioni: Luca Mercalli scienziato meteorologo e giornalista insieme a Franco Ferroni responsabile agricoltura e biodiversità di WWF Italia introdurranno, con una ricca esposizione di dati, la triste situazione del nostro degrado ambientale dovuto anche all’agricoltura e allevamenti intensivi, spianando la strada a Luciana dalle Donne, fondatrice di Made in Carcere, Ruchi Shroff, rappresentante in Italia della fondazione con a capo Vandana Shiva e Francesco Pomarico rappresentante del Gruppo Megamark, che racconteranno come la loro attività incide e vuole essere azione di cambiamento nel proprio territorio. Il Gruppo Megamark è promotore in questi mesi di una produzione di salsa di pomodoro e ortaggi insieme alla associazione NO CAP, articolando una forte campagna contro il caporalato. Il gruppo Megamark gestisce 500 supermercati tutti in Puglia, Basilicata, Calabria. Piero Sardo, presidente della fondazione Slow Food per la biodiversità, tratterà delle azioni in Africa e non solo per contrastare fame e immigrazione, e portare lavoro e cibo buono nel mondo.
Maria Chiara Giorda, storica delle religioni presso l’Università Roma Tre, ci parlerà di come sia importante mangiare insieme e di come il cibo costruisca comunità e infine Rada Zarcovic, fondatrice delle Donne in nero ci parlerà della sua cooperativa di frutti del sottobosco di donne di Srebrenica, di come la loro attività sia stata ed è importante per reagire al genocidio di 25 anni fa. Luigi Ciotti apre il corso sul cibo che cambia il mondo. La sua battaglia e quella di Libera vinta alla fine degli anni Novanta e attuata nel primo 2000, quella delle terre tolte ai mafiosi (e speriamo domani anche ai corrotti) “restituite” allo Stato e destinate a cooperative di giovani per coltivarle biologicamente, è un punto formidabile e irrinunciabile in cui si salda giustizia sociale e ambientale. In cui si vive una vera promessa di cambiamento. Una battaglia diventata legge che tutti gli Stati europei ci invidiano. Libera Terra è la bandiera di queste cooperative. Perché la terra non si deve solo coltivarla ma viverla. E volerle bene.