Aprire un varco alla speranza
Assisi. "Se la politica riapre i cantieri della speranza.", dice Flavio LOTTI coordinatore nazionale della Tavola della Pace, introducendo la giornata conclusiva del 62° Corso di Studi alla Cittadella cristiana con un ricordo/ auspicio della liberazione del giornalista Baldoni in Iraq e introducendo i relatori: don Luigi CIOTTI, il senatore Giorgio TONINI e l' assessore regionale umbra Maria PRODI, confermando nel pomeriggio la relazione finale di Oscar Luigi SCALFARO, già presidente della Repubblica italiana.
Dove sta la speranza nella politica? Alla tensione pacifista di Lotti fa eco l'appassionato discorso di don Ciotti che non esita a disegnare il volto della speranza politica con i tratti concreti di un nuovo modello di cittadinanza, oltre i confini della singola nazione, con una gestione dei conflitti, oltre la cultura e la pratica della violenza: "Anche su questo fronte siamo spiazzati, dice. Siamo orgogliosi della forza (molte volte militare e armata) delle nostre istituzioni, ma siamo deficitari sul pensare strumenti altrettanto validi all'insegna della nonviolenza. Basti pensare al tema delle nostre carceri sovraffollate e di inapplicabile rieducazione. Educare a pensare politicamente, tenere insieme micro e macro, rilettura del tema dello sviluppo, cure per tutti: sono questi alcuni spazi possibili per una speranza dal volto umano. La concretezza della speranza esplode nel dibattito con l'intervento di una signora del pubblico "Perdonatemi, ma ho paura: mi è stato bruciato un deposito di legname frutto del lavoro di generazioni, minacce armate a un parente, nessuna partecipazione alla manifestazione di solidarietà programmata per il 3 agosto". Ciotti ha detto: "Vivere questo tempo insieme perché o facciamo progetti insieme o non ne usciamo fuori".
Giorgio Tonini, parlamentare dell'opposizione, analizzando la risposta del mondo occidentale moderno e contemporaneo, osserva che la pienezza della pace si colloca oltre gli orizzonti della storia. Quindi per comprendere e governare un mondo sempre più complesso, di globalizzazione ed interdipendenza, ogni impazienza pacifista deve fare i conti con una tensione continua di mediazione per l'affermazione dei diritti sociali ad un equo accesso ai beni della terra e all'opportunità di sviluppo. Politica come capacità di mediazione, allora? La risposta dell'assessore regionale umbra Maria Prodi è che il mestiere del politico né di fare il profeta né il realista. E' chiamato ad incidere su situazioni reali, a produrre responsabilmente effetti. Nel pomeriggio sarà affidato al senatore a vita Oscar Luigi Scalfaro il messaggio conclusivo di questo Corso di Studi che, partito dall'accento sul futuro e il "non ancora", si radica sull'importanza dell'oggi perché è la speranza che si costruisce nel momento presente quella che prepara il tempo futuro.
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26 agosto