Epistemologia, Ecologia, Estetica
Il contributo di Gregory Bateson alla Ricerca per la pace e all'Educazione alla nonviolenza: su questo tema sarà incentrato il convegno che si terrà a Torino sabato 4 dicembre 2004 presso l'Aula Magna della Missioni Consolata, via Cialdini n. 4.
In occasione del centenario della nascita di Gregory Bateson, il Centro Studi Sereno Regis dedica alla sua opera un convegno nazionale di studi che si pone in una prospettiva di continuità ed approfondimento col ciclo di conferenze Dove gli angeli esitano, tenutosi nel 2000.
Considerato come uno dei pensatori più influenti del XX secolo, nel corso di una carriera assai travagliata Gregory Bateson ha attraversato numerose discipline – antropologia, psichiatria, cibernetica, etologia, biologia e genetica – per approdare alla fine della sua vita ad una interrogazione sul sacro (o, con un termine più accessibile, sul limite) che cerca di articolare più esplicitamente una tematica sottesa a tutti i suoi precedenti lavori: la dimensione estetica, intesa come sensibilità alla struttura che connette tutte le creature viventi. L'attenzione a questa struttura aveva a sua volta origine nella insoddisfazione di Bateson verso l'epistemologia cartesiano-positivista ancora ampiamente influente nella prima metà del secolo scorso nella comunità scientifica, e caratterizzata da contrapposizioni dualistiche tra spirito e materia, mente e corpo, soggetto e oggetto, osservatore e osservato, nonché da un forte antropocentrismo e dalla sopravvalutazione della modalità di conoscenza basata sulla ragione strumentale. Se la scienza e la tecnologia informate da questa epistemologia hanno permesso alla civiltà occidentale di raggiungere notevoli successi nel controllo degli ambienti naturali e sociali, ciò sarebbe avvenuto – secondo Bateson – a costi molto alti; infatti, quando a premesse epistemologiche sbagliate si aggiungono l'aumento della popolazione e la disponibilità di strumenti tecnologici molto potenti, si danno le condizioni per l'attuale crisi ecologica: “l'uomo cosciente, in quanto modificatore del suo ambiente, è ora pienamente in grado di devastare se stesso e quell'ambiente… con le migliori intenzioni coscienti”, e, con veemenza ancora più forte, “nel momento in cui vi arrogherete tutta la mente, tutto il mondo circostante vi apparirà senza mente e quindi senza diritto a considerazione morale o etica. L'ambiente vi sembrerà da sfruttare a vostro vantaggio. La vostra unità di sopravvivenza sarete voi e la vostra gente o gli individui della vostra specie, in antitesi con l'ambiente formato da altre unità sociali, da altre razze e dagli animali e dalle piante. Se questa è l'opinione che avete sul vostro rapporto con la natura e se possedete una tecnica progredita, la probabilità che avete di sopravvivere sarà quella di una palla di neve all'inferno. Voi morrete a causa dei sottoprodotti tossici del vostro stesso odio o, semplicemente, per il sovrappopolamento e l'esagerato sfruttamento delle riserve”. La ricerca di Bateson di una diversa epistemologia si svolgerà dal 1964 al 1972 nell'ambiente a lui congeniale dell'Oceanic Institute alle Isole Hawaii, e si articolerà attorno ad un nuovo concetto di mente: un fenomeno sistemico caratteristico delle “cose viventi”, dai singoli organismi, ai sistemi sociali e agli ecosistemi. Esposta in Verso una ecologia della mente e poi ampliata in Mente e natura, questa proposta unificante – che intreccia spunti derivanti dalla prima e seconda cibernetica, dalla teoria dei tipi logici e dalle teorie dell'evoluzione – permetterà a Bateson di raccogliere finalmente un riconoscimento accademico e di entrare addirittura a far parte del Consiglio dei Reggenti dell'Università della California. Da questa carica si dimetterà tuttavia nel 1979, in segno di protesta contro l'intenzione dell'Università di continuare ad indirizzare alla produzione delle armi nucleari una parte della ricerca in Fisica.
Già da quanto si è brevemente esposto, dovrebbe risultare sensibile la rilevanza del pensiero di Bateson per quell'ampio campo di ricerca interdisciplinare che va sotto il nome di Peace Research, e nel quale la pace non viene intesa solo come assenza di guerra, ma anche come cura della qualità dei rapporti micro e macrosociali e con gli ecosistemi in cui viviamo. Ma non solo: il richiamo di Bateson all'importanza che la ricerca venga condotta con un metodo omologo a quanto si intende studiare , il suo distaccarsi da gruppi di ricerca in cui era inserito allorché avvertiva il rischio che i loro studi potessero ri-entrare in atteggiamenti o pratiche tecnocratiche, il suo peculiare stile espositivo che suscita un coinvolgimento non solo intellettuale e fa scaturire quasi da sé in chi legge domande altrettanto im-pertinenti di quelle dei bimbi/e, scalzando scenari precostituiti ed aprendo nuovi orizzonti di senso, non possono che essere stimolanti per tutti/e coloro che sostengono che nella costruzione della pace “la via è il fine” e che la questione del metodo è di conseguenza centrale nell'educazione, nella trasformazione dei conflitti e nell'accostarsi alle questioni scienza-tecnologia-società.
Per tener conto di questa rete di aspetti fittamente intersecantesi, il Convegno si articolerà in due sessioni. Nella prima verrà chiesto ai relatori di ripercorrere le tappe dell'evoluzione del pensiero batesoniano, evidenziandone le suggestioni per una cultura di pace non manipolativa.
La seconda parte del Convegno sarà invece dedicata a una tematica più specifica: l'educazione alla nonviolenza. Mediante un confronto tra ricercatori e ricercatrici che da tempo operano in questo campo traendo esplicitamente spunto dall'opera batesoniana, si avrà modo, così, di portare un contributo concreto al Decennio Internazionale per una Cultura della Pace e della Nonviolenza per i Bambini e le Bambine del Mondo, proclamato per il 2001-2010 dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
Il Convegno sarà aperto a tutta la cittadinanza, ma è rivolto in particolare a chi si occupa di gestione dell'ambiente nell'amministrazione pubblica, a coloro che a titolo professionale hanno a che fare la mediazione dei conflitti e a tutto il mondo della scuola: dai/lle docenti delle scuole di ogni ordine e grado, agli studenti e studentesse di diverse Facoltà: Scienze dell'Educazione, Scienze della Comunicazione, Lettere e Filosofia, Scienze biologiche, Economia ambientale…
PROGRAMMA
Ore 9.30 – Apertura dei lavori
Ore 10 – Prima sessione: I testi, la vita, lo stile
Moderatore: Mauro Doglio (counsellor e formatore, responsabile del Dipartimento Comunicazione Counselling Educazione dell'Istituto Change per il counselling sistemico di Torino)
Dall'etnografia alla “ecologia della mente”: il contributo epistemologico di Gregory Bateson alla riflessione sul potere, la guerra, il disarmo, la pace
Marco Derìu (sociologo, Associazione Antiutilitarista di Critica Sociale)
“Con le migliori intenzioni coscienti”: i rischi inerenti alle pretese di controllo ecosistemico
Marcello Cini (docente presso il Centro Interdipartimentale di Ricerca sulle Metodologie della Scienza, Università “La Sapienza” di Roma)
Il potere logora chi ci crede. Ecologia della mente e logica persecutore-vittima
Sergio Manghi (docente di Sociologia della Conoscenza presso l'Università di Parma)
Dibattito
Ore 15 – Seconda Sessione: Mondi possibili
Proiezione del video di Paolo Monti
Rugiada armonica – Attrattori strani in retroazione infinita
11 minuti, 2004, musica di Maurizio Martusciello
Tavola rotonda – Cosa facciamo quando educhiamo alla pace?
con Rosalba Conserva (fondatrice del Circolo Bateson di Roma)
Enrico Euli (formatore ed educatore, docente di Metodologie e tecniche del gioco, del lavoro di gruppo e dell'animazione presso l'Università di Cagliari)
Stefano Puddu (formatore)
Moderatrice: Angela Dogliotti Marasso (Gruppo EDAP del Centro Studi Sereno Regis)
Dibattito conclusivo
Per informazioni rivolgersi al
Centro Studi Sereno Regis
tel. 011.53.28.24
e-mail regis@arpnet.it
Sede:
Aula Magna delle Missioni della Consolata
Via Cialdini n. 4, Torino
Autobus n. 56, 16, 9