Incontri

Credere la pace, Osare la Pace. La Pace preventiva. Come opporsi all'aberrante logica della guerra

Taranto, 2004-2005

Il Punto Pace Pax Christi di Taranto promuove il nuovo ciclo di incontri per la pace, quest'anno intorno al tema centrale: “Credere la pace, Osare la Pace. La Pace preventiva. Come opporsi all'aberrante logica della guerra”.

Tematiche degli incontri

1. “La pace è possibile!” La scena internazionale e il grido del papa.
“La pace è possibile!”. Il ripetuto grido del papa è un invito alla conversione per i credenti e un appello alla speranza di tutti. Nel frattempo l'ONU viene annullata. La guerra è trasformata da mezzo, sia pur perverso, di risoluzione dei conflitti in normale strumento della politica, anzi in imperativo morale. Le armi atomiche vengono equiparate alle armi convenzionali. L'uccisione di vittime civili è ritenuta una dolorosa necessità. Avanza un nuovo pensiero della guerra. Soprattutto quello della “guerra preventiva” che viola qualunque criterio etico e giuridico presentandosi o come aggressione o come vendetta. Se il terrorismo è una forma di guerra, oggi ogni guerra è una forma di terrorismo. Il crollo del diritto internazionale prodotto dalla normalizzazione della guerra equivale al crollo della ragione.
Relatori: Don Renato Sacco
Data: 09.12.2004

2. La guerra è idolo e bestemmia.
Nel nuovo pensiero della guerra c'è una istanza integralista che imita, rovesciandolo e annullandolo, il messaggio cristiano. Di essa si fanno da tempo portatrici alcune società segrete ispirate al deismo massonico, orientate ad affermare una volontà di onnipotenza totalitaria radicalmente blasfema. Anche per questo la guerra moderna è un'orrenda bestemmia.
Relatori: Don Fabio Corazzina
Data: 16.12.2004

3. L'Italia, la guerra e il diritto.
Il governo italiano, con la sua maggioranza parlamentare, ha deciso di associarsi a truppe di occupazione dell'Iraq all'interno di una operazione militare illegale e immorale basata fin dall'inizio sulla menzogna, con lo scopo di partecipare alla rete di appalti per la “ricostruzione”. Nella grande mostra “rebuild Iraq”, tenutasi nel gennaio 2004 a Kuwait city, l'Italia era presente con 180 imprese. La decisione italiana si è affiancata all'aumento delle spese militari, all'approvazione di una legge di liberizzazione del commercio delle armi, alla riduzione degli investimenti per la lotta alla fame e alle malattie, allo slittamento di ipotesi di riduzione del debito estero di alcuni paesi, alla tessitura di relazioni internazionali (ad esempio con la Turchia, la Russia, la Cina) al di fuori di qualunque preoccupazione riguardante il rispetto dei diritti umani del popolo curdo, ceceno o tibetano, a mancate iniziative rispetto alla crisi mediorientale, al rapporto privilegiato con l'attuale amministrazione statunitense volta a dividere l'Europa in amici e nemici. Anche l'Italia è entrata in guerra contro il diritto. Il governo italiano sta operando per costruire un ordine internazionale diverso da quello disegnato dalla Carta dell'ONU e dalla Costituzione italiana.
Relatori: Dott. Domenico Gallo
Data: 14.01.2005

4. La questione morale e la democrazia.
Oggi la questione morale si presenta, anzituto, come questione democratica globale. Essa riguarda la qualità del sistema democratico, e quindi per ogni cittadino attivo e per l'operatore di pace la necessità di rilanciare l'etica politica, sostanza e premessa di libertà, uguaglianza e fraternità. Siamo in piena “restaurazione” del privilegio. Ad essere minacciati sono la libertà di stampa, l'informazione, l'eguaglianza di fronte alla legge, l'autonimia della magistratura, il diritto alla salute, il diritto al lavoro, la libertà di insegnamento, il diritto allo studio e alla ricerca, il ripudio alla guerra. Il tentativo di rottura costituzionale in atto non è nuovo. Una di esse affonda nel programma di “Rinascita democratica” della loggia P2. I due obbiettivi fondamentali del progetto piduista erano (sono?) quello di cancellare la memoria dell'Italia repubblicana svuotando la Costituzione della sua sostanza democratica.
Relatori: Dott. Tanzarella
Data: 20.01.2005

5. L'etica, la politica e la pace.
Quanto è avvenuto e sta avvenendo da anni ha conseguenze molto pesanti. Il logoramento del diritto proveniente dall'alto crea una situazione di guerra permanente. Devasta le coscienze. Incattivisce e corrompe le menti. Crea un clima diffuso di degrado etico, giuridico e istituzionale. Viene svuotata la politica come arte di costruire il bene comune. Vengono rovesciati i valori della convivenza civile. E''un modello disumano e anticristiano che gli operatori di pace devono contrastare con la forza progettuale della nonviolenza. Chi opera per la pace sa che c'' pace senza diritto e che "“a gloria del diritto"”consiste, soprattutto, nella difesa del debole e del povero.
Relatori: Don Enrico Chiavacci
Data: 27.01.2005

6. Un'Europa attiva per la pace con mezzi di pace.
L'Europa che vogliamo deve essere disarmata, pacificatrice, aperta e responsabile, ecologicamente sostenibile, attiva per la pace con mezzi di pace, pronta a promuovere la democrazia e un'economia di giustizia, a costruire percorsi inediti di cittadinanza planetaria, a produrre strutture per la prevenzione dei conflitti.
Relatori: Dott. Eugenio Melandri
Data: 03.02.2005

7. Un movimento di cittadinanza attiva.
La pace, ripeteva Tonino Bello, non è un vocabolo ma un vocabolario. Si collega alla giustizia, alla riconciliazione, al perdono e alla salvaguardia del creato; si intreccia alla profezi, alla politica, alla democrazia. Fa corpo e anima col diritto. Le urgenze dell'ora spingono il popolo della pace a rilanciare a suo modo il valore della politica e della laicità credente. Credere nella pace – osare la pace può diventare una virtù fondamentale per gli uomini e le donne, per i giovani del nostro tempo. Senza trasformarsi in partito o schierarsi in campo partitico o governativo, il movimento per la pace può diventare soggetto politico permanente, diffondersi come lievito etico e profetico in ogni ambiente, animare un'etica della responsabilità, coltivare semi di convivialità.
Relatori: Dott. Guglielmo Minervini
Data: 10.02.2005

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