Stupri impuniti in Liberia
“Ero incinta, stavo fuggendo dal campo vicino al ponte San Paolo. Tre soldati mi hanno bloccata, violentata e picchiata. Mi hanno portato via tutto. Ho perso il mio bambino”.
(testimonianza di una donna di 29 anni della contea di Bomi, raccolta da Amnesty International)
Amnesty International ha rinnovato la richiesta che gli autori degli stupri commessi in modo sistematico e diffuso durante la guerra civile in Liberia siano portati davanti alla giustizia.
“Migliaia di donne e ragazze hanno subìto stupri e altre forme di violenza sessuale e, nonostante sia passato più di un anno dalla firma degli accordi di pace, nessuno è stato perseguito e non è chiaro come e quando i responsabili saranno sottoposti alla giustizia. L'impunità è un vergognoso tradimento nei confronti delle vittime di crimini contro l'umanità e crimini di guerra” - ha dichiarato Laura Guercio, coordinatrice Liberia della Sezione Italiana di Amnesty International.
In un nuovo rapporto, intitolato Liberia: nessuna impunità per lo stupro – un crimine contro l'umanità e un crimine di guerra, Amnesty International denuncia, attraverso strazianti testimonianze, il fenomeno della violenza sessuale, che si ritiene abbia colpito circa i due terzi della popolazione, e le sue conseguenze fisiche, psicologiche e sociali.
“Una pace duratura non verrà raggiunta in Liberia finché i responsabili dei crimini di diritto internazionale non saranno ritenuti penalmente responsabili, la verità non sarà stabilita e le vittime non otterranno piena riparazione” – ha proseguito Guercio. “Il Governo nazionale di transizione della Liberia attualmente non ha una propria politica designata a portare davanti alla giustizia gli autori dei crimini di diritto internazionale; né c'è stata alcuna espressione di un impegno risoluto da parte della comunità internazionale per porre fine all'impunità”.
Secondo l'organizzazione per i diritti umani, occorre sviluppare e attuare un piano d'azione a lungo termine per ripristinare la giustizia e il primato della legge. Questa deve essere una priorità per il governo, da perseguire con la cooperazione delle Nazioni Unite, della comunità internazionale e delle organizzazioni non governative.
Il rapporto di Amnesty International:
- denuncia diffusi e sistematici stupri e altre forme di violenza sessuale, inclusi stupri di gruppo di donne incinte e bambini, commessi dai combattenti di tutte e tre le parti in conflitto: l'ex governo della Liberia, i Liberiani uniti per la riconciliazione e la democrazia e il Movimento per la democrazia in Liberia;
- rileva un servizio sanitario incapace di far fronte alle ferite fisiche e ai traumi psicologici causati dagli stupri e dalle altre forme di violenza sessuale su vasta scala;
- sottolinea la necessità che i governi donatori onorino pienamente l'impegno preso a febbraio nel corso della Conferenza internazionale per la ricostruzione della Liberia; circa la metà dei fondi promessi, infatti, non sono stati ancora messi a disposizione;
- evidenzia la perdurante esposizione delle donne alla violenza sessuale e allo sfruttamento, come conseguenza dell'estrema povertà e della permanenza di un gran numero di sfollati all'interno dei campi profughi.
“La tutela dei diritti delle donne e delle ragazze deve essere al centro degli sforzi per riorganizzare la Liberia. La piena e significativa partecipazione delle donne liberiane nella ripresa del paese è essenziale” - ha concluso Guercio.
Roma, 14 dicembre 2004
Il rapporto Liberia: nessuna impunità per lo stupro – un crimine contro l'umanità e un crimine di guerra è disponibile presso l'indirizzo internet http://www.amnesty.org