Direzione invertiva

L’Ansa ha solo tre redazioni in tutto il continente africano. Anche la CNN.
Lo squilibrio con il Sud del mondo si misura anche in notizie.
Così nasce una nuova iniziativa dei missionari: la Misna.
Gino Barsella

Eravamo intorno alla metà degli anni Novanta quando, alle riunioni della Fesmi (Federazione della stampa missionaria italiana), ci domandavamo come far sì che il sud del mondo potesse riuscire a far sentire la sua voce. Tra noi c’erano alcuni giovani missionari che venivano da Paesi in difficoltà – io, per esempio, venivo dal Sudan in guerra e dove le violazioni dei diritti umani erano la normalità –, e la cui situazione era resa ancor più dura dal silenzio che li avvolgeva. Ma c’erano anche missionari più rodati, da anni nella difficile arena dei mass media nostrani.

Giovani missionari
I fatti ci mostravano che, nonostante le moderne tecnologie, la geografia della comunicazione seguiva i criteri di quella economica, rispecchiando,

Indirizzi utili
a cura di Alessandro Marescotti

http://www.retelilliput.org
Rete Lilliput, nata nel 1999 sulla spinta di un gruppo di coordinamento formato dalle principali Associazioni e Campagne nazionali di stampo sociale e con l’invito di Alex Zanotelli di “mettere in rete” la società civile.

http://www.tavoladellapace.it
è il sito della Tavola della Pace

http://www.traduttoriperlapace.org
Traduttori per la pace

http://www.unimondo.org
Unimondo è un progetto culturale sui temi dello sviluppo umano sostenibile, dei diritti umani e dell’ambiente nato il 10 dicembre 1998 per iniziativa della Fondazione Fontana Onlus di Padova.

http://www.unitedforpeace.org
“United for peace & justice” è il sito della coalizione americana contro la guerra in Iraq.

http://www.vialebasi.net
Via le basi è un sito con la mappa delle “vertenze” relative alle servitù militari nel territorio nazionale.

http://www.vita.it
Il sito del settimanale Vita.

http://www.warnews.it
Warnews è un sito molto completo sui conflitti internazionali e sulle “guerre dimenticate”.

Un elenco più completo di siti italiani è su
http://italy.peacelink.org/pace/articles/art_12891.html
dove è riportata una sorta di graduatoria dei più importanti siti italiani nel campo della pace, dell’ambiente, dei diritti umani, del volontariato e della solidarietà; il tutto si basa sui dati di Alexa, un sito internazionale che fa indagini sui siti più visitati.

Un elenco di siti sui più svariati argomenti collegabili alla cultura della pace (aggiornato on line dagli stessi navigatori) è su
http://italy.peacelink.org/links
mentre su
http://db.peacelink.org/associaz
c’è un archivio sulle associazioni pacifiste con relativi e-mail e siti web, anch’esso aggiornabile on line.
quindi, le implicazioni dell’iniquo rapporto tra Nord e Sud del mondo. Nel 1995, ad esempio, il 15% della popolazione mondiale possedeva il 75% delle linee telefoniche e oltre il 50% non aveva mai fatto una telefonata. La questione appariva più complicata riguardo all’informazione, quando si finisce per trovarci di fronte a vere e proprie interpretazioni univoche determinate dei detentori del potere massmediale. Infatti, la notizia viene selezionata e codificata dalle agenzie di stampa che dettano le regole del gioco. E i giornalisti, piuttosto che cercarsi le notizie, se le ritrovano a “chili” nelle redazioni. Un ulteriore motivo di disuguaglianza tra nord e sud del mondo era evidente nel fatto che le redazioni giornalistiche internazionali, disseminate capillarmente in tutto il nord, nel sud scarseggiano. Addirittura l’americana Cnn– come anche l’agenzia italiana Ansa – ha solo tre redazioni in Africa.
Così sulla stampa occidentale si finisce per parlare di Sud del mondo solo per fatti eclatanti o eccezionalmente cruenti (dallo Tsunami al genocidio del Ruanda), oppure si pesca nel folclore e negli stereotipi. Ma si dimentica tutto il resto, dal positivo cammino democratico di tanti Paesi del continente a esperienze umane e avvenimenti culturali di spessore.
Era chiaro che, per cambiare un po’, occorrevano alternative innovative; e la partita del nuovo millennio non poteva non essere giocata sul terreno delle tecnologie digitali, Internet in testa. Ma è l’arrivo, dal Kenya, del comboniano Giulio Albanese – con esperienza nella direzione di un giornale africano a Nairobi ed una conoscenza del mondo delle agenzie acquisita in alcuni stage alla Cnn – che il sogno può collegarsi con la possibilità.

Come nasce Misna
Così, nel dicembre del 1997, è nata la Misna.
Agenzia d’informazione specializzata sul sud del mondo e le giovani Chiese, la Misna riesce a prendere il volo grazie all’impegno, anche economico, del suo editore, gli istituti missionari italiani. Ma è la collaborazione del mondo missionario di base – le migliaia di missionari e missionarie, assieme a esponenti della società civile e del volontariato in generale, e ai loro collaboratori locali, giornalisti, catechisti, operatori sociali… disseminati in Africa, Asia, America Latina e Oceania – la carta vincente che permette a una realtà giornalistica partita con pochi mezzi e una redazione molto giovane di diventare un punto di riferimento per la stampa e la televisione italiana e internazionale.
E l’autorevolezza è stata solidamente costruita anche a forza di scoop giornalistici, come quando, nel 1999, Jacques Chirac cercò inutilmente di smentire una sua news, che dava appunto la Francia coinvolta militarmente in Guinea Bissau, o durante lo Tsunami, riuscendo ad arrivare nei luoghi più isolati.
Così la Misna è diventata soprattutto una fonte integrativa e, a volte, correttiva delle troppo ripetitive e solite informazioni disponibili presso i grandi fornitori mondiali di notizie. Un’esperienza, quindi, di giornalismo “altro”, perché tramite i suoi “collaboratori” in loco è attento a persone, conflitti, territori e vicende spesso dimenticati e marginalizzati, incluse le giovani chiese che svolgono spesso nel Sud un ruolo decisivo per la difesa dei diritti umani, della pace, della giustizia e dello sviluppo. E di giornalismo attento a un sud del mondo che non è soltanto geografico, soprattutto oggi, in tem pi di grandi e crescenti migrazioni e di una globalizzazione ingiusta che aumenta la povertà concentrando le ricchezze in mani sempre meno numerose.
Agenzia dei missionari, la Misna rappresenta anche un modo “altro”, decisamente nuovo e complementare, di essere missionari; capace di produrre – attraverso un lavoro redazionale sensibile e responsabile – dialogo e ponti, senza bisogno di ricorrere a facili e dannosi sensazionalismi. “Per far arrivare – come si può leggere su www.misna.org– a un mondo sordo, o almeno

Le Direzioni Generali e le Province italiane degli Istituti Missionari, la loro Conferenza (Cimi) e il Sermis (Servizio Missionario) costituiscono l’editrice MISNA srl; padre Venanzio Milani, missionario comboniano con un passato in “Mani Tese” e in Congo, è presidente del consiglio d’amministrazione in rappresentanza dell’editore. Con le sue pagine di notiziario in più lingue, che hanno di recente superato i 15 milioni di accessi al mese, la MISNA non solo costituisce una versione aggiornata e un classico esempio di “opera collettiva dell’ingegno” nei termini indicati dalla legge istitutiva dell’Ordine dei Giornalisti, ma si propone di essere un paradigma di comunicazione sociale, esaltando la componente etica della professione giornalistica in sinergia con i valori prevalenti dell’attività missionaria vissuta nel suo significato più ampio e includente.
http://www.misna.org
distratto, spesso intriso di pregiudizi figli di mancata conoscenza, la comunicazione di un altro mondo vivo, ancora capace di iniziativa e sensibile a valori che l’occidente tende a dimenticare, maltrattato e sfruttato da secoli eppure tanto colorato e sorridente anche nelle disgrazie e nella miseria”.

Cosa pubblica
Oggi Misna diffonde quotidianamente, in più lingue, una cinquantina di notizie, oltre a una quarantina di approfondimenti al mese, in un’ottica editoriale orientata sui versanti politico, economico, sociale, religioso e culturale. Il sito ha recentemente superato i 15 milioni di accessi mensili. Con una redazione di nove giornalisti e una segretaria, l’attuale direttore è Pietro Mariano Benni, un giornalista di lungo corso e ampie vedute. “Cerchiamo di coprire gli spazi lasciati scoperti e di correggere le Igm, cioè le informazioni geneticamente modificate che i grandi canali della comunicazione mettono in giro – riesce a dire tra una telefonata e l’altra.
Il nostro lavoro deve essere professionale al massimo; per questo verifichiamo tutte le informazioni sentendo e incrociando i nostri vari contatti. Inoltre, ognuno di noi conosce bene una determinata area geografica, per poter completare le cinque W del giornalismo con la C del contesto”. Perché le informazioni, oltre al marchio di originalità della provenienza e di attendibilità e dedizione delle fonti, abbiano il valore aggiunto della conoscenza e della competenza.

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