Tutti in cammino
Sicuramente il tema dell’informazione e la preoccupazione di “informare” in modo corretto è nel DNA del movimento pacifista. Basta pensare alle tante esperienze che conosciamo: riviste, siti, media indipendenti, esperienze di mediawatching e di controinformazione che sono parte attiva del movimento per la pace. Il percorso, anche se in modo spontaneo, ha radici lontane. A Riccione, a ottobre 2004, in occasione del Convivio dei popoli, nasce però una consapevolezza nuova: “Il tema dell’informazione e della comunicazione deve essere scritto nell’agenda della pace come priorità”.
È il primo seminario nazionale su questo tema, organizzato dalla Tavola della Pace, dal Coordinamento degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani, oltre che dal comune di Riccione e dal Coordinamento Riccioneperlapace. È il primo incontro tra operatori della comunicazione, giornalisti e movimento pacifista. Due giorni di lavoro con obiettivi precisi. In primis per inserire il tema dell’informazione nell’agenda pacifista. Siamo partiti con il piede giusto, ma è indispensabile continuare a camminare con più forza ed efficacia.
Media indipendenti
Dobbiamo rafforzare la rete dei media indipendenti. Infatti, nonostante la vivacità delle singole esperienze, è necessario creare un percorso comune che superi le diversità.
Abbiamo inoltre lanciato un appello agli operatori della comunicazione, coinvolgendo direttamente i giornalisti perché si mobilitino in favore di un’informazione di pace. In questo senso abbiamo avuto significative risposte da nuovi amici che ci hanno accompagnato in questo anno e mezzo di attività. I primi ad aderire all’appello sono stati i giornalisti aderenti all’UsigRai (sindacato dei giornalisti Rai) e primo fra tutti il segretario nazionale Roberto Natale. Altro partner importantissimo è stata la FNSI (Federazione Nazionale della Stampa) che ha fatto la scelta inedita di aderire alla Tavola della Pace. Questo percorso ha avuto il suo passaggio più significativo nell’incontro del 7 settembre a Perugia, organizzato alla vigilia della Marcia della Pace dello scorso 11 settembre. In quell’occasione molti giornalisti si sono incontrati con rappresentanti della Tavola della Pace, mettendo a punto una serie di proposte, confluite poi in una vera e propria agenda di attività da mettere in atto nei mesi successivi. L’idea stessa di organizzare il 10 marzo la “Prima giornata per un’informazione e una comunicazione di pace” nasce come conseguenza di questo incontro. Poche settimane dopo, il 7 settembre a Gubbio, in occasione dell’incontro annuale della FNSI, si è creata una nuova e importante circostanza per rilanciare ai e dai giornalisti, la necessità di porre in atto azioni concrete in questa direzione.
Riprendiamoci la Rai
Un altro importante aspetto, già costitutivo degli impegni proposti a Riccione a ottobre 2004, è la campagna “Riprendiamoci la Rai”. La consapevolezza del ruolo di servizio pubblico che la Rai ha, ci richiama anche alla necessità di pretendere che questo servizio sia veramente pubblico. Questa campagna propone l’apertura di una sede di corrispondenza nel continente Africano a sud del Sahara, l’abolizione della pubblicità nelle fasce protette e una presenza della società civile nel Consiglio di Amministrazione della Rai.
Strada facendo ci siamo resi conto che un altro importante obiettivo è la necessità della formazione e dell’incontro fra operatori della pace e operatori dell’informazione. Nasce quindi l’idea di andare verso una “Capodarco della Pace” prendendo ad esempio il convegno di Redattore Sociale che si svolge a Capodarco alla fine di ogni anno. In questa prospettiva si sta già lavorando, con il coinvolgimento dello stesso Redattore Sociale, all’organizzazione di un incontro di questo tipo per il prossimo autunno 2006.
Ultimo, ma non per importanza, è l’obiettivo di entrare nelle scuole e di coniugare i percorsi di educazione alla pace (cfr. il progetto nazionale “La mia scuola per la pace”) con quelli di educazione ai media. Già nel convegno nazionale di Rovereto (maggio 2005) si ribadiva come il fare educazione ai media e l’insegnare a leggere cosa c’è dietro la notizia sia già di per sé fare educazione alla pace.
Questa è strada sulla quale si inserisce il 10 marzo, la “Prima Giornata Nazionale per un’Informazione e una Comunicazione di Pace”. Il coinvolgimento ottenuto in questo percorso fino a oggi deve allargarsi, per quanto possibile, nella mobilitazione di questa 24ore che si prefigge l’obiettivo di diventare un’altra importante tappa di questo percorso. Sicuramente un punto d’arrivo, ma ancora di più un nuovo punto di ripartenza, per perseguire con più energia e motivazione e soprattutto con nuovi compagni di viaggio, verso quegli obiettivi di pace che sono al centro della nostra attività.