SPIRITUALITA'

Gli spiragli della speranza

Per don Tonino, pace è la definizione più vera del mistero principale
della nostra fede, la Trinità.
Gianni Novello

Don Tonino scriveva molti suoi testi di notte in cappella davanti al Tabernacolo. Nel silenzio adorante della notte. Quando vien voglia di raccogliere le sensazioni, gli incontri, i fatti della giornata e di ripensarli nei loro significati. E l’Amico che hai seguito nel suo progetto del Regno è lì e non solo gli racconti il giorno trascorso, ma gli chiedi il senso di ciò che non riesci ancora a capire o ad accettare, il dolore dei poveri per esempio, e provi con lui le scelte e le parole del giorno che spunterà dopo questa notte di silenzio.
Portava in sé i volti , uno a uno, con un nome. Un volto e la concretezza di una situazione, di Giuseppe, di Gerardo, di Antonella, di tanti incontrati nel giorno, ma mai trattati all’ingrosso, soprattutto i più indifesi ma anche i confusi e quelli che

Le parole di don Tonino/I
A tutte le donne. Rosario meditato. La meridiana 1996
Ad Abramo e alla sua discendenza. La meridiana 1994
Affliggere i consolati. Lo scandalo dell’Eucarestia.
La meridiana 1997
Al pozzo di Sichar. Appunti sulle alterità. La meridiana 1997
Alla finestra la speranza. Edizioni San Paolo 1990
Alle porte del Regno. Edizioni Insieme 1997
Benedette inquietudini. Perché non venga meno la riserva della speranza.Edizioni San Paolo 2001
Cammino verso la Pasqua. Riflessioni. Edizioni San Paolo 1999
Chiamatemi don Tonino. La meridiana 2002
Chiesa di parte. Edizioni Insieme 1994
Cirenei della gioia. Edizioni San Paolo 1995
Cirenei della gioia (cofanetto 6 MC). Audiovisivi San Paolo 1999
Come vela s'inarca il grembo del mondo. Edizioni Insieme 2002
Con Cristo per le strade del mondo vol. 1 e 2 . Fatmo 1990
Con viscere di misericordia. Edizioni Insieme 2001
Coraggio! Lettera agli ammalati. La meridiana 1996
Coraggio, non temere. Gribaudi 1994
Da Mezzogiorno alle tre. Via Crucis. La meridiana 1996
Dalla testa ai piedi. Edizioni Insieme 1991
Dalla testa ai piedi (audiocassetta). Edizioni Insieme
Dire Dio oggi. Edizioni Insieme 1997
Dissipare l'ombra di Caino. La meridiana 1997
Donna del terzo giorno. La meridiana 1988
È il tempo. Ripensare il volontariato. Edizioni Insieme 1999
Fin dal principio. Edizioni Insieme 1992
Fin dal principio (audiocassetta). Edizioni Insieme
Fino in cima. Scritti e interventi di mons. A. Bello all'A.C. (a cura di D. Amato) Edizioni Mezzina 1998
Fiori tra le rocce. Itinerario di riflessione per l’Avvento e il Natale. Edizioni Insieme 1997
Freedom. Luce e Vita 1994
Gesù Maestro e Pastore. Audiovisivi San Paolo 1990
Gio’. Don Tonino ai giovani. Edizioni Insieme 1999
Grande è il tuo nome. Edizioni Insieme 1992
Grande è il Tuo Nome (audiocassetta). Edizioni Insieme
hanno smarrito un senso di vita nei loro percorsi. E nelle situazioni di ognuno iniziava la riflessione sulla non pace, sul dolore, e da lì partiva la conversazione con chi aveva preceduto la venuta di Cristo, Abramo, Mosè, e anche con i testimoni più piccoli dell’Antico Testamento (piccoli ma come diamanti preziosi!) Rizpa e Rut. La conversazione con coloro che erano stati resistenti nella fedeltà al progetto di Dio, e così hanno generato attorno a loro speranza.

Incontri di volti
Leggeva dentro gli incontri le fessure che aprivano la porta alla speranza. Amava la resistenza al male che coglieva dentro le situazioni difficili di tanta gente e ne condivideva ciò che lui stesso, vescovo, aveva imparato. Da Milagro e la sua mamma in una favela di Buenos Aires, al marinaio incontrato in treno che gli raccontava vicende della sua vita annotate tra gli inizi e la fine della lettura della Bibbia, di porto in porto, attraverso il mondo: quante cose si possono imparare con attenzione alla scuola dei poveri! Coglieva la grazia della presenza di Dio nell’energia con cui dei poveri erano capaci di resistere vivendo con dignità, proprio malgrado tutto.
L’incontro era per lui il luogo della rivelazione di Dio. E l’incontro era un volto, come l’incontro con Gesù era il volto di Gesù rivelativo del volto del Padre. Forse per questo i suoi testi parlano molto spesso di occhi, “l’occhio del povero”, di mani, di piedi concreti, quelli di Pietro, di Giuda, di Giovanni, e “degli uni e degli altri”, dei marocchini, dei barboni, della propria moglie e del proprio marito. Raccomandava agli operatori pastorali della sua chiesa diocesana di “allacciare rapporti umani più credibili, più veri, basati sulla contemplazione del volto”. In tal modo lo stile del servizio si rafforza nell’incontro con la concretezza non romantica della vita per trasformarla e renderla degna di quella vita dataci in abbondanza da Dio.
In don Tonino, la povertà stessa non è mai presentata come valore in sé, soprattutto se si presenta con i connotati della miseria. I poveri sono crocifissi dalle povertà e bisogna togliere i crocifissi dalle loro croci. Allora cambieremo le situazioni di morte in segni di resurrezione. “Quando la riflessione delle nostre comunità riuscirà a scoprire che i passi della pace sono le stimmate del Risorto?”, si chiedeva come pastore.
Convinto che non ci sono stimmate se non nel ricordo delle prove e delle ferite della vita, cercava di leggerle con la compassione attiva di colui che vuole superarle. In lui c’era come l’eco dei canti del Servo sofferente, di Isaia, nei quali c’è il tratto della compagnia del servo con coloro che son soli nel dolore e nell’oppressione. E questa compagnia diventa condivisione. È un servo che conosce la sofferenza perché l’ha attraversata e ci sta dentro e da quel luogo consola chi vive come lui nella stessa situazione. È un servo che intercede, cioè sta dentro le situazioni, e perciò parla e prega credibilmente. Mi colpiva che don Tonino teneva molto viva la speranza. Non l’illusione, ma la speranza che viene dalla fede in Dio e dalla fiducia nei fratelli. I suoi discorsi erano ricchi di ricordi positivi, di riferimenti ai santi e soprattutto ai martiri dell’amore vissuto, della nonviolenza, della giustizia, della pace.
Don Tonino si è sentito molto vicino alla spiritualità vissuta da mons. Romero. Commemorandolo in una messa a Roma, ha evidenziato la consapevolezza nel vescovo martire che “il Vangelo non è una metodica di emancipazione, ma

Le parole di don Tonino/II
Il profeta e i re. La carità. Edizioni e/o 1998
Il Rosario. Edizioni San Paolo 1998
Il tabernacolo del Signore. Edizioni Insieme 2002
Il vangelo del coraggio. Edizioni San Paolo 1996
In confidenza di Padre. Confessioni di un vescovo. La meridiana 2001
Insieme alla sequela di Cristo sul passo degli ultimi. Luce e Vita 1984
Insieme alla sequela di Cristo sul passo degli ultimi. Progetto pastorale. La meridiana 1984
L'eterno nel tempo (audiocassetta). Edizioni Insieme
La carezza di Dio (audiocassetta). Edizioni Insieme
La carezza di Dio. Lettera a Giuseppe. La meridiana 1988
La chiesa del grembiule. Edizioni San Paolo 1998
La navata del mondo. Spiritualità e impegno politico. Edizioni Insieme 1999
La speranza a caro prezzo. L'utopia della pace. Edizioni San Paolo 1999
Laudate et benedicete. Edizioni Insieme 1998
Le mie notti insonni. Edizioni San Paolo 1996
Lessico di comunione. Edizioni Insieme 1991
Luce solo luce. Un itinerario incarnato di spiritualità missionaria. Edizioni Insieme 2001
Manifesto di pace. Manni 2001
Maria donna dei nostri giorni. Edizioni San Paolo 1996
Natale oltre il futuro. Luce e Vita 1994
Nelle vene della storia (audiocassetta). Edizioni Insieme
Nelle vene della storia. Lettera a Gesù. La meridiana 1997
Non c'è fedeltà senza rischio. Per una coraggiosa presenza cristiana. Edizioni San Paolo 2000
Oltre il futuro. Perché sia Natale. La meridiana 1994
Pace è... ricerca del volto. Nel 30° del Movimento Cattolico Missionario. Edizioni Insieme 2002
Parole d'Amore. La meridiana 1992
Parole d'Amore (preghiere). Luce e Vita 1992
Pietre di scarto. La meridiana 1993
anche il convincimento che la povertà e la sofferenza non sono soltanto un oggetto da eliminare, bensì una realtà di cui farsi carico come il servo sofferente di Yahvé”. Come ha fatto Gesù, a questo proposito, don Tonino citava Romero: “Noi crediamo con l’apostolo Giovanni che Gesù è la parola di vita e che, dove c’è la vita, ci si manifesta Dio. Dove il povero comincia a vivere, dove il povero comincia a liberarsi, dove gli uomini sono capaci di sedersi intorno a una tavola comune per condividere ciò che hanno, là è presente il Dio della vita”.

Convivialità delle differenze
Ancora una volta la visione proposta è quella del profeta Isaia, di una tavola imbandita per una grande festa in cui anche le differenze dei popoli, delle culture, dei linguaggi, delle storie, dei percorsi, delle religioni, trovino uno sbocco conviviale. “La convivialità delle differenze” è stata in don Tonino un’espressione generatrice di tante riflessioni e scelte, soprattutto in ordine alla pace, che più che come problema morale poneva come problema di fede.
Quello della pace è il discorso teologico più robusto e più serio che oggi si possa fare, perché affonda le sue radici nel cuore del mistero trinitario. Se infatti pace è, come oggi si dice, “convivialità delle differenze”, e se è vero che la Santissima Trinità è anche essa “convivialità delle differenze”, dobbiamo concludere che pace è la definizione più vera del mistero principale della nostra fede, in cui contempliamo tre Persone uguali e distinte che siedono attorno al banchetto dell’unica natura divina. Di qui il nostro compito storico di saper stare insieme a tavola. Non basta mangiare: pace vuol dire mangiare con gli altri. Di qui il nostro compito storico di far sedere all’unica tavola i differenti commensali, senza pianificarli, senza uniformizzarli, senza schedarli, senza omologarli. Noi, popolo messianico…dobbiamo essere i ministri di questo convito”.
È per don Tonino un compito e una vocazione alla sequela del Signore per cui “siamo chiamati a essere i “re della pace” non gli schiavi della guerra; i tessitori di rapporti umani limpidi e carichi di tenerezza, non i ragionieri del calcolo e del tornaconto; i ricompositori dei piatti sbilanciati della giustizia, non i garanti del disordine legalizzato; i sarti del mantello del diritto, non gli industriali delle divise militari”.
Impressiona fortemente, nel contesto attuale, rileggere il richiamo di don Tonino già nel 1986: "La scelta nonviolenta di Cristo non solo deve ripercuotersi nella nostra prassi, ma deve anche risuonare sulle nostre labbra. Senza paure. Senza tanti ‘se’ e senza tanti ‘ma’”. In don Tonino c’è la gratitudine a Dio per il dono della pace dall’alto, ma c’è la forte consapevolezza che, se scende da Lui, tocca a noi canalizzarla. Chiederla come dono a Dio nella preghiera, significa anche farsi capaci delle nostre responsabilità nel coltivarla con scelte storiche concrete. Anche con denunce della corsa agli armamenti, delle spese per scudi spaziali, di alleanze per il dominio di pochi sulle risorse della terra. Tutto questo può provocare derisione, emarginazione, incomprensione. “La pace è il nuovo martirio a cui oggi la chiesa viene chiamata”.

Il nuovo martirio
È come nei primi tempi del Cristianesimo. I martiri stupirono il mondo per il loro coraggio. Così oggi la chiesa dovrebbe far ammutolire i potenti della terra per la fierezza con cui, noncurante della persecuzione, annuncia, senza sfumare le finali come nel canto gregoriano, il Vangelo della pace e la prassi della nonviolenza”.
Don Tonino amava i riferimenti a un altro martire della pace, Dietrich Bonhoeffer, che rileggeva il percorso umano di Cristo e di tanti martiri come una fedele testimonianza “a caro prezzo” della grazia di Dio gustata. Anche per don Tonino, la pace, come la grazia, è a caro prezzo. Non costa poco. Contrastare le logiche del deprezzamento delle persone e dei popoli, della mercificazione di tutti i rapporti, opporsi alle violenze dell’ingiustizia, alle illegalità, agli attentati alla pace, tutto questo costa il salire sulla Croce. Ma è una via redentiva che attrae credibilmente e che vince i labirinti di peccato del mondo.
Rileggo questi tratti spirituali di don Tonino nell’oggi di questa guerra dell’Iraq. Nel dramma si tessono vastissime reti di solidarietà e di presa di coscienza in favore di scelte di nonviolenza e di umanizzazione nel confronto con i conflitti. Sento echeggiare in me le parole di don Tonino inviate con una lettera pochi giorni prima di morire, a un convegno per la pace: “Vorrei dirvi: Non lasciatevi abbattere dalle difficoltà perché sul cammino della pace, chissà quanti ostacoli incontrerete e quante incomprensioni…. Bisogna spendere molto e voi spendetelo con gioia perché ne vale veramente la pena. Il mondo cambierà. Non può andare così: ma starei per dire che il mondo non ha manco vissuto momenti così esaltanti per un verso come quelli che sta vivendo oggi. Momenti di speranza. Momenti in cui le gemme che ci sono sui rami oltrepassano di gran lunga la tristezza delle foglie secche che stanno ai piedi degli alberi…. Ogni vostro gesto di pace sia visto dal Signore come una resa di lode data al suo nome e alla sua grandezza”.

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