Computer e parlamentari ombra
Andiamo
su http://www.parlamento.it e da lì colleghiamoci ai siti internet di
Camera e Senato. Possiamo conoscere l’attività parlamentare nei dettagli.
Anche quella delle commissioni. Vogliamo sapere cosa hanno discusso nella
Commissione Difesa della Camera dei Deputati? Vogliamo conoscere in anticipo
l’ordine del giorno della Commissione Esteri del Senato? Vogliamo studiare il
testo della proposta di legge che il senatore o il deputato che abbiamo eletto
non ha neppure sfogliato? Bene: possiamo farlo. Possiamo diventare dei
“parlamentari ombra”. Non potremo votare, ma saremo messi nelle condizioni
di controllare nei dettagli il lavoro ad esempio di una commissione
parlamentare. Dieci anni fa tutto questo non era possibile. Ora sì. Un esempio
di controllo telematico risale a quattro anni fa. Allora nacque una forte
mobilitazione contro la manomissione alla legge 185, quella sul controllo del
commercio delle armi. Essa nacque dalla consultazione dei siti internet di
Camera e Senato e dall’invio di migliaia di e-mail ai parlamentari. In
quell’occasione scoprimmo dei parlamentari distratti (o silenziosamente
complici), che si erano fatti passare sotto il naso un testo di revisione della
legge scritto al di fuori del Parlamento e approvato in tempi record nelle
commissioni.
Le
Iene, la popolare trasmissione per
giovani, verificò in modo veramente comico che non pochi parlamentari andavano
a votare un testo di legge che non avevano neppure letto. Recentemente sempre Le
Iene hanno verificato che alcuni parlamentari non conoscono neppure la data
della Rivoluzione Francese. Con la nuova legge elettorale il meccanismo ha
favorito non persone scelte dal popolo, ma candidati designati dalle segreterie
di partito. Molti sono degnissime persone. Ma altri sono solo carrieristi che
hanno ricevuto dal partito il loro “premio fedeltà”. Tutto ciò non può
che spingerci a “controllare” sempre di più gli eletti. Il Parlamento
svolge una funzione di controllo dell’Esecutivo. Ma i controllori,
ossia i parlamentari, non sempre fanno bene questo lavoro difficile e
impegnativo. Sono sommersi da chili di carte e da impegni che riempiono la
giornata di chi li vuole bene assolvere. Altre volte sono persone inaffidabili o
prive delle conoscenze necessarie. Il detto “chi controlla i controllori” è
stato spesso usato in modo ironico. Come dire: i controllori hanno gli stessi
vizi dei controllati. Ma con la cyber-partecipazione tutto questo
scetticismo salta e si apre una nuova frontiera della cittadinanza attiva.
Il
sito di Camera e Senato contiene tutte le e-mail dei parlamentari. Loro
spesso non le leggono, ma i loro assistenti sono pagati per farlo. Una proposta
praticabile (anche se potrebbe apparire audace) è quella di creare i nostri
“parlamentari ombra”, uno per ogni senatore e deputato che fa parte delle
due commissioni Difesa. Occorrono persone serie, preparate e di buona volontà
che leggano con un certo anticipo gli ordini del giorno delle commissioni, diano
l’allarme in rete (in inglese si dice alerts) e agli stessi
parlamentari distratti, che non hanno letto le carte e che magari quel giorno
hanno deciso di non andare in commissione perché hanno altro da fare. La scuola
può svolgere un ruolo importante. Purtroppo prevale una cultura
“disinteressata” che non impegna né gli insegnanti né gli studenti. Gli
studi preparano o al lavoro “basso” o alle professioni “alte” e creano
dei profili culturali completamente avulsi da una cultura organica alla
preparazione del cittadino attivo. Perché è lui che dovrebbe avere le
conoscenze per controllare le valutazioni di impatto ambientale, le centraline
di monitoraggio dell’inquinamento, i dati statistici e scientifici. Siamo in
ritardo, siamo inadeguati. E la cyber-partecipazione è una carta da
giocare contro la cultura della delega e per la riappropriazione della politica
come “potere di tutti”.