Contro le armi invisibili
Pax
Christi International rifiuta ogni tipo di produzione, sperimentazione,
trasporto, stoccaggio, utilizzo o possesso di armi biologiche e tossiche per
uccidere degli esseri umani e distruggere il cibo, i raccolti e gli animali. Le
riflessioni fatte negli Stati Uniti dopo l’11 settembre rivelano i pericoli
* Facilità di produzione degli agenti patogeni.
* Costi estremamente contenuti dei programmi di armamento biologico rispetto a quelli dei settori chimico e nucleare.
* Maggiore ‘efficacia’ delle armi batteriologiche rispetto a quelle chimiche e nucleari.
SVANTAGGI
* Limitata controllabilità degli effetti delle armi biologiche. Difficoltà di terminare e controllare completamente la disseminazione degli agenti patogeni, loro morte se esposti alla luce solare e al variare delle condizioni meteorologiche.
* Costi e rischi elevati per la conservazione degli agenti e il loro ‘caricamento’ nelle testate di guerra, difficoltà per ottenere particelle infettive dalle dimensioni ideali per l’inalazione.
* Difficoltà nella produzione di grandi quantità di alcuni microrganismi particolarmente letali.
* Discredito politico e condanna internazionale contro l’uso delle armi biologiche.
A.L.
Alla comunità internazionale
Pax Christi International raccomanda vivamente alla comunità internazionale di rafforzare il BTWC, aggiungendovi il protocollo che è stato negoziato dal gruppo ad hoc degli Stati-parte della Convenzione BTWC. Ci rendiamo conto che non è sufficiente rispettare tale protocollo per interdire il processo e l’utilizzazione delle armi biologiche e tossiche. Tuttavia il protocollo e l’Organizzazione per la Proibizione delle Armi Biologiche (OPBW, Organisation for the Prohibiion of Biological Weapons) sono degli strumenti necessari per rafforzare il regime internazionale di protezione contro le armi biologiche. Inoltre, essi contribuiranno a creare un clima di collaborazione internazionale per stimolare lo sviluppo pacifico di vaccini e altre biotecnologie. Il Protocollo di verifica dovrà invitare gli Stati partecipanti a continuare gli sforzi per sviluppare migliori procedure di verifica.
Alle autorità nazionali
Pax Christi International chiede ai governi nazionali di proteggere i propri cittadini così come i civili in altri paesi contro gli effetti di attacchi condotti con armi biologiche. Inoltre, i governi dovranno intraprendere misure preventive quali il controllo delle esportazioni a doppio uso (dual use), l’ispezione regolare delle installazioni a doppio uso, promovendo le Buone Pratiche di Fabbricazioni e le Buone Pratiche di Laboratorio, l’adozione di una legislazione sui “confidenti” per proteggere i singoli addetti che volessero riferire di situazioni sospette e la legislazione (laddove ciò non sia già in essere) per sanzionare l’attività di individui e organizzazioni nel campo delle armi biologiche. Tale legislazione dovrà contenere disposizioni sugli impieghi alternativi per il “confidente” nel caso in cui le relazioni tra il lavoratore “confidente” e il datore di lavoro si rivelassero irreparabilmente deteriorate. I governi dovranno allo stesso modo accordare asilo e protezione ai cittadini fuoriusciti da Paesi che denuncino i propri governi per programmi che prevedano l’impiego di armi biologiche di offesa.
Alle industrie
Pax
La
Convenzione per la proibizione dello sviluppo, produzione e immagazzinamento
delle armi batteriologiche, biologiche e delle tossine e per la loro completa
distruzione (BTWC) fu presentata il 10 aprile 1972, ed entrò in vigore il 26
marzo 1975. Attualmente, 162 Paesi hanno siglato la BTWC, 144 l’hanno
ratificata e 31 non hanno aderito. Nel
1969 la rinuncia statunitense allo sviluppo e all’impegno di sistemi d’arma
per la guerra biologica fu all’origine dei negoziati che portarono
all’adozione della BTWC. Tale scelta fu effettuata in un periodo nel quale non
sembrava esistere “nelle alte sfere miliari … il minimo serio interesse
per le armi biologiche” in quanto il loro sviluppo – sulla scorta delle
conoscenze scientifiche che si avevano in quegli anni – presentava più rischi
che vantaggi, e gli arsenali delle grandi potenze disponevano già di sistemi
d’arma come quelli nucleari maggiormente consoni ai dettami delle dottrine
strategiche esistenti. Contrariamente
a quanto accadde per gli accordi sul controllo degli armamenti nucleari, la BTWC
non prevedeva e non prevede tuttora alcun meccanismo specifico che verifichi il
rispetto dei divieti stabiliti dal trattato da parte dei Paesi che vi hanno
aderito. Inoltre vengono chiaramente lecite tutte le attività di ricerca e
sviluppo condotto dagli stati parte nell’intento di rafforzare il dispositivo
difensivo contro eventuali attacchi con armi batteriologiche. Sebbene
non si siano verificati, dal 1945 a oggi, casi conclamati di impiego massiccio
di armi biologiche, numerose sono le notizie relative alla potenzialità e alle
reali capacità di molti Paesi di dotare le proprie forze armate di un arsenale
batteriologico. Ciononostante le prove incontrovertibili al riguardo sono
pochissime: solo la Federazione Russa ha ammesso che l’URSS aveva fabbricato
sistemi d’arma per la guerra batteriologica dopo dell’entrata in vigore
della BTWC. Il secondo caso appurato è quello relativo all’Iraq, dove nel
1995, in seguito alle ispezioni condotte dall’United Nation Special Commission
(UNSCOM), fu portato alla luce il programma di armamento batteriologico
intrapreso dagli iracheni. Il terzo episodio riguarda il problema militare
chimico e batteriologico sviluppato in Sud Africa durante il regime dell’apartheid.
Secondo
le stime più prudenti, 10-15 Paesi possederebbero oggi agenti patogeni per
l’impiego militare o starebbero sviluppando ricerche per produrli. Di fatto il
dettato della BTWC è stato ampiamente disatteso giacché la costruzione in
laboratorio di nuovi agenti patogeni – anche se realizzata ufficialmente per
scopi ‘pacifici’ e ‘difensivi’ – è in pieno contrasto con quanto
sancito dall’art. 1 della Convenzione. Numerosi
Paesi mantengono strutture militari di ricerca a scopo difensivo nel settore
biologico e biochimico e, in questi ultimi anni hanno aumentato gli stanziamenti
per tali attività. Dal 1991, anno della guerra contro l’Iraq, si è
registrata una nuova accelerazione nei programmi militari difensivi contro la
guerra biologica. A.L.
Ai singoli
Pax Christi International chiede ai diversi ricercatori e agli altri addetti che lavorano con agenti biologici di far attenzione ai segnali di potenziali abusi. Gli individui dovranno avvertire i propri superiori o le autorità competenti nel caso in cui sospettino casi di possibili deviazioni. Vediamo in ciò una particolare responsabilità in capo ai professionisti medici e scienziati.
Alle Chiese
Pax Christi International invita la Santa Sede e il consiglio ecumenico delle chiese a pronunciarsi contro lo sviluppo, la produzione, lo stoccaggio o l’uso delle armi biologiche di distruzione di massa. Le differenti chiese dovranno favorire lo sviluppo e l’accettazione di un regime di verifica, anche se la possibilità di verifica non sono ancora sufficienti.
Questo documento è parte di un più ampio Rapporto di Pax Christi International sulle armi biologiche, reperibile sul sito www.paxchristi.net
Traduzione a cura della redazione.