CHIAVE D’ACCESSO

Su internet per scoprire l’incubo nucleare

Alessandro Marescotti
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L’incubo nucleare esiste ed è sul sito del Center for Defense Information: www.cdi.org/Issues/NukeAccidents/accidents.htm  Riporta un dettagliato elenco di incidenti nucleari militari. Per chi non ha dimestichezza con l’inglese ecco qui il riassunto di quattro episodi salienti.

Cominciamo con il 10 marzo 1956, siamo sopra il Mar Mediterraneo. Un bombardiere B- 47, che trasporta due capsule nucleari, scompare. L’aereo, in un volo senza soste dalla base aerea di MacDill (Tampa, Florida) si dirige verso una base aerea straniera segreta (italiana?). Nonostante una ricerca estesa non vengono ritrovati né l’aereo, né l’equipaggio né le capsule nucleari.

Il 24 gennaio 1961 a Goldsboro, in Nord Carolina, sta per accadere una catastrofe nucleare. Un bombardiere B-52 con due bombe nucleari va a pezzi mentre è in volo. Cedimento strutturale dell’ala destra. Cadono le due bombe nucleari. Il paracadute di una delle due bombe si apre correttamente e il danno alla bomba è minimo. Ma il secondo paracadute della bomba funziona male, la bomba va in pezzi nell’impatto. Materiale radioattivo si sparge sopra un’ampia area. Secondo Daniel Ellsberg, la bomba avrebbe potuto accidentalmente esplodere perché “cinque dei sei dispositivi di sicurezza avevano fallito”. Il fisico nucleare Ralph E. Lapp ha sostenuto quest’affermazione, dicendo che “solo un unico interruttore” ha “impedito alla bomba di detonare e di spargere fuoco e distruzione sopra un’ampia area”. Malgrado una ricerca estensiva il nucleo della bomba, altamente arricchito di uranio, non è mai stato ritrovato. Tre membri dell’equipaggio sono rimasti uccisi nell’incidente.

Il 5 dicembre 1965, a bordo della portaerei Ticonderoga USS (CVA- 14) nell’Oceano Pacifico, un aereo A-4E Skyhawk dotato di una bomba nucleare rotola fuori dal montacarichi della nave e cade in mare. La bomba cade negli abissi a una profondità di approssimativamente 16.000 piedi. I funzionari del Pentagono temono che l’intensa pressione dell’acqua possa causare l’esplosione della bomba B-43 all’idrogeno. Muore il pilota mentre l’aereo e la bomba vanno perduti.

Scoppia la crisi di Cuba, la Casa Bianca schiera la sua flotta per impedire l’installazione dei missili sovietici nell’isola. Il mondo è sull’orlo della guerra atomica. Un campanello d’allarme, che deve indicare l’inizio di una guerra con l’Unione Sovietica, si accende accidentalmente. È il 25 ottobre 1962 e il campanello squilla nella base militare di Volk Field, nel Wisconsin. I piloti corrono ai loro aerei dotati di armi nucleari e sono pronti a partire quando l’errore viene individuato da un ufficiale nel posto di comando. Ai piloti viene ordinato di ritornare.

Di queste cose non si deve parlare perché la gente si allarma e alla fine non vuole più le 29 bombe atomiche ancora piazzate in Italia, 18 ad Aviano e 11 a Ghedi, come si legge nel recente saggio dello scienziato Paolo Cotta-Ramusino, anch’esso rintracciabile su Internet. Tralasciano il sito di Greenpeace e il noto dossier sugli incidenti nucleari in mare, segnaliamo infine un notiziario del rischio nucleare (Peace News Nuke www.energy-net.org/IS/PEACE/FED/OLIST.HTM) e un altro dossier molto documentato è nel sito www.bashar.com/GSP/nukeaccidents.htm

 

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