CHIESA

Sentinelle, non solo alla finestra

Da oltre un anno anche i cattolici italiani tentano di muoversi insieme sui temi della globalizzazione e della pace.
Riccardo Moro (economista, direttore Fondazione Giustizia e Solidarietà)
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“Cari amici, vedo in voi le sentinelle del mattino (cfr Is 21, 11-12) in quest’alba del terzo millennio. Nel corso del secolo che muore, giovani come voi venivano convocati in adunate oceaniche per imparare a odiare, venivano mandati a combattere gli uni contro gli altri. Oggi siete qui convenuti per affermare che nel nuovo secolo voi non vi presterete a essere strumenti di violenza e distruzione; difenderete la pace, pagando anche di persona se necessario. Voi non vi rassegnerete a un mondo in cui altri esseri umani muoiono di fame; restano analfabeti, mancano di lavoro. Voi difenderete la vita in ogni momento del suo sviluppo terreno, vi sforzerete con ogni vostra energia di rendere questa terra sempre più abitabile per tutti”.

Da

ONU e armi
Occorre ridare ruolo alle Nazioni Unite. È urgente un processo credibile e autentico di riforma di questo organismo internazionale che ne rafforzi democrazia, autorevolezza ed efficacia, in particolare nella sua responsabilità di principale attore in favore della pace nel mondo. In questo quadro, sono da privilegiare gli approcci ‘locali’, valorizzando anche i contributi di mediazione non governativi, affrontando tutti i conflitti, anche quelli interni quando violano la libertà delle popolazioni. Altrettanto necessario è combattere autenticamente il commercio delle armi, adottando meccanismi di limitazione e controllo a partire dall’informazione su tutte le operazioni di vendita e acquisto. Nessuna copertura finanziaria pubblica deve essere data a chi produce e vende le armi.
(dal Manifesto “La pace condizione essenziale per lo sviluppo globale”)
queste parole, pronunciate dal Papa a Tor Vergata durante la Giornata Mondiale della Gioventù dell’anno giubilare, si è avviato un percorso che da qualche tempo sta accomunando numerosi soggetti ecclesiali italiani. “Sentinelle del mattino” è il nome che raccoglie una sessantina fra associazioni, movimenti e congregazioni missionarie che hanno deciso di avviare un cammino comune sui temi della globalizzazione e della giustizia economica e sociale internazionale.

7 luglio 2001

L’occasione per partire venne dallo svolgimento in Italia del vertice annuale del G8. Questo evento suscitò in Italia grande attenzione e, come ogni anno, attirò la mobilitazione della società civile che desidera offrire ai leader un punto di vista diverso da quello considerato ‘ortodosso’ dai Paesi più ricchi. Come tutti ricorderemo, con l’avvicinarsi del vertice si creò nel nostro Paese una tensione sempre maggiore, che faceva temere sui possibili esiti violenti, spontanei o provocati, delle manifestazioni previste durante le riunioni ufficiali. L’appuntamento, però, non poteva essere ignorato e circa una sessantina di soggetti ecclesiali, dall’Azione Cattolica all’Agesci, dalle Acli a MCL, dal movimento dei Focolari alla Comunità di Sant’Egidio, da Pax Christi al Movimento Giovanile Salesiano, nonché le congregazioni missionarie, decisero di offrire il loro contributo presentando ai leader che si riunivano, ma anche a tutta la comunità italiana, un Manifesto che chiedeva, con proposte concrete, di governare la globalizzazione per renderla “umana e umanizzante”. Il 7 luglio, due settimane prima del vertice, il Manifesto venne presentato in un evento festoso e molto partecipato al Teatro Carlo Felice di Genova, e fu consegnato al rappresentante del governo italiano proprio sotto il “Cristo campesino”, il crocefisso sudamericano che due settimane dopo sarebbe stato appeso nella chiesa di Boccadasse a guidare la veglia di preghiera organizzata dai missionari contemporaneamente allo svolgimento del vertice.

Il Manifesto era stato scritto da un gruppo di giovani di diverse associazioni che avevano lavorato insieme per alcune settimane. Obiettivo del documento era quello di individuare le richieste da sottoporre al gruppo degli Otto, partendo dalla tutela della dignità della vita come valore comune per tutte le culture e tutti i cittadini del pianeta. Per questo il Manifesto si avviava con una magistrale definizione di Jaques Maritain del concetto di persona, proseguiva esaminando gli ambiti in cui oggi la dignità della vita umana è violata, indicando per ognuno di essi le azioni che il G8 potrebbe realizzare e che avrebbero notevole efficacia per restituire dignità alla vita di milioni di persone. Nella terza parte, quella finale, il Manifesto indicava quali regole occorre promuovere per il futuro per rendere la globalizzazione strumento per diffondere opportunità e non fenomeno inarrestabile al quale sottomettersi rassegnati e timorosi chiudendo gli occhi. Il documento e la manifestazione ebbero un notevole risalto sulla stampa

Chi ha firmato il manifesto 2002
Azione cattolica italiana, Acli, Agesci, Centro volontari sofferenza, Centro nazionale apostolato giovanile dei gesuiti italiani, Conferenza istituti missionari in Italia, Compagnia delle opere, Comunità di Sant’Egidio, Consulta nazionale del movimento giovanile salesiano Italia, Centro sportivo italiano, Cvx nazionale, Francescane missionarie di Maria, Fuci, Gifra Italia, Gifra minori, Gioc, Giovani per un mondo unito Focolarini, Movimento cristiano lavoratori, Confederazione nazionale delle Misericordie, Missionari comboniani, Missionarie comboniane, Missionari della Consolata, Missionarie della Consolata, Missionari saveriani, Missionari d’Africa (padri Bianchi), Missionarie dell’Immacolata (Pime), Missionarie di Maria (Saveriane), Missionarie Nostra Signora degli Apostoli, Missionari maristi, Movimento giovanile Costruire, Movimento giovanile missionario delle Pontificie opere missionarie, Movimento giovanile salesiano, ass. Papa Giovanni XXIII, Pax Christi, Pime, Scs-Cnos (Servizi civili e sociali/Centro nazionale opere salesiane), Società missioni africane, Verbiti, Volontari nel mondo-Focsiv.
italiana e ricevettero la ‘benedizione’ del Papa, che avviò l’Angelus della domenica 9 luglio, quello dedicato all’imminente summit, proprio rivolgendo il pensiero ai giovani riuniti a Genova. L’esperienza di “Sentinelle del mattino” è proseguita durante l’anno con un lavoro poco rumoroso, ma costante e teso a permettere a tutti di condividere stimoli educativi e occasioni di partecipazione. In primavera si è svolto a Loreto un seminario di approfondimento sui temi della globalizzazione e durante l’anno sono stati presentati documenti rivolti al Governo e al Parlamento italiani in occasione della Conferenza internazionale di Monterrey, convocata dall’ONU per discutere del finanziamento dello sviluppo, e del nuovo vertice del G8 in Canada.

Dopo Genova, Firenze

Fin qui il passato. Veniamo ora al presente. Il presente si chiama “Sentinelle del mattino 2002”, cioè la manifestazione che si è svolta a Firenze il 21 settembre. Tra i promotori figura anche la Compagnia delle Opere. È un fatto importante, che segna per forza di cose un passo nuovo nel cammino avviato a Genova e che arricchisce, nella accezione più bella della parola, il cartello di “Sentinelle del mattino”. Peraltro è un fatto nuovo, ma non è un fatto straordinario, è un fatto naturale che i cristiani camminino insieme. A Firenze ci si è ritrovati non più in occasione di un evento esterno, ma per dare il segno della volontà di proseguire in una sorta di avvio d’anno comune. A questo fine è stato presentato un nuovo Manifesto che serve a orientare il futuro. Se il Manifesto precedente era caratterizzato dalle richieste ai governi, quello attuale, per la sua funzione, si dedica più alle caratteristiche e alle ragioni del camminare insieme. Si avvia con una sottolineatura dell’identità, prosegue con un esame della situazione della famiglia umana che abita il pianeta e che ancora non è in grado di offrire a tutti i suoi membri le stesse opportunità, descrive le modalità concrete attraverso le quali personalmente e comunitariamente si è già impegnati a costruire pace e giustizia e si conclude con un elenco degli ambiti nei quali è importante sviluppare un’azione di governo a livello nazionale e internazionale. Sono quelli già presenti nei documenti dell’anno scorso e su questi verrà rivolta particolare attenzione nei prossimi mesi.

Dopo il 21 settembre che cosa si può immaginare per il futuro? Quale sarà la

Costruire la pace
Questo nuovo secolo, dopo quello precedente che ha visto il maggior numero di martiri cristiani della storia, già al suo inizio è stato segnato da terribile violenza. Molti uomini e molte donne, presi dalla paura per il futuro, si sono lasciati trascinare nella rassegnazione, nel pessimismo, indulgendo al terrorismo sempre deprecabile, rassegnandosi alla via del conflitto. Siamo consapevoli dell’enorme potenziale di male che è racchiuso nel nostro mondo. È facile lasciarsi trascinare dalla violenza, dallo scontro degli uni contro gli altri, dall’opposizione di un mondo contro un altro, dallo scontro di una religione e di una cultura contro un’altra. La compassione di Gesù per il dolore del mondo ci impongono di cercare assieme le vie della pace e della solidarietà. Il mondo intero ha bisogno di speranza. La speranza di poter vivere con l’altro, la speranza di non essere dominati dalla memoria dei torti subiti, la speranza di costruire un mondo in cui tutti possano vivere con dignità; la speranza della civiltà dell’amore e del perdono di cui parla Giovanni Paolo II.
Sentiamo ancor più urgente in questo tempo in cui spirano venti di guerra, la necessità di proseguire con decisione la via del dialogo per superare divisioni e conflitti. Il dialogo non lascia indifesi: può proteggere. Non indebolisce: può rafforzare. Il dialogo può trasformare l’estraneo in amico e può liberare tutti dal demone della violenza. Nulla è mai perduto con il dialogo. Ci impegniamo a fare crescere nel mondo l’arte del dialogo e del convivere. Il mondo intero ne ha bisogno. Non è il conflitto che salva. Condanniamo ogni forma di terrorismo; crediamo nel negoziato; preferiamo nettamente decisioni concertate e non unilaterali al fine di rafforzare e non indebolire l’azione delle istituzioni internazionali. Crediamo che la migliore risposta da dare alle minacce del terrorismo e della guerra sia, innanzitutto, quella della conversione personale unita a un impegno ancora più convinto per la costruzione della pace, attraverso il dialogo interreligioso e la solidarietà globalizzata, per rendere più giusti e sostenibili gli equilibri del mondo.
(dal Manifesto “La pace condizione essenziale per lo sviluppo globale”)
presenza del cartello nel dibattito del nostro Paese? Oltre i confini ecclesiali pare di cogliere qualche delusione quando “Sentinelle del mattino” non partecipa o non aderisce ad appuntamenti della società civile italiana e internazionale sui temi della globalizzazione. Ma occorre ricordare che si tratta di cartello di soggetti ecclesiali. Al suo interno convivono associazioni abituate a essere protagoniste del dibattito civile e politico e congregazioni religiose, associazioni giovanili e movimenti di adulti. Non si può pretendere dal cartello di essere ciò che non può essere. Saranno i singoli membri del cartello a continuare nelle azioni che già conducono, sia singolarmente che con altri soggetti anche non ecclesiali. La vita del cartello non esaurisce l’azione dei membri, viceversa la rafforza, offrendo strumenti per fondare le ragioni dell’agire. Le “Sentinelle del mattino”, che sono prevalentemente giovani, ma non solo, vogliono che la globalizzazione sia governata per eliminare le clamorose disuguaglianze che oggi esistono nel pianeta. Sradicare la povertà significa peraltro eliminare alla radice una parte significativa delle cause che oggi generano la guerra e il terrorismo.

Costruire la pace dunque significa operare per sradicare la povertà, governando la globalizzazione in modo che opportunità e risorse vengano messe a disposizione di tutti nello stesso grado. Questo è un compito difficile, anche perché il contesto della globalizzazione è recentissimo. Occorre dunque un approfondimento e un’elaborazione culturale che permettano di conoscere e comprendere i fenomeni e individuare gli strumenti per governarli. Le “Sentinelle del mattino” vogliono condividere il cammino per studiare questi fenomeni e tradurre questa elaborazione in termini educativi. Concretamente questo significa condividere e diffondere strumenti formativi (sussidi, incontri e approfondimenti) e stili di vita, personali e comunitari, capaci di dare coerenza ai nostri comportamenti, ma anche di dare forza alla domanda politica di tutelare la dignità della vita di tutte le donne e gli uomini del pianeta. A partire da quella elaborazione e da quella azione quotidiana, in occasioni particolari, le “Sentinelle del mattino” non avranno paura di parlare alla politica, stimolandola a mettere la promozione umana al centro delle decisioni. Dunque per il futuro il programma è studiare e servire, senza cercare la visibilità, ma privilegiando la formazione, con l’obiettivo di offrire strumenti prima che di apparire protagonisti. Certo, è uno stile poco rumoroso. Peraltro si tratta di soggetti ecclesiali, che hanno il compito di educare alla politica, non di farla in prima persona. È però uno stile concreto, di persone determinate. Tutt’altro che rassegnate.

 

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