La parola non detta
Il potere dei dati?
Statistiche sulla povertà e i poveri, sulle guerre e le armi, sullafame e la siccità, sulla desertificazione e la deforestazione;dati sulle donne e i bambini e le bambine sembrano risuonarecome un’eco... Il possesso di dati ci dà l’impressionedi tenere la situazione sotto controllo, di conoscere il mondointero, di poter risolvere i problemi e di poter giudicare edirigere la storia. Avere dati è anche il nostro nuovo potere.Avere dati è l’inganno più sottile del mondo virtuale per tranquillizzarele nostre intelligenze, per distrarci dalle nostre frustrazioni,per ergerci sopra la storia e sentirci presenti in ogniluogo. Ciò nonostante la vita scorre più profonda, circola inaltro modo, più dentro, dove probabilmente sembra nonesserci spazio per la parola umana, né per quella divina. Disilenzio fu avvolta la vita di Giobbe... passarono lunghi anni,forse quaranta, durante i quali il silenzio avvolse il popoloche peregrinava nel deserto.
C’era silenzio quando si distillavano le prime gocce di rugiadae di pioggia; quando il cielo apparve attraversato da lucie dal primo apparire dei colori (Giobbe 38, 39). C’era silenzioquando improvvisamente si mostrarono i primi tratti umanicon muscoli e ossa, quando si delinearono le forme deicorpi e cominciò la prima respirazione. C’era silenzio quandoRut si unì a Booz. Tuttavia c’era silenzio anche quandofurono condannati a morte i Maccabei. C’era silenzio quandoGesù restò solo con la donna che altri consideravanoadultera o quando le donne restarono sole mentre si chiudevacon attenzione il sepolcro. Probabilmente il silenzio èmolto più intenso della parola, pronunciata o scritta. Probabilmentela vita è presente intensamente ed eloquentementenel silenzio.
Strana eloquenza
Ci sono stati nella storia molti momenti nei quali le parole erano proprietà di coloro che ufficialmente dettavano il ritmodella storia politica e religiosa. Ci sono state molte epochenelle quali la storia, secondo la parola di alcuni, ha soffocatola propria sapienza. Ci sono stati anche tempi nei si cacciavanoo si condannavano quelli che chiedevano la parola.Tuttavia, nonostante tutto questo, il silenzio s’impose conla sua misteriosa eloquenza, interpretando e ricreando.
Ricordare oggi il silenzio e la sua eloquenza significa aiutarcia far memoria di quelle parti della storia che anche sepresenti non sono i criteri d’ispirazione per la ricerca di unaltro mondo possibile, di diverse relazioni e di una storiadiversa. Far memoria del silenzio come vera parola alternativa,spiegazione delle situazioni storiche, capacità di resistenzacreativa nei momenti di crisi della vita è importanteper poter percorrere strade alternative abitate da soggettianimati dal calore dei loro gesti.Probabilmente oggi è necessario, soprattutto in questo tipodi mondo, dar nome ai silenzi, perché significa evocare lesituazioni più dimenticate della storia contemporanea. Significanominare Paesi in guerra percorrendo le strade dei continenti,ma anche gli sguardi dei rifugiati, dei profughi, degliimmigrati, delle donne e degli uomini che debbono prostituirei loro corpi per sopravvivere in questa storia... Dar nomeal silenzio, evocarlo, ricordarlo significa anche cercare sintonietra la storia di coloro che soffrono e la storia di tutti gliamanti solidali e non arroganti.“Il Paese che noi sogniamo dovrebbe essere un luogo conopportunità economiche, sociali e lavorative per tutti i suoicittadini, che assicuri il frutto dei loro sforzi, nel quale esistauna effettiva sicurezza giuridica che agevoli la convivenzadei cittadini. Un Paese nel quale i governanti, eletti democraticamente,effettuino una gestione trasparente delle risorsepubbliche e disimpegnino le loro funzioni a beneficio deiloro rappresentati e nel quale siano assicurate le istanze partecipativenecessarie perché essi possano esercitare un controllodemocratico sui loro rappresentanti. Sono le donne chein maggioranza chiedono un Paese senza corruzione. Lepersone prive di scolarità chiedono soprattutto di potersi capiretra tutti e tutte” (Relazione sullo sviluppo umano del 2002).Questi silenzi s’intrecciano e probabilmente sono gli uniciche riescono a dare alla luce la parola, cioè l’eloquenza dellavita che torna a cantare nella carne, così come si rimiseroin piedi le ossa secche nel deserto storico della realtàsociale e religiosa del profeta Ezechiele (Ez, 37).