C’è chi rema contro
La stagione che stiamo vivendo sembra nuovamente farci ripiombare in una stagnazione ecumenica che appare sempre più come una regressione rispetto alla primavera conciliare.
I segnali sono purtroppo numerosi: dialoghi teologici che ristagnano o che si accontentano di trovare compromessi minimalisti; contenziosi giuridico-pastorali che feriscono e dividono le comunità locali; timori identitari che si traducono nella rimessa in discussione di acquisizioni precedenti: basti pensare, per esempio, che il pur lodevolissimo lavoro che ha condotto alla stesura e alla approvazione della Carta Ecumenica da parte delle Chiese cristiane d’Europa, non ha potuto inserire tra gli impegni che i cristiani si assumono quello di ‘pregare insieme’, ma solo un molto più riduttivo ‘pregare gli uni per gli altri e per l’unità della Chiesa’, come se non fosse scandaloso per dei cristiani il recitare il Padre nostro ciascuno per conto suo.
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Note
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