ARMI

Per un mondo disarmato

La maggioranza dei governi vuole un controllo ferreo sulle armi.
Il commento della Campagna Control Arms all’Assemblea Generale dell’ONU.
Riccardo Troisi (ControlArms)

La maggioranza dei governi mondiali ha confermato di volere un Trattato Internazionale sul Commercio di Armamenti durante le sessioni del comitato sulle armi convenzionali dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Le sessioni si sono concluse lo scorso 2 novembre e hanno condotto a proposte scritte che richiamano il rispetto degli standard internazionali sui diritti umani e le leggi umanitarie sui trasferimenti di armi.

Il rispetto dei diritti umani

Due nuovi documenti di analisi (UN Institute for Disarmament Research, Analysis of States’ Views on an Arms Trade Treaty; Amnesty International and NGO partners, A Global Arms Trade Treaty: What States Want), diffusi durante il dibattito alle Nazioni Unite, hanno indagato le indicazioni date dagli Stati al Segretario Generale trovando che la maggioranza dei governi spinge per un forte rispetto dei diritti umani nel contesto delle decisioni sui trasferimenti di armi. Il grande impegno della maggioranza dei governi si estende anche alla possibilità di direttive che vincolino al rispetto delle leggi internazionali umanitarie (come le Convenzioni e i Protocolli di Ginevra) e per un divieto di armare i gruppi terroristi.

Altri criteri citati da diversi governi in vista della stesura del Trattato riguardano la limitazione o impossibilità di trasferimenti dove esiste un chiaro rischio di successivi dirottamenti, come avviene quando si violano gli embarghi internazionali, e se c’è il pericolo che le armi vengano usate per gravi crimini o possano avere impatto negativo sullo sviluppo sostenibile.

La Campagna Internazionale Control Arms (e con essa la Rete Disarmo che la rilancia in Italia) applaude questa inedita e importante dimostrazione di supporto verso un forte Trattato Internazionale sul Commercio degli Armamenti (ATT nella sigla inglese) proveniente in maniera speciale da Stati africani.

La Campagna è stata lanciata internazionalmente da Amnesty International, IANSA (Rete Internazionale di Azione sulle armi leggere, di cui Rete Disarmo è partner italiano) e Oxfam International.

Tra le azioni internazionali recenti di questa azione va ricordata la pubblicazione di un report sul costo della violenza armata per l’Africa e l’invito verso un Trattato rilasciato da un gruppo di leader militari di tutto il mondo.

Più controlli

“È davvero straordinario vedere come così tanti governi diano la loro adesione a un controllo internazionale del commercio di armi che potenzialmente potrà salvare un incalcolabile numero di vite ogni anno. In particolare molti Stati africani, in cui si combattono i più cruenti conflitti della terra, hanno sottolineato la necessità di subordinare i trasferimenti di armi alle leggi internazionali sui diritti umani e ai percorsi di sviluppo sostenibile. Il commercio incontrollato di armi potenzia i conflitti e la povertà e comporta certamente gravi abusi dei diritti umani”, ha affermato Anna Macdonald, responsabile di Control Arms per Oxfam International.

Il prossimo passo nello sviluppo di un Trattato Internazionale sul Commercio di Armamenti consisterà nel lavoro di un Gruppo di Esperti Governativi (GGE) di 28 diversi Stati (compresa l’Italia) tra i quali si possono annoverare i maggiori esportatori di armamenti e molte delle nazioni colpite da flussi irresponsabili di armi. In febbraio il GGE comincerà a inserire le indicazioni dei governi in una prima bozza di futuro Trattato e quindi presenterà il risultato del proprio lavoro nell’incontro, del prossimo ottobre 2008, del Primo Comitato dell’Assemblea Generale ONU.

“Le persone comuni e i cittadini dovrebbero essere grandemente incoraggiati che la maggior parte degli Stati desideri oggi controllare il flusso mondiale delle armi convenzionali che contribuisce in maniera pesante agli abusi dei diritti umani, ma un piccolo gruppo di Stati molto potenti (come USA, Cina, Russia e India) rimangono sfortunatamente ancora scettici al riguardo” commenta Brian Wood, Responsabile dell’ufficio Arms Control Research di Amnesty International.

“153 Stati hanno votato a favore del Trattato, oltre 100 hanno inviato indicazioni scritte e 70 hanno fatto richiesta di poter partecipare al gruppo di esperti che andrà a modellare il testo definitivo”.

Al bando le armi leggere

A tutti i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’ONU viene assegnato di diritto un posto in gruppi di esperti di questo tipo, ma gli Stati Uniti non hanno ancora deciso se accettare questo ruolo e partecipare ai lavori del GGE. Gli Stati Uniti sono stati gli unici a votare contro la risoluzione per il Trattato adottata dall’Assemblea Generale dell’ONU nello scorso dicembre, quando 153 governi hanno deciso di intraprendere questo importante percorso.

Anche nelle risoluzioni adottate il 2 novembre gli Stati Uniti hanno espresso un voto contrario, in particolare sulla risoluzione ONU che indice un Incontro Biennale fra Stati dedicato alla prevenzione dei traffici illeciti di armi leggere a cominciare dal prossimo luglio. La risoluzione, che invita inoltre i governi a prendere forti provvedimenti contro gli intermediari di armamenti, è passata con 165 voti a favore e 1 contrario.

“Questo documento dimostra la schiacciante volontà da parte degli Stati membri delle Nazioni Unite di ridurre il flagello globale delle armi leggere che ogni giorno uccidono nel mondo circa 1000 persone. Ci aspettiamo che l’incontro di luglio sia realmente efficace e costruttivo”, afferma Rebecca Peters, direttrice di IANSA.

Anche la Campagna italiana e le organizzazioni che la compongono accolgono favorevolmente i risultati ottenuti in sede internazionale, sottolineando soprattutto che i temi scelti per l’Incontro Biennale di Luglio sono gli stessi che la Campagna Control Arms, e più in generale il lavoro di Rete Disarmo, stanno portando avanti anche in ambito nazionale. Un maggior controllo sul commercio di armi leggere (di cui il nostro Paese è il secondo esportatore mondiale) e una legislazione ferrea sugli intermediari (“broker”) e i trafficanti di armi sono, da alcuni anni, tra i principali obiettivi del lavoro delle organizzazioni del disarmo in Italia.

Infine, la Campagna Control Arms auspica che la presenza del Governo Italiano nel Gruppo di Esperti intergovernativi che dovrà stendere la prima bozza di Trattato porti a un contributo di alto livello all’elaborazione di questo importante documento.

Confidiamo, e in questo senso sono andate diverse assicurazioni del Ministero degli Esteri e dell’esecutivo, che l’Italia si faccia portatrice, nei vari consessi mondiali, delle istanze di controllo e sicurezza che sono state alla base della grande mobilitazione popolare su Control Arms, che anche nel nostro Paese ha visto decine di migliaia di persone “mettere la faccia” contro il flagello del commercio indiscriminato di armi.

 

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