Vicenza: città dai molti volti
No dal Molin chiama in piazza credenti e non credenti.
Vicenza. Un nome, un’onta da non pronunciare e da nascondere, con il silenzio: di Stato. Una città dai molti volti.
Città stuprata e venduta dai poteri per trenta denari di circonvallazione.
Città impreparata al confronto democratico, che identifica no base con no global-disobbedienti, che teme dissenso e contestazione, blindata per inaugurare il nuovo teatro.
Città del pensiero unico, il proprio; di commercianti che raccolgono migliaia di firme per lo sciopero contro i loro clienti: i manifestanti.
Città dell’autogol, costretta ad abbassare i toni, ad arrendersi ai pacifisti per ragioni di bottega: “schei”, cioè soldi.
Città di “paroni a casa nostra”, con la doppia residenza: la seconda alla Casa Bianca.
Città bugiarda, che paga agli USA mezzo milione di euro per il suo campo da rugby.
Città bigotta, ricca d’oro, di case vuote e di miseria perché affamata di bordelli.
Città dei silenzi.
Città che blocca i lavori e interroga le coscienze anche di chi disinnesca bombe e si gioca la propria vita per salvare quella altrui, ingannati, loro come noi, dal contratto sottoscritto con gli USA nel 2006.
Città di rare istituzioni, Torri e Quinto che dicono NO al Villaggio Americano di 400.000 mq. raddoppiabili.
Città crocevia del mondo e snodo di controinformazione: www.altravicenza.it.
Città arcobaleno di pace e contraddizioni, di realtà visibili e note, del Presidio Permanente No dal Molin e del Coordinamento dei comitati con CGIL.
Città di artisti che invadono la Biennale con centinaia di croci, fantasmi dei morti della grande guerra.
Città dell’Altro Comune, di Palladio, in festa per i suoi cinquecento anni, testimonial della campagna “Fuori la città dall’Unesco”.
Città di Cittadini invisibili che difendono i beni comuni, di assediati che assediano l’invasore, con le pignatte o in silenzio, dalla Ederle alla Pluto, che presidiano sui marciapiedi l’ovest del Dal Molin e l’est con il doppio tendone.
Città che prega per le strade scortata dalle forze dell’ordine, cittadini rispettabili e rispettati, che impara a digiunare per la pace, che ritrova 54 preti, 2 religiosi e 8 religiose capaci
di esprimersi sul Dal Molin a titolo personale.
Città non sottomessa, non si rassegna e resiste nel segno dell’amore, ancora capace di guardare negli occhi e parlare al cuore dei carnefici, avversari e mai nemici, e Ponzi Pilati, fratelli da sempre.
Città che sogna insieme, consapevole che è lottando così che si costruisce e si diffonde la speranza e la fiducia che il mondo nuovo è possibile e va costruito oggi, qui e ora.
Città di pacifisti e nonviolenti, anche cristiani.
Città di fede, speranza e carità.
VICENZA.