CHIAVE D’ACCESSO

La democrazia in rete

Il potere di “scovare le informazioni” deve basarsi sugli uomini o sugli algoritmi?
Dall’internet della cooperazione intellettuale nasce un nuovo rivoluzionario motore di ricerca.
Alessandro Marescotti (a.marescotti@peacelink.it)

Siete abituati a usare Google? Provate un nuovo motore di ricerca: Wikia Search. L’indirizzo è http://search.wikia.com

Comparate i risultati di Google e quelli di Wikia Search. Vi troverete di fronte a un cambiamento radicale dei criteri di ricerca. La novità sta nel fatto che Wikia Search non dà il potere totale agli algoritmi matematici, ma dà la centralità alla valutazione umana. Sono, cioè, le persone e non le formule matematiche a stabilire la valutazione della qualità di una pagina web. Quella pagina merita di apparire al primo posto anziché un’altra quando si effettua una ricerca? Chi lo decide?

Wikia Search lo fa decidere agli utenti di internet, mentre gli altri motori di ricerca lo fanno decidere a regole matematiche appositamente studiate (“algoritmi”).

Wikia Search è un motore di ricerca “open source”, ossia “aperto” e modificabile dalla comunità degli utenti, non cala dall’alto le soluzioni, ma le condivide con logiche simili a quelle di Wikipedia. La versione di prova (detta versione “alfa”) ha debuttato il 7 gennaio 2008 con un patrimonio di informazioni pari a 100 milioni di pagine web censite (o, meglio ancora, “indicizzate”).

Ma cerchiamo di capire come funziona un motore di ricerca e come “ragiona” attraverso algoritmi matematici. I primi motori di ricerca erano stupidi e si basavano, ad esempio, su quante volte la parola ricercata fosse presente nella pagina web. Poi sono emersi algoritmi più “intelligenti”. Ad esempio  Google verifica quante volte una pagina è “linkata” da altre. Se è linkata è “popolare”. Il peso maggiore viene dato ai link provenienti da siti molto consultati, che ricevono cioè a loro volta molti link. Tuttavia questa logica della “popolarità” del sito potrebbe portare a un paradosso. Ad esempio una pagina web di scadente qualità collocata su un sito molto noto prevarrebbe – nelle logiche di ricerca di Google – su una pagina web di ottima qualità collocata su un sito meno noto, a meno che altri siti non abbiano effettuato tanti link diretti all’ottima pagina del sito meno noto.

Wikia Search tenta di cambiare alla base il sistema togliendo il potere agli algoritmi matematici e ponendolo nelle mani degli utenti. Così la valutazione della qualità delle pagine web ha un’origine umana (“democratica”) e non matematica.

Il posto in graduatoria lo definisce la comunità internet e non una formula matematica, per quanto sofisticata essa sia.

Farà molto discutere questa scelta “rivoluzionaria”, ma oggi i tempi sono maturi per sperimentarla in quanto la comunità internet è in grado di esprimere logiche collaborative di qualità per perfezionare software (come Linux e i programmi open source) e per creare enciclopedie (come Wikipedia).  Non a caso l’ideatore di Wikia Search è Jimmy Wales, fondatore di Wikipedia. Ci spieghiamo così la stessa logica collaborativa di qualità, pubblica e trasparente mentre per altri motori di ricerca l’algoritmo – non divulgato e non conoscibile – può avere al suo interno delle regole non cristalline.

Tali regole potrebbero ad esempio far svettare pagine web solo per il fatto di essere “preferite” (per ragioni commerciali).

È il caso di dire: la matematica diventerebbe un’opinione. Esprimerebbe essa stessa una logica di opinione. Altro che “la matematica non è un’opinione”! Ma non è il caso di scandalizzarci in quanto gli algoritmi dei motori di ricerca simulano un’opinione collettiva e ne formalizzano – tramite regole automatizzate – le procedure. La matematica diviene così il calcolo di un’opinione e opinione essa stessa. La sua logica è frutto cioè delle scelte (e quindi dell’opinione) dell’autore dell’algoritmo. Meglio la democrazia?

 

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