Un triste inverno civile
Mentre l’Unione Europea è impegnata ad abbattere gli ultimi steccati e ad aprire le porte di Schengen a 400 milioni di cittadini UE provenienti da nove Stati membri, nel nostro paese il partito dei sindaci del nord erige nuovi muri, agitando lo spettro inquietante dell’insicurezza. Volutamente confusa con l’immigrazione. E nella società si scatena la “paura dello straniero”. Quali sono secondo Lei le cause di questo cortocircuito che trasforma un paese aperto e di lunghe tradizioni migratorie come il nostro, in un paese chiuso e impaurito?
Lo straniero, da sempre, è vissuto in modo ambivalente. Lo straniero fa paura perché è ciò che noi non conosciamo e perché arriva dall’esterno delle nostre routine, incrina i nostri luoghi di vita, e in qualche modo si insinua nelle nostre comunità.
Lo straniero da sempre produce quel timore che suscita inquietudine, ma allo stesso tempo è produttore di speranza. È vissuto come un vincolo, ma anche come una risorsa.
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Note
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