La camorra su maxischermo
Per informare, per raccontare, per far discutere di mafie. E di lotte possibili.
Andare al cinema non esclusivamente per diletto, ma per acquisire strumenti di formazione condivisa, mette di fronte alla necessità di andarci spesso. Si tratta di capire quali siano quelle 10-20 opere che nel corso di una stagione vale la pena di riproporre, di consegnare ai propri archivi, a cui attingere per le varie occasioni in cui un film serve a muovere discussioni, pensieri, consapevolezze. Quando ci si alza dalla poltrona con la sensazione che il film a cui si è assistito sarà ricordato, perché oltre alla riuscita artistica contribuisce a definire l’analisi di un tempo, della stagione storica di cui si è parte, ci si rinforza nella convinzione che taluni linguaggi odierni, cinematografici e non, sono ancora in grado di condurre a riflettere su quanto sta avvenendo intorno a noi, a un’interpretazione della propria contemporaneità.
Viste le premesse, potete capire le ragioni dell’entusiasmo che sto mostrando per il film “Gomorra” del regista Matteo Garrone, tratto dal fortunato bestseller di Roberto Saviano.
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Note
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