CHIAVE D’ACCESSO

La storia della pace

Alessandro Marescotti

Per opporsi alla guerra occorre sapere come l’umanità ha lottato per la pace. Studenti e insegnanti possono diffondere, ricercare, pubblicare su Internet. Ecco come.

Comincia la scuola. È un’occasione per educare alla pace, per formarsi come persone libere e indipendenti. Educare alla pace significa non solo “insegnare” ma anche “ricercare” in quanto molte conoscenze – utili a un’organica cultura della pace – sono sommerse, disperse, tutte ancora o da conoscere o da organizzare. Gli insegnanti possono diventare gli ispiratori e i tutor di gruppi di ricerca. Gli studenti oggi hanno a disposizione – oltre alle biblioteche – anche Internet. Chi conosce l’inglese può prendere contatto con realtà stimolanti come la Peace History Commission (http://www.albany.edu/phc), la Peace History Society
(http://www.theaha.org/affiliates/peace_his_soc.htm oppure http://www.berry.edu/phs)
o l’Hiroshima Peace Site (http://www.pcf.city.hiroshima.jp/peacesite/01E.html).
Di fronte alle imponenti manifestazioni pacifiste il New York Times ha scritto che il movimento per la pace è l’unica “superpotenza” in grado di opporsi al dominio unipolare degli Stati Uniti e alla “guerra permanente e globale”. C’è ora bisogno di un immenso impegno culturale per formare menti che siano in grado di riconoscere le trappole storiche della propaganda di guerra. È indispensabile che il movimento per la pace scopra le sue radici, così come hanno fatto altri movimenti storici dotati di identità forti (ad esempio il movimento dei lavoratori o delle donne che hanno saputo ricostruire la propria storia). Ogni soggetto storico è tale se ha consapevolezza della sua storia (cfr. Antonella Marrone e Piero Sansonetti “Né un uomo né un soldo. Una cronaca del pacifismo italiano del Novecento”, edito da Baldini & Castaldi).
PeaceLink nel 1999 ha pubblicato su pagine web una “Storia della nonviolenza e dei diritti umani” (http://www.peacelink.it/pace2000) che è stata recentemente arricchita, rielaborata e diffusa su file scaricabile da Internet (http://italy.peacelink.org/pace/indices/index_456.html). È necessario raccogliere esempi di storie alternative alla guerra, a conferma che “un’altra storia è possibile” (http://italy.peacelink. org/pace/articles/art_1014.html).
La rete telematica offre opportunità non ancora sfruttate appieno. Occorre socializzare in rete i propri “files” (testi in formato digitale) di educazione alla pace. Troppo forte è ancora il peso del “copyright”, con il risultato di recintare nei soli libri di carta molte conoscenze socializzabili anche in rete. Bellissimo è ad esempio il lavoro che in rete svolge Peppe Sini (nbawac@tin.it) – mediante la newsletter “La nonviolenza è in cammino” – per la diffusione di saggi sulla cultura della pace (http://lists.peacelink.it/news/maillist.html).
Un luogo su Internet per pubblicare le proprie ricerche per la pace è la lista “educazione” di PeaceLink (è possibile collegarsi alla mailing list selezionando l’opzione “educazione” sulla pagina web http://www.peacelink.it/mailing_admin.html. Una volta data la risposta-conferma al messaggio di identificazione si è già agganciati alla mailing list; a questo punto basta scrivere un e-mail a educazione@peacelink.it e i testi diverranno pagine web che appariranno su http://lists.peacelink.it/educazione/maillist.html). Se invece si vuole consultare una biblioteca di risorse didattiche già pronte e ben strutturate è utile orientarsi sul sito del Vis http://www.volint.it/scuolevis/didattica.htm. Una bacheca di iniziative culturali aperte anche alla pace e all’intercultura (da leggere ma anche da aggiornare con proprie segnalazioni) è http://www.didaweb.net/informa/index.php
Il Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la pace e i diritti umani e la Tavola della Pace hanno lanciato un progetto per la realizzazione nelle scuole di percorsi educativi che recepiscano le indicazioni del Decennio delle Nazioni Unite per una Cultura di Pace e Nonviolenza per le Bambine e i Bambini del mondo (2000-2010)
(http://db.didaweb.net /dw-educazione_alla_pace/classiperlapace_mir.rtf)
e del Decennio delle Nazioni Unite per l’educazione ai diritti Umani (19952005).
A questo proposito è stato siglato un apposito Protocollo d’Intesa fra il Ministero della Pubblica Istruzione e il Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani (per informazioni http://www.tavoladellapace.it/ default2.asp).
Va infine ricordato che nell’anno accademico 2001-2002 presso l’Università di Pisa è stato attivato un corso di laurea in Scienze per la Pace (http://www.cisp.unipi.it/laureapace/articoloaltieri.html).
A Firenze è stato istituito un corso per Operatori di Pace. Sono buone premesse per l’anno scolastico che sta iniziando.

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