CHIESA

Un vescovo sessantottino

Il Concilio ha aperto le finestre della chiesa al mondo. Perché quella consapevolezza dell’azione dello Spirito Santo sembra sia andata persa nella chiesa dei nostri giorni?
Intervista a padre Rembert Weakland (A cura di Gianni Novelli)

Il 1° agosto 2008 incontro padre Rembert Weakland nel suo semplice appartamento alla periferia di Milwaukee, di cui è stato arcivescovo fino al 2002. Avevo conosciuto a Roma padre Rembert, quando era abate primate dei Benedettini. Era stato eletto “generale” dei Benedettini nel 1967 ad appena quarant’anni. Nel fervore della stagione delle riforme del Concilio Vaticano II aveva nutrito una grande simpatia per l’esperienza di riforma della vita monastica benedettina portata avanti dal giovane abate di San Paolo fuori le Mura, don Giovanni Franzoni.
La partecipazione ai movimenti politici del Sessantotto, la solidarietà alle lotte di liberazione soprattutto nel Vietnam, la richiesta di libera informazione nella chiesa incontrarono resistenze nella società e nella gerarchia vaticana.
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