CULTURA

Ebrei sul confine

Un nuovo testo per offrire strumenti di comprensione del mondo ebraico.
Pupa Garriba

“Ebrei sul confine” è il quarto volume della collana ideata dalle Edizioni Com-Nuovi Tempi, che pubblica anche la rivista Confronti. Peculiarità di questo mensile è avere una redazione composta da cattolici, ebrei, evangelici e musulmani impegnati a decifrare, sotto punti di vista diversi, i problemi che coinvolgono la società contemporanea. In questo contesto è nata l'iniziativa di fornire risposte, a domande sempre più pressanti rivolte al mondo ebraico, attraverso la pubblicazione di “Feste ebraiche” neI 1999, “Simboli ebraici” nel 2000, “Donne ebree” nel 2001 e “Ebrei sul confine” a fine 2003.
Il compito di elaborare puntuali risposte è stato assunto da un piccolo gruppo di studio, che si e messo al lavoro a metà anni '90. Così “Feste ebraiche” ha decodificato le usanze collegate alle festività (pensiamo solo alte stragi provocate a Pesach dal mito delle azzime impastate con il sangue, dovuto alla totale ignoranza dei precetti ebraici). “Simboli ebraici”, invece, ha offerto una lettura dei simboli più comuni (stimolando magari il raffronto fra la kippà e il copricapo del Papa, e fra il velo islamico e quello delle suore). “Donne ebree” è frutto di curiosità sul ruolo delle donne nelle minoranze, che spesso si pensa in stato di subaltemità (la risposta, in estrema sintesi, è stata che le donne ebree hanno una lunga e ricca tradizione di autonomia nei campi più svariati). “Ebrei sul confine” cerca, infine, di offrire una chiave di lettura a coloro che domandano sempre più di frequente: “Ma voi, chi siete? Siete italiani? (o francesi, tedeschi, inglesi....) E se siete sionisti, da che parte state?”, dimenticando o ignorando, almeno per quanto riguarda Roma, una coesistenza che risale a ben prima della nascita di Cristo.
L'impresa di offrire un agile e corretto strumento di comprensione del mondo ebraico si è rivelata molto impegnativa perché le domande si sono moltiplicate. La ricerca di nuovi collaboratori ha dato risultati insperati: si è passati dai cinque iniziali agli undici del secondo volume, alle quattordici del terzo (solo donne a parlare di donne), ai sedici del quarto (interessante l'apporto di nuove voci maschili, quasi a bilanciare la prevalenza femminile). Insolita anche la composizione del gruppo che, al primario obiettivo di divulgare la cultura ebraica e offrire una propria lettura del ruolo dell'ebreo, ha unito la ricerca e l'approfondimento delle proprie radici; i quattro libri, infatti, non sono solo rivolti ai gentili ma anche al mondo ebraico, nel tentativo di risanare i guasti provocati nel tempo dalle campagne antisemite che hanno intaccato l'autostima dei membri più fragili, e fatto nascere persino l'odio di sé.
Per quanto mi riguarda, ho assunto il ruolo di coordinatrice di un solido gruppo di amici – avvocati e architetti, docenti universitari e giornalisti, scrittori e psicoanalisti, storici e grafici, scrittori, insegnanti, economisti e traduttori di età variabile tra i venti e i settant'anni – riconoscendomi in L. Kushner quando scrive “Non possiamo diventare altri da quello che siamo perché non

<i>"Ebrei sul confine"</i>
a cura di Pupa Garriba.
Prefazione di Alessandro Portelli
Edizioni Com-Nuovi Tempi
via Firenze 38, 00184 Roma
pagg. 190

Testi di Ariel Dello Strologo, Piero Di Nepi, Serena Di Nepi, Marina Fiorentino, Irene Fornari, Pupa Garribba, Karen Hassan, Regina lckovicova, Aviram Levy, Giacoma Limentani, Laura Mìncer, Micaela Procaccia, Silvia Rosselli, Clara Sereni, Lilli Spizzichino, Lia Tagliacozzo, Luca Zevi.
sappiamo chi siamo. E non possiamo sapere chi siamo finché non accettiamo di essere chi siamo”. Questo per quanto riguarda noi ebrei.
A tutti gli altri estendo l'invito, formulato da Alessandro Portelli nella prefazione a “Ebrei sul confine”, di immaginare “il confine non come una linea retta che separa, ma anche come matrice che genera uno spazio di negoziato, mediazione, conflitto, dialogo, scontro, ambiguità. Non una linea, insomma, ma un territorio”. E di leggere la storie di David Lubin e Emma Goldman, dei fratelli Sereni, della comunità persiana di Mashad, di Nadine Gordimer, Lejzer Zamenhof, Jules lsaac, Lorenzo da Ponte, Ernst Bernhard, Celeste Di Porto, Salomon lckovic, Clelia e Etevardo, Lozana Andalusa, lda Fink, Ezio Levi e infine dello Schlemiel. Non fosse altro per scoprire chi ha “inventato” la Fao, “assemblato” l'esperanto, collaborato con Mozart, ispirato film a Fellini, dialogato con Giovanni XXIII, combattuto contro le ingiustizie, lottato per i diritti delle donne...

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