Racconto di vita partigiana
Un libro che raccoglie la testimonianza di vita di Emilio Bacio Capuzzo, protagonista della lotta contro il nazifascismo nel milanese. La narrazione individuale è collocata nell’ambito della storia complessiva della Resistenza Italiana, a cui il libro dedica ampio spazio, ricostruendo prima il periodo dell’antifascismo dalle origini all’8 settembre 1943 e poi la sequenza delle stragi nazifasciste dal 1943 al 1945. Siamo, quindi, in presenza di un libro di ampio respiro, molto dettagliato, dal taglio per certi aspetti storico-didattico. Un’idea editoriale che rientra nel progetto “Per non dimenticare” promosso dai due autori: Fabrizio Cracolici (presidente dell’ANPI di Nova Milanese) e Laura Tussi (docente, giornalista e scrittrice di libri di pedagogia interculturale). Il progetto ha coinvolto molte persone e associazioni, dando vita a diversi incontri. Il libro rende conto di tale percorso e, nella parte finale, raccoglie varie testimonianze, prima fra tutti quella di Moni Ovadia, finalizzate a porre attenzione sulla attualità della Resistenza.
La parte più toccante del libro è proprio quella sulla storia del partigiano Emilio Bacio Capuzzo, nato in provincia di Padova nel 1926 e trasferitosi a Nova Milanese nel 1938. Figlio di un operaio socialista che non aveva voluto fare la tessera al Partito Fascista, Emilio Bacio Capuzzo si aggregò nel 1944 ai GAP, i gruppi partigiani, dopo una esperienza di lavoro in fabbrica. Conosce anche la deportazione nel lager di Bolzano. La sua è stata una vita difficile, avventurosa, e questo libro serve a comprendere e a testimoniare come la storia dell’Italia sia stata cambiata proprio da persone determinate e coerenti come lui. È giusto dedicare a queste persone un libro, in modo che anche i giovani oggi sappiano che cambiare la storia è possibile, anche con il sacrificio personale.
Laura Tussi, nella sua prefazione, evidenzia “l’attualità dei valori sociali e dei diritti civili e umani di cui occorre continuamente fare memoria” e offre della Resistenza una chiave di lettura soprattutto morale e pedagogica, in modo da aprirla alle nuove forme di resistenza, che oggi sono quelle –sottolinea – della lotta alle mafie, alle guerre, all’intolleranza.