Da Campobasso all’Arena di Verona
Campobasso, una tappa importante nel cammino di Pax Christi e di tutti coloro che, ostinatamente, vogliono credere che la pace non solo è doverosa ma possibile.
Nel capoluogo molisano si è svolta la 46° marcia per la pace, preceduta dal convegno promosso da Pax Christi: “Signore insegnaci a lottare! Nel cantiere della fraternità: lavoro, diritti e accoglienza”. Riflessioni teologiche, al maschile e femminile, con Morena Baldacci e Michele Tartaglia. Contributi e testimonianze di chi lavora quotidianamente con gli immigrati, come Giovanni La Manna del centro Astalli di Roma, Loredana Costa dell’associazione molisana ‘Dalla parte degli ultimi’ e il nostro direttore, Alex Zanotelli. Un cantiere faticoso e doloroso quello dei diritti e dell’accoglienza, così come quello del lavoro e di una situazione economica politica che ci chiede scelte per un futuro più a dimensione umana. Così Diego Cipriani, della Caritas italiana, ha ricordato i conflitti dimenticati, Antonello Miccoli, sindacalista, ha fatto il punto sulla precarietà lavorativa, affiancato dalla testimonianza della giovane imprenditrice Claudia Oriente. E in tempi di pericolosa antipolitica, la testimonianza di Gigino D’Angelo, sindaco di Montefalcone del Sannio, la cui giunta ha votato la proposta della ripubblicizzazione della Cassa Depositi e Prestiti. Con Antonio De Lellis, di Pax Christi, che ha presentato le iniziative del “Forum nazionale sulla finanza pubblica e sociale” e ha lanciato, la proposta di un “Giubileo del debito” per le comunità cristiane e la Chiesa italiana. Un convegno interessante, che ha messo sul tavolo prospettive di lavoro per il 2014. Prospettive e impegni rimarcati con forza anche nella marcia: “Non si costruisce la pace con i cacciabombardieri. Le vere missioni di pace sono quelle disarmate. Accogliere la ‘carne dei Cristo’ nei migranti e nei poveri. La scuola deve ripudiare la guerra. Io cosa faccio, cosa sono disposto a fare? Appuntamento nazionale il 25 aprile all’Arena di Verona per la pace e il disarmo e per un 2014 pronto a ricordare e a evitare, cent’anni dopo, ogni ‘inutile strage’ (Sergio Paronetto, vicepresidente di Pax Christi).
Un lungo fiume di persone e fiaccole ha percorso le strade di Campobasso, città ospitale e accogliente, ben rappresentata dal suo Vescovo Giancarlo Bregantini. Una marcia che ha cercato di essere fedele allo spirito iniziale, vista la presenza di mons Luigi Bettazzi che le ha fatte tutte!, di alternativa al cenone, di attenzione agli ultimi ma anche di denuncia delle cause delle guerre, della folle corsa agli armamenti, proprio all’inizio di un anno in cui ci saranno forse grandi celebrazioni per ricordare il centenario della ‘Grande guerra’. Vogliamo, è stato detto, che in questo nuovo anno risuoni la denuncia della guerra come ‘inutile strage’ (Benedetto XV, 1 agosto 1917).
E perché no, anche con la forte denuncia di Francesco: Guerra, suicidio dell’umanità. La marcia ha chiesto che le scuole si aprano all’educazione alla pace, non alla guerra, che le scuole siano ‘smilitarizzate’. Che la costituzione, con il suo articolo 11 che ripudia la guerra diventi punti di riferimento anche per le altre nazioni d’Europa. Che non si offra agli stranieri la proposta-ricatto: se entri nell’esercito ottieni la cittadinanza italiana. Che non si facciano tour commerciali come quello della Nave Cavour, vera Fiera ambulante di armi. Che non si spendano – e lo ha ricordato anche Bregantini nell’omelia – miliardi di euro per il progetto dei caccia F35. Che non s’investa sulla ricerca di guerra, Robot, Droni, ecc, che non si cerchi di ‘snellire’ dalla burocrazia la vendita di armi, ma si scelga davvero la strada della pace, del disarmo, dell’accoglienza, della Fraternita, via alla pace. Anno nuovo, fatiche vecchie ma anche speranze e appuntamenti nuovi: il prossimo 25 aprile, un invito a tutto il popolo della pace, a Verona, come già in passato, con don Tonino, per un’Arena di pace e disarmo. Per ‘scrollarsi dalle spalle illusioni e paure, rimettersi in piedi con il coraggio della responsabilità e della partecipazione per disarmarci e disarmare l’economia, la politica, l’esercito.’