Donne che fanno Eucarestia
Questa scheda nasce da un’esperienza di un gruppo di donne (religiose e laiche) che, trovandosi tra le mani (per caso?) il libro di Mariola López Villanueva “Ungidas. Un itinerario de oración con relatos de mujeres” (Benedette. Un Itinerario di preghiera attraverso racconti di donne), decidono di farne il tema ispiratore del loro cammino mensile di riflessione e condivisione. Questa guida che vi offriamo in italiano (il libro è solo in spagnolo) è una nostra proposta di “preghiera” a partire dal testo, la potete utilizzare personalmente o in gruppo, adattarla alla vostra realtà e condividerla con altre donne e uomini.
“Chiedo scusa fin da ora perché scrivo come se mi trovassi davanti a delle donne. Vorrei in questo modo richiamare e attivare la dimensione femminile, la ricettività, il calore e la creatività che uomini e donne custodiamo dentro. Un amico mi ha detto dì che non è un libro solo per donne e che gli uomini ne possono approfittare abbondantemente. Lì rimane aperto…” (Mariola López Villanueva).
Prepariamo lo spazio...
Scegli un luogo tranquillo e una posizione comoda. Se siete in gruppo, posizionatevi in cerchio. Se aiuta, si può accendere una candela, aggiungere dei fiori o uno o due simboli che favoriscano l’ascolto.
Dedica qualche minuto al silenzio (se ti aiuta, puoi chiudere gli occhi)... per creare un po’ di spazio interno tra il rumore e l’agitazione della vita quotidiana e il desiderio di ascolto che ci abita in questo momento. La preghiera non è parlare e fare; è predisporsi ad ascoltare ciò che già è dentro di noi. I testi che ti proponiamo possono ispirarti a risvegliare i tuoi bisogni spirituali, la tua sete di profondità. Leggiamo il testo...
Marta e Maria: donne che fanno Eucarestia
Mariola racconta, entra nel testo, da donna, e ci conduce a fare lo stesso. “Lo sguardo è su Maria, guardiamola, come era a Betania e come, davanti alla perdita di Lazzaro, vacilla e va all’incontro con Gesù. Il senso del limite, della perdita, di riconoscersi ferita e abbracciare il dolore rinforza i vincoli tra lei e Gesù. Quanti avvenimenti dolorosi nella nostra vita – ci invita a guardare l’autrice – sono state benedizioni nascoste, mascherate, e come ora quello che ci costa vivere nasconde una benedizione. Questo è il modo di procedere, suggerire al cuore, come il testo e l’avvenimento riflettono qualcosa della nostra vita, del presente, se vogliamo addentrarci con Mariola. Ci esorta, ci invita, parla a noi che leggiamo, “Andiamo a Betania”, è l’invito, “con Gesù, Marta e Maria, e lasciamo che ci insegnino come fare eucarestia, come prendere, come dare, come accogliere e come lasciar andare, come ringraziare, come servire dal cuore”.
“Marta serviva a tavola” (Giov. 12,1-11)
“Il modo di manifestare l’allegria di Marta e Maria per Lazzaro risuscitato è con un banchetto pieno di gesti di cura e servizio. C’è collaborazione, complementarietà, reciprocità. Servono alla tavola e ungono i piedi. Ora è Gesù che ha bisogno, e loro colgono l’occasione per esternare la loro voglia e capacità di cura e tenerezza. Marta e Maria vogliono condividere le strade insieme, vicine a Lazzaro nella sua morte e vicine a Gesù nella sua morte. Insieme mostrano un’energia e una vita che non può sperimentarsi se non insieme… Tanto tempo avevano passato i discepoli con Gesù e nessuno aveva fatto con lui quello che fanno Marta e Maria. Nessuno gli aveva manifestato mai simile amore. Solamente loro sono totalmente presenti nella sua realtà. Entrano in intimità crescente, dove si dà leggerezza e profondità, soavità e contatto”.
Se lo desideri, puoi leggere i testi di nuovo ad alta voce. Prova a fermarti sulle parole o le espressioni che ti colpiscono... Qui ti proponiamo alcune domande: non devi rispondere a tutte, solo a quelle che ti danno un’eco dentro. Se sei sola, puoi provare a scrivere le risposte e rileggerle prima di chiudere questo momento, e anche in seguito. Se sei in gruppo, dopo una riflessione personale, si può condividere ciò che ci ha provocato dentro il testo e le domande.
Apprendere da Marta e Maria...
Osservo le diverse situazioni della mia vita (personali, familiari, istituzionali…): quale di queste mi costa di più assumere?
• Chi invito io al banchetto? Come nutro la vita degli altri?
• Mi do il permesso per prendere le energie dall’affetto e dall’impulso, dalla spinta amorosa che c’è in me? Servo dal cuore?
• Cosa ricevo dalle persone con le quali condivido la vita e cosa do?
• Come manifesto io la tenerezza nella mia comunità, in famiglia o con i miei amici…?
Come cerchi nella mia vita...
Per terminare questo momento di preghiera e lasciare che i suoi echi continuino ad alimentare la tua vita, prova a esprimere un augurio, un desiderio, una petizione... Può essere per te o per altri. Dopo ti consigliamo di leggere un salmo della Bibbia o una frase come questa che ti offriamo, per chiudere questo momento e riprendere la tua attività.
“Il movimento verso il nostro pozzo interiore è una scuola di rispetto per i pozzi di tutti gli altri. È una scuola di dialogo e di mutuo intercambio, dove una si fa vulnerabile, bisognosa di scambiare le proprie acque, di gustarle e di farle gustare, di migliorarle in noi aiutandoci mutuamente. Viviamo in un tempo di molteplicità di ricette spirituali, ma nessuna rimpiazza l’avventura di andare verso il proprio pozzo. Lì non vi sono ricette; per primo il contatto con il mistero di quello che siamo nel silenzio, nell’intimità. Prendiamo il tempo per scambiarci le nostre acque. Apriamo i nostri pozzi uno all’altro per cercare di trovare cammini di salvezza e di comunione” (Ivonne Guevara).