Creare le basi di una sicurezza inclusiva
Ecco il documento conclusivo.
L'assemblea generale di Pax Christi, il Movimento Cattolico Internazionale per la Pace, che si è riunita tra il 19 e il 22 maggio 2004, per la prima volta, negli Stati Uniti, parla in base alla sua profonda esperienza in molti Paesi in cui la povertà, la mancanza di accesso a un lavoro decente o a una vita dignitosa, e troppo spesso la guerra e il terrorismo, sono divenuti fenomeni istituzionalizzati che minacciano la sicurezza presente e futura di intere popolazioni e nazioni.
Dalla Colombia alla Cambogia, da Israele e dalla Palestina a El Salvador, dalle Filippine al Corno d'Africa, dal Guatemala al Congo, dall'India e dal Pakistan al Sudan e all'Uganda del nord, e da molti altri angoli del mondo abbiamo sentito le grida dei nostri popoli. La loro sofferenza ha ferito i nostri cuori.
Con loro cerchiamo un mondo in pace in cui la dignità di ogni persona, la giustizia sociale ed economica e l'integrità di tutto il creato siano al centro dell'attenzione, un mondo profondamente opposto a quello che ricercano i terroristi e la “guerra al terrorismo”. Cerchiamo un mondo che sia caratterizzato dalla sicurezza umana inclusiva e dalla globalizzazione della solidarietà. Oggi assistiamo a un momento nuovo e pericoloso della storia umana, a causa di atti di terrore e della stessa guerra al terrorismo. Ogni giorno siamo un po' meno sicuri. Gli Stati Uniti e altri Stati che sostengono la guerra al terrorismo hanno una forte responsabilità per questo stato di cose. Altri Paesi, soprattutto in Europa, mostrano grande difficoltà a tracciare un'altra rotta.
La guerra al terrorismo polarizza il nostro mondo. La potenza impressionante e insidiosa degli USA viene utilizzata per schiacciare governi e interferire nel diritto dei popoli di partecipare alle decisioni che riguardano la loro vita.
Per motivi teologici, etici e politici,
Pax Christi condanna la guerra al terrorismo guidata dagli USA, il concetto di guerra preventiva e l'indebolimento o l'abbandono di tutti quei meccanismi che permettono invece la cooperazione internazionale e il rispetto delle leggi.
La guerra al terrorismo e le politiche che la sostengono hanno scatenato una nuova spirale di violenza, aumentando le spese per gli armamenti e rafforzando l'apparato militare, pregiudicando i programmi internazionali di disarmo e gli sforzi per liberare il nostro mondo dagli ordigni nucleari e per prevenire lo sviluppo e la proliferazione di armi di distruzione di massa. L'impegno per controllare le armi di piccolo calibro viene ostacolato. La rimilitarizzazione in molte delle nostre società e gli scandalosi aumenti della spesa militare sono avvenuti a danno dei programmi sociali e dei poveri. E ci sono nuove armi nucleari statunitensi all'orizzonte.
L'abuso di prigionieri da parte del personale statunitense e alleato ha scioccato profondamente il mondo svelando gli orrori della tortura. La guerra al terrorismo genera altro terrorismo, alimenta ideologie fondamentaliste conducendo a un falso conflitto di civiltà. La paura è orchestrata e i cosiddetti nemici abbondano. Pochi sono accolti quando attraversano le frontiere. La cultura dominante e predeterminati modelli di democrazia e di vita economica vengono imposti.
Ci sono anche altri motivi che devono essere smascherati. Vengono difesi gli interessi dei pochi appartenenti a una èlite e il loro accesso esclusivo alle risorse naturali invece di perseguire una sicurezza umana inclusiva.
Noi riteniamo che siano necessari profondi cambiamenti negli stili di vita individuali e collettivi, soprattutto nei Paesi del Nord del mondo; cambiamenti nell'istruzione affinché vengano promossi atteggiamenti di tolleranza e rispetto per le altre culture; cambiamenti che portino a una profonda ricostruzione del sistema di valori e della visione del mondo che sostiene la corsa sfrenata alla guerra; cambiamenti che portino a una forma trasparente, responsabile e democratica del sistema di governo mondiale.
Noi siamo persone di fede, riteniamo che un altro mondo sia possibile, e ci impegniamo a sostenere la sua nascita. Facciano eco al grido di Papa Giovanni Paolo II quando dice che “la guerra è sempre una sconfitta per l'umanità.” Insieme alla Conferenza dei Vescovi cattolici degli Stati Uniti crediamo che il perdono nella politica internazionale sia un'alternativa nel cammino verso la pace.
Sosterremo gli sforzi per rafforzare la legge internazionale e le istituzioni internazionali, in particolar modo le Nazioni Unite. Azioni realmente efficaci e cooperative, tra cui attività di polizia e altre misure civili che affrontano il terrorismo, devono sostituire la politica fallimentare che si affida agli strumenti
Jef Felix, dal Belgio,è stato eletto Tesoriere Internazionale.
Otto i nuovi membri del Comitato Esecutivo Internazionale eletti:
Katalee Sikharangkura ( Tailandia), Loreta N. Castro ( Filippine), Vescovo Kevin Dowling ( Sud Africa), Snjeana Kovacevic ( Croazia), Giovanni Scudiero ( Stati Uniti), Marina I. Shishova ( Federazione Russa), Bert Van Horssen ( Olanda) e Georg Hörnschemeyer ( Germania).
Laura Vargas (Peru) è stata eletta Vice Presidente e Marie Dennis (USA) e Mons. Laurent Monsengwo (RDCongo) sono stati rieletti Vice Presidenti del movimento.
Vediamo segni di speranza all'orizzonte: relazioni giuste che vengono stabilite e ricostruite e la graduale globalizzazione della solidarietà. Il Forum sociale mondiale potrebbe rappresentare uno di questi segni di speranza in cui intendiamo assumere un ruolo più attivo, e ce ne sono molti altri in ciascuno dei nostri Paesi dove le persone si organizzano per la giustizia sociale, economica ed ecologica.
Impegniamo il nostro Movimento ad articolare e promuovere una visione della pace e della sicurezza che abbia le sue radici nel Vangelo.
Costruiremo rapporti giusti tra noi e con le persone in ogni parte del mondo, promuovendo l'inclusione delle donne, il dialogo e la collaborazione interreligiosa e interculturale. Onoriamo e abbracciamo tutte le tradizioni religiose che aspirano alla costruzione della giustizia e della pace.
Come cittadini del mondo ci appelliamo al governo statunitense affinché ripudi la guerra preventiva e la guerra al terrorismo come viene attualmente condotta. Ci appelliamo in modo particolare perché vengano fermati gli abusi e le torture ai prigionieri in Iraq, in Afghanistan e a Guantanamo. Ci appelliamo a tutti i governi affinché ricerchino la pace garantendo la sicurezza umana inclusiva e il bene di tutta l'umanità in piena collaborazione con la famiglia delle nazioni e di tutti i popoli.
Ci appelliamo agli Stati Uniti e al Regno Unito affinché cessino tutte le azioni militari offensive in Iraq e permettano alle Nazioni Unite di assumere un'adeguata responsabilità affinché si renda possibile una transizione pacifica all'autorità irachena.
In questi tempi di pericolo, come Cristiani ci appelliamo alle nostre Chiese affinché sappiano essere fedeli alla loro vocazione profetica parlando con verità a chi detiene il potere; accettando la sfida pastorale di recuperare i valori evangelici di coltivare relazioni improntate a giustizia; partecipando al processo di trasformazione del mondo.
I partecipanti provenienti da 45 Paesi del mondo riuniti a Seton Hall University, New Jersey, USA
22 maggio 2004
Traduzione di Andrea Spila – Traduttori per la Pace