Quel 19 luglio….
“Che memoria e impegno siano sempre stati il filo conduttore delle attività di Libera e di coloro che con essa collaborano, è stato sempre chiaro ed evidente, ma forse mai come quest'anno, nelle attività che hanno preparato il 19 luglio, 12° anno dalla strage di via D'Amelio, si era sentito tanto entusiasmo, tanta consapevolezza. Forse era proprio quel grano pronto per la mietitura il segno più bello, più concreto della nuova coscienza, della nuova volontà di combattere la mafia in modo diverso. E quello hanno voluto colpire, per intimidire, per cancellare ciò che alla mafia fa più paura: la consapevolezza e la volontà. Hanno creduto di distruggere, così come tante altre volte avevano fatto, ma non ci sono riusciti. I tanti segni di solidarietà e di condivisione ne sono la dimostrazione più chiara. Coraggio allora ragazzi! Continuiamo tutti insieme a costruire speranza”. Rita Borsellino
“Un fatto inquietante è accaduto nelle prime ore del 19 luglio sui terreni confiscati alla mafia che il Consorzio di Comuni ‘Sviluppo e Legalità' ha assegnato alla cooperativa sociale ‘Placido Rizzotto-Libera Terra' per coltivare il grano da cui, la stessa cooperativa produce la pasta. È stato appiccato un incendio che ha consumato 2 ettari di raccolto…” così iniziava l'appello che le cooperative impegnate sull'utilizzo dei beni confiscati alla mafia in provincia di Palermo lanciavano all'indomani dell'atto intimidatorio indirizzato alla Cooperativa “Placido Rizzotto-Libera Terra”, invitando società civile e istituzioni a rispondere con forza e convinzione proprio da quel terreno sito in contrada Portella della Ginestra nel Comune di Monreale.
Questo appello è stato accolto da tanti che il 23 di luglio si davano appuntamento in quel luogo per manifestare la volontà a continuare con determinazione il cammino verso la riaffermazione dei principi di legalità. Abbiamo incontrato associazioni di tutta Italia, mondo istituzionale, Chiesa, rappresentanze di categoria, sindacati, scuole e società civile che hanno voluto partecipare con una delegazione, un documento e con altri gesti tangibili e simbolici: il 23 luglio durante la manifestazione giunse un carico di grano dalla cooperativa sociale “Lavoro e non solo” mentre alcuni parlamentari sottoscrivevano una raccolta di fondi da destinare alla cooperativa “Placido Rizzotto”. Già le prime perizie effettuate dalle forze dell'ordine coordinate dal Prefetto Marino avevano fugato ogni dubbio circa l'origine dolosa dell'incendio. A ciò si aggiunge l'evidenza di una data scelta per consumarlo. Il 19 luglio è il giorno in cui tutta Italia ricorda le vittime della strage di via D'Amelio in cui il giudice Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta vennero uccisi. Una data in cui l'associazione Libera, dalla sua costituzione rilancia l'impegno per la costruzione di una società di giustizia e di dialogo, valori positivi che vanno oltre una mera azione di contrasto alla criminalità organizzata. Con lo stesso spirito positivo le 48 ore precedenti il 19 luglio sui comuni di Altofonte, Piana degli Albanesi, Corleone, Monreale, San Giuseppe Jato, San Cipirrello, Camporeale e Roccamena che nel 2000 si costituirono in Consorzio per la gestione dei beni confiscati alla mafia, le cooperative sociali destinatarie dei beni confiscati insieme al Consorzio e all'associazione Libera hanno dato vita a una manifestazione chiamata “48 ore non stop per lo sviluppo e la legalità” con l'intento di creare un vero e proprio momento di partecipazione sociale valorizzando in modo eclettico e innovativo il territorio stesso e promuovendo nel contempo cultura della legalità. Una sequenza di eventi che come in una serie di fotogrammi hanno realizzato l'intero “film” della manifestazione conclusasi proprio il 19 luglio. Le lancette di quell'orologio virtuale si sono arrestate per un attimo a Portella della Ginestra e molte emozioni ci hanno pervaso.
La preoccupazione per i nostri amici più direttamente colpiti dall'incendio e per la vulnerabilità di spazi che dopo anni di lotta e sacrificio sono stati restituiti alla collettività grazie alla legge n. 109 del 1996 promossa da Libera, la rabbia nei confronti di chi era responsabile di quell'atto e la gioia per quanti con energia hanno condiviso questo momento critico permettendoci di rispondere con un segnale forte deciso e inequivocabile che la società civile non tornerà indietro.