Acqua bene comune dell'umanità
Nelle pagine precedenti sono stati ricostruiti i presupposti sui quali, nell'arco di pochi anni, è stato possibile trasformare i cittadini da titolari dell'accesso all'acqua in “clienti”, e come i privati (i produttori) che hanno acquisito la gestione “privata” dello sfruttamento di questa risorsa sono riusciti a trasformare l'acqua in una “merce”.
Per contrastare questa tendenza ha preso corpo in Europa un Movimento per l'acqua: la difesa dell'acqua come diritto umano e l'impegno per promuovere una nuova cultura dell'acqua hanno finito così per identificarsi con una progettualità politico-culturale che è ben presto diventata uno dei punti di partenza dei movimenti sociali per contrastare il modello di globalizzazione in atto pilotata da Banca Mondiale e FMI.
Un Movimento in crescita
Il Movimento per l'acqua come bene comune nasce subito dopo la pubblicazione nel 1998 del Manifesto per un Contratto Mondiale dell'Acqua, redatto da Riccardo Petrella e tradotto e diffuso in oltre 6 lingue. La condivisione dei principi proposti dal Manifesto, finalizzato a difendere l'acqua come un bene comune e un diritto inalienabile, ha ben presto portato alla nascita di Comitati di sostegno del Manifesto. Dopo una fase di contaminazione culturale fondata su una militanza individuale, grazie alle molteplici conferenze e incontri realizzati da Petrella, nel 1999 in Italia viene lanciata la prima campagna educativa sull'acqua “bene comune dell'umanità”. La Campagna trova il suo impulso nella dichiarazione finale della 2^ Conferenza mondiale
Fare attenzione ai “consumi domestici” evitando gli sprechi. Comincia con il rubinetto: lasciarlo sgocciolare un’intera giornata provoca una perdita fino a 300 litri d’acqua. Dotando ogni rubinetto della propria casa dei riduttori di flusso, si riducono i consumi tra il 30 e il 50% a secondo della pressione dell’acqua. Il costo di un riduttore è di circa 1,40 euro.
Usa una lavatrice a basso consumo con il filtro pulito: rischi di consumare per ogni lavaggio tra gli 80 e i 120 litri.
A scuola
Le associazioni promotrici del Contratto hanno prodotto kit didattici specifici per il supporto degli insegnanti, per attività di animazione in classe o sul territorio. Puoi trovare e richiedere il materiale disponibile sul sito del Comitato: http://www.contrattoacqua.it.
Se la tua insegnante o scuola o associazione in cui militi vuole sviluppare un percorso didattico sull’acqua, contatta acqua@online.it . Se vuoi organizzare degli eventi mettiti in contatto con l’equipe del CEVI – acqua@cevi.coop .
Nella tua città o gruppo
In molte città italiane si sono costituiti dei Comitati territoriali per la difesa del diritto all’acqua, composti da singole persone o rappresentanti di associazioni. Puoi trovare l’elenco dei Comitati operativi sul sito del Comitato italiano alla voce Comitati territoriali.
Se vuoi collaborare e sostenere il Comitato italiano ed essere informato sulle sue attività puoi diventare socio a livello personale o far aderire l’associazione o il gruppo di cui fai parte.
Con le istituzioni locali
Puoi collaborare nella rilevazione sulla gestione dell’acqua potabile nelle varie città e in particolare a livello di ATO (Ambiti territoriali ottimali) utilizzando la scheda di censimento scaricabile dal sito del Comitato.
Puoi anche sollecitare i tuoi amministratori in merito ad alcune proposte di impegno politico a sostegno del Manifesto dell’acqua quali l’adesione al Manifesto italiano, l’approvazione di una carta dei servizi pubblici, l’inserimento del diritto all’acqua nei nuovi Statuti di Comuni, Province, Regioni, l’adesione alla Dichiarazione di Roma.
Con i Paesi poveri
Sono molte le Campagne e i progetti di solidarietà di associazioni, enti e Ong aderenti al Comitato Italiano per il contratto. Segnaliamo:
· Acqua per tutti a cura del CIPSI: http://www.cipsi.it
· Un milione di cisterne in Brasile realizzata tramite l’Associazione Brasiliana ASA, a cura Comitato italiano Contratto Mondiale e della ONG CEVI di Udine: http://www.contrattoacqua.it
Dalla mobilitazione personale e dall'azione culturale-educativa il Movimento per l'acqua è passato all'impegno politico e quindi alla strutturazione in Comitati Nazionali in diversi Paesi (tra cui Italia, Belgio, Francia, Canada e Svizzera), sotto il coordinamento e l'animazione di un Comitato Internazionale presieduto da Mario Soares e coordinato da Riccardo Petrella.
Un lavoro che ha portato anche al progressivo coinvolgimento sul tema decisivo dell'accesso all'acqua dell'associazionismo internazionale: dai gruppi Attac di Francia, Svizzera e Italia al canadese Council Canidian, dal Pubblic Citizen degli Usa al Movimento contro le Dighe, Oxfam (in Belgio e Canada), ma soprattutto il Social Forum.
A Porto Alegre, infatti, nell'ambito del processo dei Social Forum Mondiali è nata la Coalizione mondiale contro la privatizzazione con l'adesione di oltre venti associazioni internazionali e la definizione di una strategia di azione e di impegni da parte del movimento. I vari Comitati per l'Acqua hanno poi concorso alla realizzazione del primo Forum brasiliano dell'Acqua a Bélem, che ha dato il via alla nascita di una serie di Forum continentali sull'Acqua e poi con determinazione hanno lanciato la proposta di dar vita al Forum Alternativo Mondiale di Firenze. Un avvenimento, quest'ultimo, tenutosi nel marzo 2003, con cui si è conclusa la prima fase della Campagna di sensibilizzazione e di mobilitazione avviata in questi anni per promuovere una nuova cultura dell'acqua.
Dimensioni globali
Il Movimento a sostegno del Manifesto per il Contratto mondiale dell'acqua si sente ora pronto ad avviare una seconda fase, ancora più impegnativa, quella di progettare e costruire una nuova politica, locale e globale, dell'acqua. Un processo che si è rafforzato a New Delhi nel gennaio del 2004 con un incontro di preparazione al Social Forum di Mumbay e che ha ormai definito una sua agenda politica, sganciata dalle Conferenze internazionali promosse dalle Nazioni Unite o che si sono date le principali agenzie internazionali impegnate sull'acqua.
Tre le tappe previste, la prima è legata alla dichiarazione sul riconoscimento dell'acqua come diritto umano, approvata a Roma nel dicembre del 2003 da un centinaio di rappresentanti della società civile, parlamentari e sindaci di diversi Paesi: questa dichiarazione sarà sottoposta alla Commissione per lo
Una riflessione particolare merita poi il lavoro che si sta portando avanti nei confronti delle istituzioni europee. Su questo il Movimento ha concorso al fallimento – in occasione del Vertice Wto di Cancun – della richiesta del Commissario UE Lamy di apertura dei mercati ai processi di liberalizzazione di 72 in via di sviluppo. Sul fronte del Parlamento Europeo, poi, il 10 marzo scorso l'assise di Strasburgo ha riconosciuto, nell'ambito del dibattito sul Rapporto Miller, l'acqua come bene comune e quindi la non inclusione dei servizi idrici nei processo di privatizzazione del mercato interno dell'Europa.
Dopo questo pronunciamento anche il Presidente del Consiglio Mondiale dell'Acqua (CME), William Cosgrove, un ex-ministro liberale canadese, promotore delle politiche di privatizzazione dell'acqua portate avanti nella Conferenza di Johannesburg e in occasione del terzo Forum di Kyoto, ha dichiarato in un'intervista di condividere l'idea che l'acqua sia un diritto e di essere pronto a spendersi presso l'ONU perché si riconosca l'accesso all'acqua come un diritto fondamentale, riconosciuto da una Carta che impegni i governi in tal senso.
L'adozione da parte delle principali imprese multinazionali che gestiscono l'acqua e dei loro “supporter” di alcune delle proposte e parole d'ordine del Movimento per il riconoscimento dell'acqua come diritto apre quindi oggi un nuovo fronte di battaglia: quello della mistificazione della comunicazione nei confronti di una nuova cultura dell'acqua, rispetto al quale il Comitato internazionale dovrà organizzarsi.
Una rete di alleanze
In Italia il lavoro fatto per richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica e dei media intorno al problema dell'acqua punta a far emergere una riflessione critica sulle scelte di gestione della risorsa acqua e sui processi di privatizzazione, anche sollecitando un'inversione di tendenza da parte della classe politica sulla base di precisi impegni come è stato richiesto ai candidati in occasione delle recenti elezioni amministrative ed europee.
La scelta fatta nel nostro paese è quella di creare una progressiva rete di alleanze, dall'associazionismo al mondo dei consumatori, dai sindacati alla Chiesa.
In primo luogo attraverso il coinvolgimento del mondo della scuola, con la preparazione di sussidi specifici, la realizzazione di iniziative di formazione per docenti, fino a un corso on-line per i docenti realizzato tramite il sito del Comitato Italiano e gestito dal CEVI.
Un'alleanza in qualche modo ovvia e immediata è quella con i movimenti ambientalisti come Legambiente e WWF. Un lavoro che si è concretizzato con il Forum mondiale alternativo di Firenze, le iniziative realizzate nel 2003
La segreteria provvisoria della Facoltà è presso del Comitato italiano per il Contratto Mondiale sull’acqua di Milano.
Per informazioni l’indirizzo e-mail è segreteria@contrattoacqua.it
Un altro filone strategico di impegno è la politica. Un confronto che ha portato nel 2003 alla nascita dell'Associazione Italiana degli Eletti progressisti e democratici per il contratto mondiale sull'acqua, il cui portavoce è Pietro Folena e del quale fanno parte circa un centinaio di parlamentari e di amministratori locali. Attraverso quest'Associazione, in occasione della legge finanziaria 2003 il Comitato è riuscito ad attivare una mobilitazione trasversale che ha portato all'introduzione della gestione pubblica in house da parte dei comuni e allo slittamento al 2006 dell'obbligo delle gare di appalto.
C'è poi il lavoro con gli enti locali, comuni e amministrazioni provinciali, rispetto alle politiche di gestione e agli approcci ambientali attuati sul territorio, anche alla luce dei vari provvedimenti legislativi messi in atto in questi anni dal governo. Quest'azione ha portato alla nascita dei Comuni e dei sindaci per l'acqua, all'adesione di molte amministrazioni locali al Manifesto dell'acqua e alla stesura di Carte dei servizi .
La sfida con il mercato è dunque aperta, in attesa della prima Assemblea Mondiale dei cittadini per l'acqua del 2006.