Il punto di non ritorno
Tempo fa il Comune di Milano ha respinto la domanda di una donna immigrata che chiedeva di iscrive il proprio figlio al nido. La donna era entrata nel nostro Paese in modo regolare, aveva trovato un lavoro e un marito.
I casi della vita l’avevano portata, in seguito, a perdere entrambi. Al momento, dunque, di presentare la richiesta per il suo ultimo nato, si trovava senza permesso di soggiorno. Divenuta d’un tratto cittadina irregolare e, per forza di cose, anche una lavoratrice in nero, aveva perso anche il diritto di usufruire di un servizio pubblico pagato dai cittadini-contribuenti. Grazie all’intervento di un gruppo di avvocati sensibili, che hanno fondato anni fa un’associazione per la tutela legale dei più deboli, l’episodio è finito in Tribunale. Dove, il giudice ha dato ragione alla donna, invocando il diritto del minore all’istruzione; diritto estensibile secondo l’interpretazione delle norme data dal magistrato, anche ai primissimi livelli del percorso scolastico.
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