Per un nuovo diritto dei popoli
Abbiamo dato inizio al nuovo anno e per questo scrutiamo l’orizzonte per capire dove si addensano le nubi e da dove invece giungono i tenui raggi che possano scaldare le speranze dei poveri. L’anno che ci lasciamo alle spalle sembra aver spalancato nuovamente i portali alla guerra che si è presentata sulla scena del mondo travestita di orpelli giuridici che la giustificassero riciclandola sul vasto teatro del mondo. Gli sforzi e le politiche dei “grandi” della terra sono rivolti alla costruzione di un nuovo ordine mondiale, “gerarchico”, in cui a farla da padrone assoluto vi sia la sovranità statuale libera una volta per tutte da vincoli giuridici ed etici. Un disegno macchinoso e diabolico che consenta alla guerra, soprattutto nella sua veste “preventiva”, di tornare ad essere protagonista sul palcoscenico internazionale.
Ma i sogni di pace che hanno colorato il mondo nello scorso anno continueranno a vivere, sostenuti dalle Chiese che invocano la nonviolenza e da coloro che stanno contribuendo a tessere la trama di un diritto internazionale “nuovo” perché fondato in modo ancora più radicale sulla ricerca di vie alternative alla guerra. Un diritto che abbia più vigore e che dia voce alla giustizia penale internazionale, alla Corte penale internazionale, al processo di unificazione politica mondiale attorno a un’ONU più democratica ed efficace. “Sul diritto internazionale come via per il raggiungimento della pace mondiale” è fondato il messaggio di papa Giovanni Paolo II per la Giornata mondiale della pace celebrata lo scorso 1 gennaio 2004. Ne è nato, in questo inizio di anno, un rinnovato invito a considerare centrale nella vita di ogni cristiano la “missio ad pacem” , la vocazione a perseverare nella ricerca della pace. In una riflessione pubblicata da Mosaico di pace (Quaderno n.15) , il prof. Antonio Papisca commenta l’invito del Pontefice e ricorda che “la forza del diritto” è tutela e garanzia di pace.
La sua riflessione ribadisce, con fermezza e chiarezza, l’urgenza di porre l’ONU nelle condizioni di adempiere ai propri fini statutari, di democratizzare la sua struttura e di coniugare, nel rispetto dei principi dell’attuale diritto internazionale, sicurezza collettiva, ordine pubblico internazionale e diritto alla pace. “Alla logica del tenersi preparati alla guerra la Carta delle Nazioni Unite sostituisce quella del disarmare, del prevenire i conflitti e del far funzionare la sicurezza collettiva” , afferma il prof. Papisca nella sua riflessione.
L’ ordine mondiale oggi è costruito sul rispetto della dignità “inerente a tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti, uguali e inalienabili”. Rispetto che costituisce “il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo” (preambolo della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani) . Insomma, un vero e proprio inno alla vita, da conservare, preservare e attuare. Mosaico di pace vuol dare inizio a questo suo quindicesimo anno di pubblicazione schierandosi decisamente dalla parte di chi pone mano alla costruzione di un diritto che promuova e difenda la pace e bandisca definitivamente la guerra dalla faccia della terra: “Ut populi vivant” – perché i popoli vivano – e “ne populi ad arma veniant” – perché i popoli non vengano alle armi. In definitiva vogliamo continuare a coltivare con voi la pace. Per tutti.