La scuola della fiducia
Molti tra noi avranno provato, almeno una volta nella vita, la spiacevole sensazione di non sentirsi accolti e accettati, il timore di prendere la parola in gruppo per esprimere le proprie idee, la percezione di non essere all’altezza della situazione.
Malessere e disagio, solitudine e amarezza avranno attraversato la nostra persona. “Non sono capace! Non ce la faccio…”, ci saremo detti.
Lo stesso senso di sconfitta sperimentano quotidianamente i bambini a cui, anche in ambito scolastico, è negato il diritto a essere ascoltati, a sbagliare, a procedere più lentamente degli altri, a discostarsi dal modello ideale di alunno che molti maestri continuano a coltivare nel loro immaginario.
Eppure la scuola dovrebbe essere l’ambiente educativo privilegiato per formare personalità armoniose e sviluppare capacità, abilità e competenze di vario tipo.
Gardner ci ha insegnato che non esiste un unico tipo di intelligenza e che la cognitività non è il solo aspetto caratterizzante il nostro essere umani, né l’unico da potenziare. Ha parlato di intelligenze multiple e di intelligenza interpersonale e intrapersonale.
Comprendere i bisogni degli alunni, creare un clima di fiducia in classe, innalzare il livello di autostima personale, promuovere attività che predispongano al benessere, ci sembrano gli obiettivi trasversali su cui sarebbe opportuno lavorare.
Non trascuriamo le relazioni interpersonali, favoriamo la collaborazione in classe piuttosto che la competizione, cogliamo la diversità come una reale risorsa per confrontarci e crescere.
Ciascuno dovrebbe sentirsi importante nel gruppo, trovare il suo posto, essere stimolato a riconoscere potenzialità e positività. Noi educatori dovremmo imparare a scoprire e apprezzare ciò in cui i nostri ragazzi riescono meglio e dar loro fiducia ( “Dai, ce la puoi fare…” piuttosto che “No! Ma non sai far niente!”).
Se le nostre bambine e i nostri bambini saranno guidati a costruire e potenziare la propria autostima e ad aver fiducia in sé e negli altri, avranno strumenti per affrontare la vita con forza, coraggio e autonomia.
Gli ostacoli e le difficoltà che incontreranno lungo il percorso saranno interpretati come eventi naturali e probabilmente non provocheranno tensioni, ansie, paure tali da generare stati patologici.
Aiutiamo i piccoli ad avere una positiva considerazione di sé e degli altri, a volersi e a voler bene, a riconoscere qualità, capacità e abilità personali (“Sono capace di…”, “Sono bravo a…”, ma anche “Il mio amico sa far bene...”, “Tizio è bravissimo nel…”, “Ho scoperto che Caio è davvero speciale nel…”).
Bambini e ragazzi troppe volte hanno subito critiche, sono stati scoraggiati, si sono sentiti poco accolti e desiderati e hanno provato un senso di inadeguatezza.
Gli studenti che hanno abbandonato precocemente gli studi o hanno ripetuto uno o più anni scolastici hanno sperimentato il fallimento, molti adolescenti hanno provato le sensazioni descritte dall’autore del libro autobiografico Tu bocci, io sboccio (“Indescrivibile la mia amarezza, il mio dispiacere profondo”. “Il tasso di autostima in preoccupante ribasso, pensieri negativi; mi sentivo impotente, talvolta incapace di reagire).
I giochi e gli esercizi di fiducia che proponiamo sono solo un esempio di come, a scuola, gli alunni possono essere guidati a riconoscere le proprie e le altrui potenzialità e a fidarsi e affidarsi agli altri.
Nel vocabolario della pace la parola fiducia non può mancare: si cresce nella misura in cui possiamo contare su noi stessi ma anche sugli altri, consapevoli che se stiamo insieme, se facciamo parte di un gruppo, possiamo aiutare ed essere aiutati.