CHIAVE D'ACCESSO

Surplus cognitivo

Creatività e generosità nell’era digitale.
Alessandro Marescotti (a.marescotti@peacelink.it)

“Il surplus cognitivo non consiste solo in trilioni di ore di tempo libero sparso fra miliardi di individui interconnessi. Piuttosto, è qualcosa di comunitario; e sarà utile se saremo in grado di sfruttarlo per produrre valore civico”. A proporre queste idee è Clay Shirky, esperto di internet e nuove tecnologie, scrittore e divulgatore sul New York Times, Wall Street Journal, Wired e altre testate.
Shirky ha scritto un bel libro dal titolo “Surplus cognitivo” (Codice edizioni), ma ciò che è accattivante è il sottotitolo: “Creatività e generosità nell’era digitale”. L’autore ritiene che i computer in rete ci permettono di trattare il tempo libero come una risorsa globale condivisa per sperimentare nuove forme di partecipazione. I computer in rete sono un’opportunità per mettere in rete gli spezzoni di tempo libero e le competenze delle persone in forma creativa, fuori dalla logica del consumo e dentro un progetto di attivismo sociale e culturale. Dal tempo del consumo e della passività (la TV spazzatura), il tempo libero può diventare – tramite le tecnologie di rete – il terreno della partecipazione e della condivisione civica di esperienze, progetti e specialismi. Il “surplus cognitivo” diviene così una forza emergente e vitale. Occorre raccogliere questa intelligenza offerta gratuitamente con il tempo libero. Infatti, si possono aggregare saperi delocalizzati e frammentati che altrimenti vivrebbero privi di sinergia e disarticolati in nicchie private.
Scrive Shirky: “Oggi possiamo trarre più valore dalla partecipazione volontaria di quanto si sarebbe mai potuto immaginare, grazie alla maggiore possibilità di connessione e al miglioramento della nostra capacità di immaginare cosa questa partecipazione possa permettere”.
E qui entra in campo quella che viene definita l’economia della condivisione. “La conoscenza è quanto di più ‘combinabile’ abbiamo noi umani”, afferma Shirky. E aggiunge: “Qualunque cosa abbassi il costo di trasmissione della conoscenza fa incrementare il numero dei suoi destinatari. Oggi internet sta abbassando il costo di trasmissione non solo delle parole ma anche delle immagini, dei video, della voce, dei dati grezzi e di tutto quello che può essere digitalizzato”.
Ma vi è un altro fattore che favorisce la condivisione delle conoscenze: la chiarezza. “La diffusione della chiarezza – argomenta Shirky – può accelerare la condivisione della conoscenza fra gruppi che lavorano sullo stesso problema, ma può anche rendere più accessibile ad altri il sapere così prodotto, perché la chiara espressione di un’idea può viaggiare da una persona all’altra e da un gruppo all’altro più facilmente”. Ma tutto questo non basta. Occorre che vi sia una “comunità di pratica”, ossia i membri di un gruppo si devono poter capire a vicenda, si devono sapere “alleare” per condividere le loro conoscenze e competenze, imparando a combinare le specializzazioni.
Un esempio di gestione del “surplus cognitivo” è dato dalle mappe satellitari su cui collocare le segnalazioni dei cittadini. Sono piattaforme interattive che consentono ai cittadini di segnalare, tramite internet, tutto quello che trovano sul territorio. Le potenzialità sono enormi.
Un esempio è riportato in questa pagina web: www.peacelink.it/cyber-cultura/a/33479.html che rimanda ad alcune sperimentazioni avviate da Italo Mairo, un ingegnere che ha configurato “interfacce di partecipazione” e di “cittadinanza attiva”.
Di particolare interesse è il “geoblog” (http://geoblog.italomairo.com/main_map_page.php) che sperimenta forme di cooperazione via web fra cittadini e amministratori.
“Geoblog – spiega Itali Mairo – permette ai cittadini di dar voce a problemi riscontrati sul territorio e far giungere direttamente le segnalazioni a chi di competenza. Geoblog nasce infatti dal suo desiderio di instaurare un contatto diretto con i cittadini, che significa saper ascoltare, parlare di problemi concreti, impegnarsi per migliorare insieme giorno per giorno la situazione del nostro territorio”.
Sono esperimenti destinati a creare “laboratori virtuali” in cui raccogliere ed elaborare il “surplus cognitivo” di cui parlavano all’inizio. Nell’era di Internet la partecipazione democratica e le competenze potranno combinarsi in modo sempre più efficace. “Creatività e generosità digitale” saranno risorse strategiche di chi vuole praticare cambiamento trasformando le isole di conoscenza in un arcipelago capace di condividere e rendere efficaci le nuove forme della cittadinanza attiva.

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