NUCLEARE

Istruzioni per l'uso

Guida al referendum sul nucleare: perché siamo contrari a questa forma di ricerca energetica.
Angelo Baracca

Questo referendum non l’avremmo voluto. Non perché non siamo contro il nucleare, ovviamente. In primo luogo in Italia, a differenza di altri Paesi, i referendum (solo abrogativi di norme esistenti, non propositivi, o consultivi) sono validi solo se vota il 50% + 1 degli aventi diritto: i decenni passati sono pieni di referendum “perduti” per il non raggiungimento del quorum (anche quando tra i votanti il quesito ha vinto). È evidente che se questo accadesse sarebbe chiara l’argomentazione: la maggioranza degli italiani non è contraria al nucleare. Abbiamo, dunque, davanti una duplice sfida: portare la gente a votare, e a votare SI: questo, infatti, è un ulteriore imbroglio del referendum abrogativo, si vota SI se si è contro il nucleare! Nel lanciare il referendum è stato fatto un ragionamento opportunistico, che rischia di rivelarsi un boomerang, pensando che il referendum sull’acqua, molto sentito, porterà la gente a votare: il rischio è che avvenga il contrario, troppi referendum, su alcuni dei quali la gente è incerta, potrebbero abbassare l’afflusso dei votanti, compromettendo anche il referendum sull’acqua! Sarebbe una vera iattura.

Vergogne italiane
Veniamo, dunque, al tema del referendum. Vi sono motivi fondamentali per essere assolutamente contrari all’energia nucleare, ma il referendum non è contro il nucleare tout court, ma chiede di abrogare norme per la “realizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia nucleare” pericolose e difformi dalle normative e le procedure vigenti in tutti i Paesi che utilizzano l’energia nucleare, sono i seguenti:
• l’Agenzia per la Sicurezza Nucleare (ASN) non ha le necessarie prerogative di indipendenza dal potere politico (il controllato controlla il controllore);
• è possibile costruire depositi per combustibile e rifiuti nucleari nello stesso sito di una centrale nucleare;
* i reattori nucleari licenziati in Paesi con i quali l’Italia ha accordi bilaterali sono sostanzialmente approvati dall’ASN;
• l’ASN deve svolgere l’Istruttoria tecnica e rilasciare l’autorizzazione per costruzione ed esercizio in soli 12 mesi, un limite di tempo irrisorio che non esiste in nessun altro Paese;
• viene precluso l’esame VIA per questioni che sono state precedentemente oggetto di VAS (Valutazione ambientale strategica).
A fronte di una propaganda pro nucleare crescente è importante un elementare ragionamento di credibilità. Basterebbe ricordare che durante la campagna elettorale della primavera 2008 il nucleare non venne pressoché citato. Poi Berlusconi, appena eletto, se lo cavò dal cappello, e da quel momento sembrò diventare una questione dirimente per il futuro del Paese. Un’emergenza fabbricata ad hoc; sulla quale ENEL e EDF hanno investito qualcosa come 7 milioni di euro solo per la propaganda! Gli organi d’informazione devono venire “oliati” in questo modo (ad esempio il CD distribuito dal Corriere, pagato da ENEL) per parlare di una priorità nazionale!? Non sarebbe loro compito “a prescindere”, come diceva Totò? Una contraddizione eclatante su cui tutti dovrebbero riflettere e tirare conclusioni piuttosto ovvie.

Bugie spudorate
L’ENEL e il governo contano spudoratamente sul controllo quasi totale dei media per imbonire i cittadini con le menzogne più spudorate. È scandaloso che ENEL motivi il programma di costruzione di 4 reattori nucleari (potenza complessiva 6.500 MegaWatt, MW) dando a intendere che l’Italia è costretta a importare energia elettrica, occultando invece che:
• abbiamo una potenza elettrica installata che si aggira sui 100.000 MW, mentre la domanda massima di potenza elettrica è poco più della metà (quindi quella media, ordinaria è inferiore alla metà), ed è diminuita nell’ultimo paio di anni (– 8.5% dal 2008 al 2009);
• negli ultimi 10 anni sono stati installati nuovi impianti a gas a ciclo combinato per circa 20.000 MW, l’equivalente di ben 12 reattori nucleari!
• vi sono domande di autorizzazione per impianti fotovoltaici per ben 130.000 MW, e decine di migliaia di MW a gas: se venissero realizzati, la potenza elettrica installata quintuplicherebbe la domanda massima di potenza! Un controsenso assoluto!
È lapalissiano che la pretesa di costruire 6.500 MW nucleari (un’inezia) è puramente strumentale!
Perché questa situazione paradossale? In breve. Il sistema elettrico italiano di produzione, distribuzione, tariffazione, incentivazione (dai CIP6 ai certificati verdi) è estremamente inefficiente (in modo crescente dopo la privatizzazione del settore): da un lato abbiamo le tariffe più alte d’Europa, dall’altro costruire impianti di generazione elettrica è solo un grande business, che non ha nessuna relazione con i bisogni energetici del Paese, e risulta altamente remunerativo anche se i nuovi impianti (con efficienza molto più alta) funzionano a pieno regime pochi mesi all’anno. Questo enorme e abnorme giro d’affari lo paga evidentemente… Pantalone.

Perché NO
In termini generali (per dettagli cfr. dossier di Mosaico di pace dicembre 2006 e febbraio 2009):
• il nucleare non è una tecnologia avanzata, ma solo una tecnologia complessa, costosa e pericolosa, che non si è sostanzialmente rinnovata in 60 anni (le tecnologie avanzate devono essere semplici, flessibili e a misura d’uomo);
• il nucleare è stato un colossale fallimento (il che non toglie che sia un grande business): si prevedeva la costruzione di migliaia di centrali, ne sono state costruite poche centinaia, ormai l’energia prodotta dal nucleare nel mondo è stazionaria o in diminuzione, e questa tendenza non cambierà nel futuro perché a fronte di qualche decina di reattori in costruzione sono centinaia quelli che dovranno venire chiusi per raggiunti limiti d’età;
• l’energia nucleare fornisce appena il 2% dei consumi energetici mondiali, una percentuale irrisoria che può e dovrà essere facilmente sostituita;
• il nucleare non sostituisce il petrolio: con l’uranio (che è comunque anch’esso in via di esaurimento) si produce solo energia elettrica, che è il 17% dei consumi finali di energia, il rimanente fabbisogno non può venire coperto dall’energia nucleare (la Francia produce l’80% dell’energia elettrica dal nucleare, ma ha i consumi petroliferi pro capite più alti d’Europa);
• i costi e i tempi di costruzione dei reattori nucleari sono fuori controllo (5-8 miliardi di euro; 5-10 anni): 4 reattori in Italia costerebbero 20-30 mld!);
• i costi dell’intero ciclo nucleare sono ben superiori: nessun Paese al mondo ha trovato una soluzione per il problema delle scorie radioattive e del combustibile esaurito, che deve venire custodito per centinaia di migliaia di anni!
• sono ormai decisive le prove dell’aumento di tumori e leucemie nelle popolazioni che vivono nei pressi degli impianti nucleari (le conoscenze nuove e allarmanti sui danni delle radiazioni ionizzanti sono un tema che richiede un articolo apposito).

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