Pregiudizio? No, grazie
Anche da piccoli. E a scuola.
In continuità con i precedenti articoli, in cui le proposte formative e le attività suggerite si ponevano l’obiettivo di una più approfondita conoscenza di sé e degli altri ed erano finalizzate a potenziare la fiducia e l’autostima personale, ci è sembrato opportuno, in un percorso di educazione alla pace rivolto alle scuole, non tralasciare una riflessione su stereotipi e pregiudizi.
In ambito educativo, riteniamo importante, infatti, operare per creare un clima cooperativo all’interno dei diversi contesti di vita e per abbattere le barriere comunicative, a partire dall’ambiente scolastico. Per farlo, crediamo sia fondamentale porre attenzione sulle modalità in cui entriamo in relazione con gli altri, sui meccanismi più o meno consci con i quali spesso cataloghiamo gli individui o incaselliamo i gruppi, sugli errori di valutazione in cui possiamo incorrere quando giudichiamo le persone con superficialità, senza averne una conoscenza diretta.
I pregiudizi sono frutto d’ignoranza, di mancata o scarsa conoscenza, si basano su idee preconcette e giudizi immotivati, spesso sono pensieri determinati da paure.
Liberarsi completamente dai pregiudizi non risulta essere un’operazione semplice.
Il filosofo Raimon Panikkar sostiene che sia addirittura impossibile.
Albert Einstein affermava che “È più facile spezzare un atomo che un pregiudizio”.
Potremmo, però, educarci ed educare alla consapevolezza di quello che avviene quando ci approcciamo a persone o gruppi, in modo da evitare pretese di verità a priori e posizioni assolutistiche e rigide. I pregiudizi si combattono con l’informazione, la conoscenza e l’incontro, se conosciuti possono favorire atteggiamenti di apertura verso il mondo esterno.
Riflettere sui luoghi comuni e sugli stereotipi con cui alcuni gruppi sociali o etnici sono solitamente etichettati ci potrebbe aiutare a evitare forme di razzismo e conflittualità e a costruire una società che, abbracciando il sogno di Martin Luther King “che un giorno ogni uomo sarà giudicato sulla base del suo carattere piuttosto che su quella del colore della sua pelle”, possa risultare più accogliente e inclusiva.
Proponiamo, in queste pagine, alcuni giochi e attività.